"Dopo l'assoluzione totale di Ignazio Marino decisa dal Tribunale, i soggetti che hanno determinato la caduta dell'ex sindaco e il conseguente stato di caos amministrativo per la Capitale, dovranno risponderne dinanzi la giustizia".
Lo afferma il Codacons, presentando un esposto alla Procura della Repubblica di Roma chiedendo di fare chiarezza sulla nota vicenda dei 26 consiglieri comunali dimessisi in blocco formalizzando le dimissioni dinanzi un notaio. Scrive l'associazione nell'esposto con cui chiede alla magistratura di aprire una apposita indagine: "al di là di quelle che possano apparentemente sembrare scelte di natura esclusivamente politica, non può non sollevare più di un dubbio in merito alla correttezza e legittimità e trasparenza delle modalità ed alla tempistica con cui si è pervenuti alla decadenza del sindaco Ignazio Marino, di tutta la Giunta e del Consiglio.
Qualora quanto evidenziato da tutti i media, stampa e siti web, corrispondesse alla realtà, ovvero che possa essersi trattato di un vero e proprio accordo trasversale, quello cui il Partito democratico avrebbe fatto ricorso per far cadere il sindaco di Roma con i 19 membri del Pd, ben potrebbero configurarsi le fattispecie di cui all'articolo 610 codice penale ovvero il reato di violenza privata e di cui all'articolo 338 violenza o minaccia a un corpo politico, amministrativo o giudiziario".
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