Catturato in Venezuela il boss Vito Genco
Il super latitante era ricercato da venti anni. Era legato alla mafia di Ostia
Vito Genco, narcotrafficante di caratura internazionale e boss della mafia di Ostia, è stato catturato lunedi scorso in Venezuela, nell'ambito di una vasta operazione coordinata dall' Interpool. Ricercato dalla polizia italiana da oltre venti anni Vito Genco detto "il professore" per la sua scaltrezza criminale, viveva a Valencia, cittadina venezuelana, dove aveva clonato l'identità di un italiano morto nel 1976 e era nella lista dei latitanti più ricercati e deve scontare una condanna per traffico internazionale di stupefacenti e una per associazione mafiosa. Dopo gli oltre 50 arresti con l'accusa di associazione di stampo mafioso a Ostia nella scorsa estate infatti, le inchieste lo indicano legato alla potente famiglia di cosa nostra di Siculiana (Ag) comandata dai Cuntrera – Caruana, ribattezzati al tempo " i Rothschild dela mafia" o "i banchieri di Cosa Nostra" e che per oltre 30 anni atrraverso i boss Vito e Vincenzo Triassi, hanno spadroneggiato sul litorale romano controllando racket, omicidi, usura e attività economiche. In questo scenario Vito Genco, legato al vecchio padrino Pasquale Cuntrera che visse ad Ostia diversi anni prima di scappare in Spagna proprio grazie ai fratelli Triassi, diventa uno dei protagonisti di quegli anni di sangue e potere criminale sul litorale romano. Molti i misteri sulle molteplici alleanze criminali, casi lupara bianca, omicidi su cui oggi, il boss Vito Genco potrebbe fare luce.
La sua latitanza era iniziata nel '95, quando dopo il suo arresto nell'ambito dell'operazione "Cartagine" con l'accusa di aver gestito un traffico di cocaina di 5.000 chili per conto dei boss e subito ritenuto il braccio destro dei Cuntrera, riuscì a fuggire in Venezuela. Il nome di Vito Genco viene fuori anche durante l’indagine della squadra mobile di Roma sull’esecuzione, avvenuta nel 2002 ad Ostia, di Paolo Frau, ultima colonna della Banda della Magliana, in passato legato a doppio filo con il boss Renatino De Pedis che fu sepolto, famoso per essere stato sepolto con il consenso del Vaticano, nella basilica di S. Apollinare a Roma.
L' arresto arriva a seguito di una complessa indagine della Repubblica di Torino e sviluppata negli ultimi due anni da Carbinieri della sezione di polizia giudiziaria, dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e dall'Interpol.