C’era una volta Alba Adriatica. Oggi ci sono gli scogli artificiali e poca spiaggia
L’amarezza è forte, ripensando a com’era Alba Adriatica tempo fa, e ai tanti servizi tutti di qualità che offriva, per esempio, negli anni ’90
Agosto 2023. Sono triste. Passeggio sul lungomare di Alba Adriatica dal parco della Bambinopoli a nord del comune verso sud e subito noto dentro la spiaggia sassi, massi e scogli artificiali. Sono stati lì posizionati per una lunghezza di circa un chilometro al fine di arginare le continue mareggiate, sembra praticamente di stare in montagna, sul Gran Sasso, non al mare. Hanno posizionato la radente.
Alba Adriatica negli anni ’90
La tristezza continua, ripenso a questo Comune com’era tempo fa, e ai vari servizi che forniva, come quello degli anni 90’, dove presso i locali posti all’interno della Bambinopoli, vi erano oltre alle ambulanze del pronto soccorso anche la guardia medica, successivamente spostata verso sud, al confine con il Comune di Tortoreto.
La crisi economica e le chiusure delle varie attività commerciali, l’erosione della spiaggia, lunga e larga, una bellezza infinita per quanto era immensa, lasciata a se stessa e abbandonata alle continue mareggiate, violentata anno dopo anno, mese dopo mese senza aiuto di nessuno. Un suicidio annunciato dai vari geologi e ingegneri interessati al fenomeno erosivo e a nulla sono valse le continue richieste dei residenti, turisti e operatori balneari e alberghieri, tendenti a far emergere il gravoso problema dentro e fuori i confini comunali.
Accoglienza, ospitalità e mare blu
Ripenso ad Alba Adriatica quale paese dell’accoglienza e dell’ospitalità, infatti come si arriva ad Alba Adriatica, in auto, in treno o a piedi vi sono delle belle e grandi insegne metalliche ad accogliere il turista, Benvenuti ad Alba Adriatica, Spiaggia D’Argento, Bandiera Blu. Peccato che tutto ciò sia riconducibile a più di vent’anni fa, da allora ne è passata di acqua sotto il ponte del Vibrata che collega Alba Adriatica a Villa Rosa di Martinsicuro.
Osservando alcune fotografie del passato ci si accorge subito come la Spiaggia D’Argento sia mutata in peggio, perdendo metri e metri di spiaggia. Quasi 120 metri a causa delle continue mareggiate, senza che nulla sia stato fatto dai politici locali, provinciali o regionali.
Vivo questo bellissimo paesello abruzzese affacciato sul mare Adriatico da circa 30 anni da turista primaverile-estivo, assistendo anno dopo anno alle varie vicissitudini locali. Dapprima l’ampliamento della foce del Vibrata sul mare con annesso restyling del nuovo ponte, successivamente la morìa di pesci sempre sul Vibrata a causa degli scarichi nocivi delle fabbriche. Zero amore per il proprio territorio e da ultimo la spiaggia che non c’è più, la quale mi porta a ricordare la canzone di Edoardo Bennato, seconda stella a destra, questo è il cammino e poi dritto fino al mattino. Non ti puoi sbagliare perché è la spiaggia d’argento che non c’è.
Perché il degrado di Alba Adriatica?
Viene veramente da chiedersi, cui prodest, possibile che in tutti questi anni la politica di turno sia rimasta alla finestra a guardare la distruzione di metà Alba Adriatica? Non credo ovviamente, tutti gli anni di lavoro trascorsi nelle varie indagini effettuate con le Procure della Repubblica italiane e con la Corte dei Conti, mi hanno dato la possibilità di capire che certe scelte non capitano mai per caso e quindi, a chi giova tutto ciò?
Per meglio capire la situazione ho intervistato e sentito varie persone residenti o domiciliate ad Alba Adriatica, lavoratori del settore balneare e alberghiero. E inoltre turisti, pensionati, tutti univocamente d’accordo nel sostenere come in tutti questi anni la classe politica non abbia mai fatto nulla per arginare il problema delle mareggiate. E pensare che sarebbe bastato posizionare delle barriere protettive rigide o morbide trasversali sul mare formate da enormi massi anti-erosivi, anziché arrivare ad oggi con il posizionamento della scogliera radente lungo spiaggia.
Tra le varie persone intervistate ho avuto modo di parlare con il Vice-Presidente del Comitato Antierosione di Alba Adriatica, Ivan Lazzarini, il quale debbo dire è stato molto esaustivo nel fornire le varie ed attente spiegazioni di come tutto ciò sia accaduto.
Parla Ivan Lazzarini
“Negli ultimi 20/30 anni i vari politici ed imprenditori di Alba Adriatica hanno fatto a gara per non vedere ciò che stava accadendo, basti pensare che si è iniziato a parlare di tecnica-erosiva nel 1995 quando, per tamponare la spiaggia a nord del nostro comune, Villa Rosa di Martinsicuro, sono stati avvallati dai politici locali i frangiflutti sul loro territorio, ponendo però contemporaneamente, il veto sul posizionamento delle scogliere sul territorio di Alba Adriatica.
L’incapacità politica non è stata in grado di prevedere un disastro annunciato posto in primo piano anche dalle diverse osservazioni e relazioni tecniche fatte dall’Ingegnere e Geologo ADAMOLI, il quale nei suoi scritti e studi poneva l’accento sull’arretramento della linea di costa che va dalla Bambinopoli verso sud per una lunghezza di circa 1,5 Km pari a 5 Mt all’anno e da qui sempre verso sud, nel comune di Tortoreto, un arretramento di 2 Mt l’anno, in sintesi finora abbiamo perso più di 125 Mt di spiaggia….
Per fortuna che ora, con il ricambio politico a livello regionale sono stati cambiati anche i vari tecnici scientifici che fino ad ora si erano occupati del fenomeno erosivo, su tutti ricordo un episodio avvenuto in Regione Abruzzo quando parlando per conto del Comitato Antierosivo ho avuto modo di colloquiare con l’Ing. Di Risio, docente presso l’Università di l’Aquila nonché consulente tecnico scientifico della regione Abruzzo.
I frangiflutti lungo la spiaggia
Parliamo di un progetto denominato: “Studio di fattibilità di interventi di difesa del litorale compreso tra la foce del Vibrata e il Porto di Giulianova ad integrazione del Piano Organico degli interventi di difesa e gestione della fascia litoranea su scala regionale per la Regione Abruzzo approvato con D.G.R. n. 964 del 13/11/2002”, al quale ho chiesto quando la Regione avrebbe posizionato i frangiflutti lungo la nostra spiaggia, ricevendo per tutta risposta che fino a quando io sarò qui in qualità di responsabile tecnico-scientifico, la regione procederà solo con il progetto della spiaggia di alimentazione e mai con le scogliere.
Fatto sta che la fantomatica spiaggia di alimentazione, ossia un rimessaggio di migliaia di metri cubi di sabbia lungo spiaggia e dentro al mare del costo di circa 2.500.000,00 milioni di euro non è mai servita a nulla, neanche a rallentare il fenomeno erosivo per una sola stagione, sono stati spesi inutilmente milioni di euro dei contribuenti per una presa di posizione e nulla più, anche un addetto ai lavori si accorgerebbe che, se nel passato sono state posizionate le scogliere lungo il mare Adriatico nei vari comuni veneti, emiliani, romagnoli, marchigiani ed in parte abruzzesi ora bisogna necessariamente continuare il percorso, pena la distruzione e l’erosione delle spiagge.
La messa in sicurezza della spiaggia
Tornando al cambiamento dei vari tecnici scientifici dell’Università di L’Aquila, sostituiti da tecnici scientifici delle opere marittime e docenti dell’Università Politecnica delle Marche, si è potuto notare fin da subito un cambio di rotta infatti, dopo aver ascoltato i vari comitati e associazioni Antierosione, Albergatori, e altre categorie e aver preso visione dei vari studi sul controllo delle correnti, fin da subito hanno avvallato l’idea di mettere in sicurezza la spiaggia per una lunghezza di circa 800 Mt, dalla Bambinopoli verso sud, attraverso il posizionamento delle barriere emerse parallele alla costa.
In tutti questi anni, tutto ciò che è stato fatto a difesa della spiaggia è stato fatto inizialmente grazie alla tenacia ed al merito dei comitati già menzionati, supportati successivamente da alcuni politici dopo aver toccato con mano gli innumerevoli danni causati negli anni dalle mareggiate.
Ora la politica comunale, attraverso la Deliberazione della Giunta Comunale nr. 21 del 15.03.2021, ha messo in cantiere il progetto di riqualificazione ed ammodernamento della pista ciclabile e pedonale del lungomare Marconi, del valore di 6.000.000,00, pagabili con mutuo, dai residenti del nostro comune. Di questo ci stiamo chiedendo perché non prevedere di optare per i fondi europei o i vari PNNR, anziché utilizzare un mutuo bancario e far pagare ai soliti cittadini, non dico che non sia indispensabile una nuova pista ciclopedonale ma, l’urgenza era ed è ancora la spiaggia”.
Un monitoraggio sul litorale albense
Al temine dei molti discorsi e interviste ho avuto modo di leggere alcune pubblicazioni concernenti l’erosione della spiaggia di Alba Adriatica, la prima, una pubblicazione commissionata dal Comune di Alba Adriatica nel 2004 al geologo Leo Adamoli dal titolo: “Il litorale di Alba Adriatica: evoluzione della linea di riva, processi erosivi e possibile strategia d’intervento”, uno studio durato circa cinque anni, nel quale si pone in evidenza come già dalla seconda metà degli anni 90’, l’Amministrazione di Alba Adriatica prese la decisione di avviare un monitoraggio morfologico e sedimentologico del litorale albense, affidandogli un incarico.
Lo studio interessantissimo, consigliato a tutte le persone amanti della salvaguardia dei propri paesi, fa emergere, tra le varie cose, come i veloci processi erosivi siano stati innescati dalla realizzazione di strutture rigide poste a difesa della spiaggia di Martinsicuro. Così migrando verso sud e raggiungendo nel 1990 la foce del Vibrata, interessando il primo tratto del litorale di Alba Adriatica, il quale a partire dal 1994 registra in poco tempo un arretramento della spiaggia di circa 40 metri su un tratto di litorale lungo circa 800 metri.
Sabbia per il recupero della spiaggia
E ponendo l’accento sui vari interventi utili alla conservazione dei litorale, attraverso la sistemazione di difese rigide o morbide associando alle medesime il ripascimento, ossia versamenti diretti di sabbia adatti al recupero della spiaggia perduta.
La seconda pubblicazione, datata settembre 2019 e redatta dal Centro di Ricerca dell’Università di Ferrara e dal centro di Educazione Ambientale Torre Carlo V di Martinsicuro, con la collaborazione dei geologi della Scuola Blu, Studio di Geologia Pegaso, Tecnici dell’Università di Ferrara e Centro Ricerca di Ferrara (CURSA), dal titolo: “Evoluzione della linea di costa tra Villa Rosa sud ed Alba Adriatica nord”, evidenzia come da diversi decenni il fenomeno erosivo delle coste sabbiose abruzzesi sia così serio da aver pregiudicato, tra le varie cose, l’attività turistica balneare e tutti gli introiti derivanti.
L’arretramento della costa
I vari progetti, le esecuzioni di opere di protezione dei litorali non hanno portato finora alla risoluzione del problema, sottolineando come dal 1984 al 2019 ci sia stato un arretramento variabile della linea di costa da Villa Rosa ad Alba Adriatica di circa 80 metri, indicando che prima del 2016 l’arretramento era di 2 Mt/anno e dal 2016 al 2019 5 Mt/anno.
Le testimonianze, le pubblicazioni e tutti gli studi condotti conducono a delineare come il problema erosivo del lungomare nord di Alba Adriatica sia così evidente e urgente da non poterlo più sottacere. Anzi, non è più il tempo di assistere impotenti alle continue mareggiate, che non si limitano solo alla distruzione dei vari chalet meno fortunati ma creano riduzioni delle spiagge e la conseguente drastica riduzione dei posti ricettivi dei vari chalet.
Meno spiaggia meno bagnanti
E facendo venire meno i posti ombrelloni, lettini e sdrai e spiaggia libera, spostando molti turisti dal nord di Alba Adriatica verso gli chalet posti a sud e, non da ultimo, causando una drastica riduzione del valore commerciale dei vari immobili. Quasi a voler creare appositamente una forzata svalutazione degli stessi. Diceva Giulio Andreotti che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina.
Per quanto riguarda la costruzione e l’ammodernamento della già esistente pista ciclopedonale, spero che la politica albense spieghi perché hanno optato per la scelta creditizia bancaria anziché i fondi europei.
Sicuro comunque che questa opera potrà incidere favorevolmente sulla scelta di un turista, un’opera veramente favolosa, attigua al lungomare, capace di raccordare il Comune di Martinsicuro al confine con le Marche fino a San Salvo in provincia di Chieti. Un percorso lungo 131 chilometri ma, sicuramente meno urgente rispetto a tutti i vari problemi conseguenti alla mancanza della spiaggia e io, nella scelta tra una pedalata sotto il sole cocente a 40° e la spiaggia e il mare, magari il tutto accompagnato da un’ottima bevanda fresca e rigenerante, saprei cosa scegliere…