Spettacoli

Caterina Boccardi è “Liza” di Nicholas Gallo, un viaggio nell’anima tra le pieghe di Dostoevskij

Roma, Teatro Cometa Off – Caterina Boccardi, reduce dal successo dello scorso anno con “AMO’”, torna sulla scena con “Liza”, uno spettacolo liberamente ispirato a I Fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij, con drammaturgia e regia di Nicholas Gallo. Il 16 e il 17 dicembre, alle ore 21, la Boccardi incarnerà ancora una volta una figura femminile intensa e complessa, frutto di una personale reinterpretazione del classico russo.

Entrare nel teatro Cometa Off per incontrare Caterina Boccardi significa respirare l’energia di un’artista che vive il palcoscenico come un luogo di formazione continua, di espressione e di sperimentazione. “Il teatro è una palestra,” afferma Caterina, “un luogo dove ci si allena duramente, si fanno le prove e si studia ogni dettaglio, con l’obiettivo di emozionare il pubblico. È una disciplina, un atto di fede.” Parole che risuonano, nel suo caso, non come semplici metafore, ma come una sorta di vocazione che si manifesta ogni volta che Caterina entra in scena.

“Liza”: un personaggio in cerca di redenzione

“Liza” è un viaggio emotivo che affonda le radici nell’opera di Dostoevskij, ma che si nutre di una sensibilità contemporanea, attenta alle sfide dell’animo umano. Nicholas Gallo, con la sua regia, guida lo spettatore all’interno di un universo in cui le domande esistenziali sui temi della fede, della colpa e dell’amore prendono forma attraverso un personaggio femminile complesso e appassionato. “Interpretare Liza mi richiede uno scavo interiore profondo,” racconta la Boccardi. “Mi porta a interrogarmi, a volte anche a destabilizzarmi, ma è esattamente per questo che amo il teatro. Non c’è finzione che tenga: quando entri in un personaggio, porti con te le tue domande, la tua fragilità.”

L’intensa preparazione di Caterina emerge in ogni dettaglio della sua interpretazione: è come se le parole di Dostoevskij prendessero nuova vita attraverso la sua voce e i suoi gesti, in un’opera che si muove tra il testo classico e le riflessioni moderne, sospesa tra passato e presente.

La vocazione alla fede e il teatro come forma di condivisione

Oltre all’arte teatrale, la Boccardi condivide una visione profonda della fede. “Quando mi chiedono di chi mi fido veramente, rispondo sempre: dei miei genitori e di Gesù.” Una fiducia che Caterina vive non come un elemento accessorio, ma come una parte fondamentale del suo percorso. “Sarebbe bello, un giorno, fare uno spettacolo per raccontare la fede e la Vita – con la V maiuscola. Credo fermamente che la fede, come l’amore, possano aiutarci a superare il caos e la brutalità di un mondo che troppo spesso sembra dimenticare la sua umanità.”

Caterina ci confida la sua esperienza nella Parrocchia di Ognissanti in via Appia, un luogo che descrive come un rifugio di autenticità e comunità. Don Alessandro, parroco della chiesa, rappresenta per lei un punto di riferimento, un uomo di fede che non teme di affrontare i temi scomodi della contemporaneità. “Il suo impegno nel rispondere ai problemi vissuti dalla comunità non è scontato. Come ho detto, credo in Gesù, non in tutti i preti. Ma Don Alessandro è diverso: si mette a disposizione degli altri con uno spirito diretto, genuino.”

Una passione che nasce fin dall’infanzia

“Sin da bambina raccontavo storie fantastiche sul balcone di casa, dove uno scopettone diventava il mio microfono,” racconta Caterina con un sorriso nostalgico. Ricorda un episodio in particolare, una delle sue prime esperienze nel canto, con la canzone Samuele. “Da piccola mi emozionava moltissimo cantarla, e quando l’ho ripresa recentemente ho provato la stessa emozione. Ogni volta che leggo un salmo o una lettura durante la messa, mi tremano le gambe come se stessi entrando in scena, ma con una tensione ancora più profonda. Sento che sto facendo qualcosa per ‘Lui’, che sto dedicando la mia voce e il mio corpo a qualcosa di più grande”.

L’amore come forza motrice

Non si può parlare di Caterina Boccardi senza menzionare la sua concezione dell’amore, che considera una forza in grado di dare senso alla vita. “L’amore, come la fede, è ciò che fa girare il mondo. È l’amore che mi guida sul palcoscenico, che mi fa vivere ogni replica come se fosse la prima. E penso che l’amore sia anche ciò che rende possibile la serenità, la pienezza, il senso di appartenenza.”

Questo amore per il teatro e per la vita la spinge a portare sul palco una “Liza” che non è solo una trasposizione di un personaggio letterario, ma una donna viva, vera, capace di generare empatia. Il pubblico, durante le repliche di dicembre, sarà invitato a condividere questo viaggio e a riscoprire le proprie domande interiori attraverso gli occhi e il cuore di Caterina.

Liza di Nicholas Gallo rappresenta un’opera che non solo riavvicina il pubblico a un capolavoro della letteratura russa, ma apre una finestra sull’universo interiore dell’attrice che lo interpreta, una finestra che parla di fede, passione e amore incondizionato per l’arte e la vita. Un appuntamento da non perdere, per chiunque voglia vivere un’esperienza teatrale profonda e intensa, capace di lasciare un segno nel cuore.

Francesco Vergovich

Giornalista, conduttore radiofonico. Costruisce la sua carriera su Radio Radio attorno ad alcune personalità brillantissime della nostra epoca ai quali sarà sempre grato: Nantas Salvalaggio, Marco Guidi, Gianni Melli, Roberto Gervaso, Giampaolo Pansa, Oliviero Beha, Giampiero Mughini, Mario Tozzi. Dal 2013 è Direttore di "RomaIT" e de "Il Quotidiano del Lazio".

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