Categorie: Politica

Cinque punti per il risanamento di Roma Capitale

A Roma non c’è solo la crisi, quella che ha colpito via via molti Paesi, non solo europei. A Roma, la fase drammatica che stiamo attraversando, è dovuta anche ad “una crisi istituzionale, sociale e del tessuto economico produttivo che ha ripercussioni pesanti sulla qualità della vita dei cittadini” – per dirla con le parole del consigliere capitolino Riccardo Magi, radicale eletto in Lista Civica Marino.

I due nodi principali del problema, secondo il consigliere, “sono la crisi finanziaria dell'ente Roma Capitale e la qualità dei servizi pubblici che non sono all'altezza della crescente pressione fiscale che i cittadini sopportano”.

E quella tanto decantata discontinuità in politica, quel tanto decantato rinnovamento, quel tanto decantato cambiamento, “stentano ad arrivare” – continua Magi, secondo cui il problema non è solo la mancanza di risorse – “ma come le risorse di tutti vengono utilizzate. I servizi pubblici locali non sono degni di una capitale europea, non solo e non tanto a causa della scarsità delle risorse pubbliche ma perché non si intende affrontare il nodo dei modelli di erogazione dei servizi eliminando al contempo il peso delle enormi sacche di inefficienza e delle clientele che vivono e si ingrassano nel sistema dell'amministrazione e delle aziende comunali. In buona parte i romani hanno già pagato gli autobus che non ci sono, gli asili che non ci sono, le metropolitane che non ci sono, i servizi sociali che non ci sono”.

La soluzione? Negli ultimi anni è sembrata quella del c.d. Salva Roma. Però, a ben vedere, non si tratta di una soluzione definitiva. Anzi, non può e non deve esserlo. Piuttosto, bisognerebbe intraprendere “un serio e credibile percorso di risanamento” – che però, la Capitale ha disatteso, e per questo “sono stati necessari numerosi interventi legislativi nazionali per consentire alla Capitale di evitare almeno formalmente il dissesto finanziario”.

L’ultimo di questi, il cosiddetto Salva Roma Ter, poi convertito in legge, “ha consentito di chiudere i bilanci 2013 e 2014 in pareggio autorizzando alcune operazioni contabili con la gestione commissariale del debito pregresso, ma imponendo l'adozione di un Piano di Rientro triennale che sarà approvato nelle prossime settimane dal Governo e che indica precise misure da adottare perché sia finalmente garantito l'avvio del risanamento strutturale. Il giudizio sul bilancio di previsione 2014 – il primo bilancio completamente ascrivibile alla Giunta Marino – non può prescindere da questo contesto e va reso congiuntamente con il giudizio sul Piano di Rientro la cui responsabilità politica investe anche altri livelli istituzionali, essendo prevista per legge l'approvazione con Decreto del Presidente del Consiglio che, in questo modo dovrà ‘metterci la faccia’ ” – continua Magi.

Ebbene, questo Piano di Rientro elaborato dalla Giunta Marino – che, ci spiega il consigliere, solo dal 15 luglio è stato messo a disposizione dei consiglieri nella versione integrale consegnata al Governo il 4 luglio – è “tanto puntuale nella parte descrittiva quanto vago e debole in molti punti della parte propositiva ed esecutiva, quella in cui dovrebbero essere indicate le misure concrete che devono realizzare il risanamento tanto atteso. Lascia perplessi anche la mancanza di un cronoprogramma dettagliato che scandisca e garantisca l'attuazione del piano” – incalza il radicale.

In virtù di tutte queste considerazioni, Riccardo Magi ha messo nero su bianco le sue perplessità, rivolgendosi con una lettera aperta al sindaco Marino: “Alla luce di queste considerazioni sento il dovere di condizionare il mio voto favorevole a questo bilancio ad alcune scelte che è necessario che l'Amministrazione compia ora comunicandole alla cittadinanza” – si legge.

Ecco i punti qualificanti sui cui Magi chiede un impegno del sindaco Marino e della Giunta tutta:

– Aziende: “Impegno chiaro di attuazione reale della strategia di fondo adottata nel Piano di rientro di in merito alle aziende in vari modi partecipate o controllate, cioè la dismissione delle partecipazioni o liquidazione di quelle realtà aziendali le cui attività non siano riconducibili alle finalità precipue del Comune ma siano reperibili sul mercato. Si chiede un impegno esplicito in questa direzione sui casi di Farmacap e Assicurazioni di Roma”;

– Appalti e affidamenti: “Una risposta in tempi rapidi alle 4 interrogazioni depositate il 27 giugno scorso nelle quali si chiede quanti e quali affidamenti di Roma Capitale negli ambiti di competenza degli Assessorati alle Politiche Sociali, dell’Emergenza abitativa, dei Lavori pubblici, della Scuola, siano avvenuti con procedura diretta, cioè senza gara, con proroghe illegittime o con fornitura di servizi che si protrae in assenza di affidamento. Queste prassi, piuttosto ricorrenti per l’Amministrazione capitolina come ha rilevato anche la verifica amministrativo-contabile del MEF del 21/03/14, in violazione delle disposizioni nazionali e comunitarie, hanno ricadute significative sugli equilibri di bilancio generando extra costi fuori bilancio, non garantendo le necessarie economie nell’acquisto di servizi, falsando il calcolo dei fabbisogni, configurando danni erariali per illegittimi affidamenti o proroghe”;

– Trasparenza su incarichi dirigenziali, di collaborazione, di consulenza esterna: “Si chiede l’impegno in tempi rapidissimi a pubblicare sul sito del Comune le informazioni relative ai titolari di incarichi amministrativi di vertice, incarichi dirigenziali, collaborazioni e consulenze a qualsiasi titolo conferiti a sogetti esterni. Ciò è previsto dalla legge (art. 15 Dlgs. 33/2013) ed è condizione per l’efficacia dell’atto e per la liquidazione dei compensi eppure l’Amministrazione è tuttora inadempiente”;

– Trasparenza totale su "manovre d'aula" e maxiemendamento della Giunta: “E’ necessario che sia comprensibile a tutti, prima del voto notturno finale sul bilancio, quali siano ulteriori somme stanziate con il maxiemendamento che la Giunta sta predisponendo, recependo anche le indicazioni e le richieste dei gruppi capitolini, e nel dettaglio le destinazioni specifiche di tali fondi. La città non può tollerare, meno che mai in questa fase di crisi, che si giunga a scelte di allocazione di fondi per milioni di euro fuori o contro la strategia di risanamento. Che si tratti di fondi per prorogare i contratti a qualche centinaio di lavoratori, per prorogare o rafforzare un servizio o per alimentare qualche clientela consiliare o che si tratti di tutte queste finalità sommate insieme, non è tollerabile che avvenga fuori da ogni evidenza pubblica”.

– Metro C: “La principale opera strategica in costruzione in Italia è anche l’infrastruttura più attesa dai cittadini romani, quella che avrebbe dovuto consentire la reale e consistente pedonalizzazione del centro storico cittadino. La realizzazione di quest’opera è ormai fuori dalla cornice giuridica della ‘legge obiettivo’ che avrebbe dovuto garantire l’interesse pubblico e al contempo il Contraente generale, cioè le imprese. La situazione di fatto ha garantito le imprese che hanno ricevuto ben più del pattuito senza rispettare gli impegni. L’Amministrazione non ha mai fatto valere l’interesse pubblico contestando la violazione della ‘legge obiettivo’ e rivalendosi per danni nei confronti del Contraente Generale. Si chiede al Sindaco cosa intenda farne di questa opera di cui non sappiamo più dove andrà, con quali tempi, con quali costi aggiuntivi, con quali progetti di stazioni. La posizione dell’Amministrazione non può essere quella di continuare a navigare a vista”.

Dopo aver ricevuto questa lettera, il sindaco Marino ha fissato un incontro con il consigliere Magi. Seguono pertanto aggiornamenti.

Redazione

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