Castel Gandolfo, tragedia al lago: annegati due ventenni
Una domenica trasformata in tragedia per tre ventenni del Burkina Faso, ospiti del centro di accoglienza “Il Mondo Migliore” di Rocca di Papa
Sono arrivati in monopattino sulla spiaggia del lago di Castel Gandolfo, desiderosi di trascorrere qualche ora al sole e rinfrescarsi con un bagno. Ma la domenica si è trasformata in tragedia per tre ventenni del Burkina Faso, ospiti del centro di accoglienza “Il Mondo Migliore” di Rocca di Papa: due di loro sono annegati a pochi metri dalla riva, inghiottiti dall’acqua senza neppure il tempo di chiedere aiuto.
Il lago ha mietuto altre vittime, questa volta davanti a centinaia di bagnanti, tra cui adulti e bambini, che sono stati improvvisamente allontanati dalle forze dell’ordine per permettere le ricerche, mentre l’area veniva transennata. Solo nel tardo pomeriggio, i corpi dei due giovani sono stati ritrovati sul fondale, ancora vestiti.
La ricostruzione dei fatti
Poco prima delle 15:00, avevano noleggiato un pattino allo stabilimento “Le Palme”, ma ciò che doveva essere un momento di svago si è trasformato in un incubo. Uno dei tre si è tuffato in acqua, si ipotizza che sia caduto a causa di uno scossone o di un colpo di vento, e quando non è riemerso, uno degli amici si è lanciato nel tentativo di salvarlo, finendo per annegare anche lui. Il terzo, sconvolto, è tornato a riva con il pattino, urlando disperato per chiedere aiuto.
«Avevano firmato il contratto di noleggio, dichiarando in francese di saper nuotare, ma purtroppo non era vero», racconta Andrea Lucidi, gestore dello stabilimento, sentito dai carabinieri che hanno sequestrato il contratto. «È stato difficile comunicare con il ragazzo che ha chiesto aiuto», ricorda il bagnino ancora scosso, «parlava a stento l’italiano, ma ci ha indicato il punto dove i suoi amici erano scomparsi».
I soccorsi sono stati immediati, con pattini provenienti anche dagli stabilimenti vicini, ma i due giovani sono stati ritrovati senza vita. Alle 16:00, un elicottero sorvolava già il lago per le ricerche, mentre i sommozzatori dei vigili del fuoco operavano nell’area in cerchi concentrici.
Il sopravvissuto, sotto choc, appariva con lo sguardo perso e le mani sulla testa: aveva perso i suoi amici più cari, con cui era arrivato anni fa a Rocca di Papa, cercando di integrarsi tra mille difficoltà. Il ragazzo ha spiegato al gestore, in francese, che i suoi compagni non sapevano nuotare.
Vestiti e forse senza nemmeno un costume, erano spinti dalla voglia di divertirsi, dimenticando per qualche ora i problemi del centro di accoglienza. Con la testa china, stringeva il monopattino tra le mani, sussurrando poche parole, con gli occhi lucidi a fissare il lago che, in pochi minuti, aveva inghiottito i suoi amici più cari.