Chirurgia in diretta al 10° Congresso Nazionale Aimo
Gli interventi saranno eseguiti all’ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano, diretto dal dottor Antonio Scialdone
Trapianti di cornea lamellari su giovani pazienti affetti da cheratocono e su anziani che soffrono di cornea guttata; interventi di distacco di retina effettuati con tecniche di vitrectomia; chirurgia della cataratta con impianto di cristallini di tipo multifocale. È solo una parte del ricco programma di chirurgia in diretta previsto oggi durante la prima giornata del X Congresso nazionale di AIMO – Associazione Italiana Medici Oculisti. Gli interventi saranno eseguiti all’ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano, diretto dal dottor Antonio Scialdone, da esperti medici chirurghi oculisti provenienti da tutta Italia per dare dimostrazione delle tecniche chirurgiche e delle più avanzate tecnologie.
“Abbiamo invitato a partecipare i migliori chirurghi italiani nel campo dell’oculistica, esperti di grande caratura professionale con alle spalle un’esperienza di centinaia e centinaia di interventi- ha commentato il dottor Scialdone- Tutti daranno dimostrazione delle ultime e più avanzate tecniche chirurgiche nel corso di raffinatissimi interventi, durante i quali saranno utilizzati apparecchiature tecnologiche di ultimissima generazione”. Per quanto riguarda i progressi raggiunti dagli oculisti nei trapianti di cornea, Scialdone ha raccontato: “Sono lontani i tempi in cui si trapiantava necessariamente tutta la cornea: oggi, con la chirurgia lamellare, l’intervento è molto meno invasivo e ,nei casi indicati, riusciamo a trapiantare sezioni di cornea sottilissime (di 40-50 micron di spessore), tagliate da una lama in modo trasversale, che ripristinano molto più rapidamente e in modo più efficiente la vista”.
Oltre ai trapianti di cornea, si eseguiranno interventi di chirurgia di distacco delle retina che saranno eseguiti con innovative tecniche di vitrectomia- ha aggiunto il dottore- che rendono molto più sicura e precisa la chirurgia. Ci saranno quindi casi di chirurgia della cataratta con impianto di alcune nuove lenti intraoculari, i cristallini artificiali di tipo multifocale, che permettono di vedere sia da lontano sia da vicino senza occhiali”. Questa tipologia di lenti, ha detto ancora l’esperto, è “in grande ascesa perché le aziende stanno migliorando la raffinatezza della produzione della loro qualità ottica e si stanno diffondendo sempre di più”.
Durante la giornata occhi puntati, in particolare, su un intervento di trapianto di cornea effettuato con la tecnica DMEK (Descemet membrane endothelial keratoplasty), che ad oggi rappresenta la migliore soluzione per chi soffre di cornea guttata, edema della cornea e Distrofia di Fuchs. Tale trapianto permette al paziente di tornare a vedere bene già dopo un mese dall’intervento, si esegue senza punti di sutura e ha il rischio di rigetto più basso tra tutti i tipi di trapianto di cornea. Ad eseguirlo in diretta, sempre dall’ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano, il professor Vincenzo Sarnicola, direttore della ‘Clinica degli occhi Sarnicola’ a Grosseto.
“Mi ritengo un chirurgo fortunato- ha spiegato Sarnicola- perché mi occupo di cornea e negli ultimi venti anni in questo settore è cambiato tutto. Basti pensare che un tempo l’unico intervento a disposizione era il trapianto di cornea a tutto spessore: via una cornea, dentro un’altra. Questo intervento dava risultati a volte eccellenti, ma a volte, purtroppo, no: in una percentuale non insignificante, e parliamo di un buon 20-25% dei casi, le sopravvivenze dei trapianti di cornea erano brevi, a volte brevissime . L’ultimo ventennio è stato invece fantastico, perché abbiamo acquisito conoscenze specifiche sulla zona della cornea malata, che ci permettono di sostituire solo quella”. Tra i vantaggi della tecnica DMEK ci sono sicuramente recuperi molto più rapidi e soprattutto un azzeramento dei maggiori rischi intraoperatori. “Il rischio di rigetto, con un intervento effettuato con la tecnica DMEK, come quello di oggi- ha fatto sapere Sarnicola- crolla dal 25% fino all’1%”.
Un’altra tecnica avanzata in cui l’Italia vanta primati è poi la DALK (Deep Anterior Lamellar Keratoplasty), che consiste nella sostituzione della porzione anteriore del tessuto corneale (stroma) ed è indicata nei casi di cheratocono (per cornee che hanno endotelio sano) e cicatrici corneali superficiali in seguito a traumi o infezioni. “Il paziente con cheratocono che riceve questo trapianto è in genere molto giovane – ha raccontato l’esperto- per cui fare un trapianto che ha una sopravvivenza del 99,4% a 10 anni e una curva di sopravvivenza stabile significa praticamente ridare serenità visiva per tutta la vita a un giovane ragazzo”. Nel nostro Paese, intanto, sono circa 1.500/2mila i ragazzi operati ogni anno di cheratocono. E tutti hanno “un’ottima prognosi”, ha assicurato Sarnicola.
Tra DMEK e DALK, invece, sono circa 3mila gli interventi effettuati ogni anno in Italia. “Poi si fanno altrettanti trapianti alla ‘vecchia maniera’- ha detto il direttore della ‘Clinica degli occhi Sarnicola’ a Grosseto- In alcuni casi perché c’è bisogno di una curva di apprendimento severa. In questo senso la chirurgia in diretta è importantissima, purché sia condotta da chirurghi esperti, che non mettano a rischio il paziente. Una ricetta, questa, che apre gli occhi alle nuove generazioni e a chi non fa ancora una certa chirurgia, per incoraggiarli ad aggiornarsi e ad intraprendere queste nuove tecniche che sono un orgoglio della chirurgia italiana- ha infine concluso- in quanto sono pochi i Paesi nel mondo dove la chirurgia lamellare ha ampiamente superato la tradizionale chirurgia perforante”.
A sostegno dell’importanza ricoperta dall’oftalmologia è voluto intervenire anche l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera: “L’intervento sanitario lombardo, in quest’ambito- ha fatto sapere- è caratterizzato da una attenta fase di prevenzione che si basa sullo screening oftalmologico pediatrico e individua due momenti importanti: la nascita in Lombardia del progetto ‘Messa a sistema dello screening audiologico e dello screening oftalmologico’ presso tutti i punti nascita (previsto all’interno del programma ‘Promozione della salute del bambino e della mamma nel percorso nascita’) e l’attivazione dal primo dicembre 2018 di un tavolo tecnico con pediatri e oculisti, che sta redigendo un documento specifico sullo screening oftalmologico e sui percorsi conseguenti (con una prima visita a 3 anni che preveda pediatra, oculista e ortottista come figure professionali coinvolte). Abbiamo inoltre individuato per ogni ATS Centri dedicati all’ipovisione e nel 2017, infine- ha concluso Gallera- istituito la Rete regionale per l’oncologia oculare”.