Cave, l’omicidio di Carmen non va dimenticato
Due anni e mezzo fa a Cave (Roma), Carmen Vernica, 45enne di origine romena sposata con Antonio Brigida, viene uccisa dal marito
Due anni e mezzo fa a Cave (Roma), Carmen Vernica, 45enne di origine romena sposata con Antonio Brigida, viene uccisa dal marito. Si erano appena separati, un mese prima, ma vivevano ancora insieme. Quel giorno, il 7 maggio 2019, Carmen avrebbe lasciato la casa in cui convivevano per trasferirsi in un altro appartamento. Brigida, 59 anni, quella mattina le ha sparato. Un’ora prima c’era stata l’ultima lite, probabilmente al culmine di una serie di litigi che negli ultimi tempi erano diventati continui.
Il processo per l’omicidio di Carmen in corso a Roma
Nel luglio scorso durante il processo in corso a Roma, Brigida che è imputato per omicidio, ha raccontato di un rapporto rovinato a causa del carattere forte e aggressivo della moglie, che arrivava ad insultarlo anche in strada davanti alla gente. Sempre nel corso del processo Brigida aggiungeva che era profondamente pentito e che avrebbe dato la sua vita “per restituire a Carmen la sua”. Erano sposati da molti anni ed entrambi partecipavano alla vita sociale della comunità e davano il proprio contributo come volontari in associazioni solidali.
Patrizia Sacchi è fondatrice e presidente di Dimensione Donna, un’associazione nata a Cave nel 2013, che si occupa di violenza sulle donne, stalking, maltrattamenti, aggressioni, delitti. Purtroppo anche di femminicidi, come quello di Carmen. Femminicidio è il nome dell’omicidio di una donna, quando a colpire è un uomo e la ragione sta nel comportamento malato di lui, che considera la sua donna o la donna che vorrebbe sua, un oggetto passivo. E con il quale non si può discutere. Il modo per chiudere la contesa è farla tacere per sempre.
Una parte della comunità vuole esorcizzare il fatto
Incontriamo Patrizia Sacchi che ci racconta di quanto, sia il Comune che la locale stazione dei carabinieri siano sensibili al lavoro che svolge Dimensione Donna e quanto aiuto diano all’associazione. Ci ha pure detto di come Cave sia rimasta turbata dall’omicidio di Carmen e di quanto però, almeno una parte di essa, tenda ad assolvere l’imputato. Nelle chiacchiere che aleggiano per il paese anche una serie di giustificazioni ingiustificabili, cioè che provano a trovare una ragione all’omicidio compiuto da Antonio Brigida.
L’analisi di Patrizia Sacchi: giustificazioni ingiustificabili
Alcune delle frasi ricorrenti: “Carmen era di origine straniera, quindi mentalità e costumi diversi. Carmen aveva un carattere troppo forte, impossibile da sopportare. Carmen forse puntava troppo ai soldi, al denaro e non le interessava veramente il rapporto col marito”.
Una serie di scusanti inammissibili. Come se una parte della comunità di Cave, volesse allontanare, scansare, esorcizzare un atto terribile, l’omicidio, accaduto in città.
“Dopo l’omicidio mi aspettavo una giornata di lutto cittadino – continua Patrizia – è un segno di civiltà. Un segnale col quale condannare un atto grave che colpisce tutta la comunità. Bisogna difendere la legalità e va dato un messaggio forte, inequivocabile e quel messaggio non c’è stato. Umanamente non è difficile capire che si tenda ad alleggerire le colpe di una persona che si conosce e con la quale magari si hanno rapporti di amicizia o di parentela. Ma non è giusto farlo quando il delitto è così grave. Una comunità è più forte quando persegue i valori assoluti: il bene comune, la solidarietà, il soccorso ai più fragili. E allora penso alla figlia di Carmen, che è sostenuta dalla sua famiglia ma non mi sembra altrettanto sostenuta da una parte dei cittadini.
La manifestazione del 28 novembre
Il 25 novembre è la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Domenica 28 novembre con Dimensione Donna organizziamo un evento al Teatro Comunale Città di Cave, dove ricorderemo Carmen Vernica. Mi aspetto che le istituzioni locali e la maggior parte dei cittadini facciano sentire la propria partecipazione”.