Premessa
Il giornalismo si colloca all’interno del diritto di cronaca. Il diritto di cronaca non è un diritto perfetto: non c’è una legge, una norma che lo descrive, ma è un diritto giurisprudenziale, costruito attraverso le sentenze dei giudici.
E il modo di fare giornalismo de Il Quotidiano del Lazio risponde a 3 requisiti: che il fatto raccontato sia vero, di interesse pubblico o di utilità sociale. E che sia espresso in forma continente, cioè senza l’utilizzo di espressioni violente e nel rispetto della dignità delle persone.
C’è insomma l’obbligo di raccontare fatti veri, di interesse pubblico e attuali.
La deontologia dei giornalisti
La caratteristica che distingue la libertà di espressione dell’esercizio della professione giornalistica è la deontologia, cioè l’insieme di doveri e regole che il giornalista deve rispettare. I giornalisti e i collaboratori de Il Quotidiano del Lazio sono tenuti al rispetto del codice di autodisciplina dei giornalisti italiani. Lo si trova qui.
Gli obiettivi
Il Quotidiano del Lazio crede nel valore primario dell’informazione. Un’informazione chiara, diretta, che non amplifichi i fatti e non alimenti tensioni. Un’informazione il più possibile accurata, comprensibile, responsabile e imparziale. Il Quotidiano del Lazio ha come obiettivo anche quello di stimolare una discussione sui vari argomenti a favore del confronto di analisi diverse. Nella consapevolezza che è proprio il confronto che può offrire un punto di vista più completo ed equilibrato. Tutto questo a favore dei lettori.
L’obiettivo del giornalista è quello che i greci chiamavano alètheia, cioè ciò che non è non visibile, che è diverso da ciò che è visibile. La verità non sempre si vede, ma ha bisogno di essere svelata: noi dobbiamo andare a scovarla, a disvelarla, a ricercarla. Costa fatica, ma dobbiamo puntare a quello.
Come diceva Michel Foucault, filosofo francese, la verità richiede il coraggio di correre dei rischi.
La verifica delle fonti
Le notizie vanno pubblicate non appena verificate, senza calcoli né attese. Se ci sono più soggetti coinvolti devono avere diritto di parola contemporaneamente.
Secondo la matrice anglosassone le fonti devono essere le nostre ossessioni: di un incidente… lo dice il capo dei pompieri… ecc.
Più fonti citiamo e più facciamo bene il nostro lavoro, dando al lettore più strumenti per conoscere i fatti accaduti.
Bisogna verificare attraverso più fonti: tanto più il fatto è originale, quanto più vanno fatte le verifiche.
Se abbiamo pubblicato un comunicato stampa dobbiamo farlo sapere. Il segreto professionale si applica quando è richiesto.
Il giornalismo è un mestiere di interesse pubblico, un bene di importanza fondamentale.
La libertà di espressione
La libertà di espressione è uguale alla responsabilità di espressione.
Nel redigere un articolo ci facciamo le seguenti domande: chi lo dice? quando e dove? qualcuno conferma? chi lo conferma? ci sono altre versioni?
La presenza online dei nostri giornalisti
La fiducia di una testata giornalistica è data anche dalla presenza online dei suoi giornalisti. Il giornalista applica i principi deontologici su tutti gli strumenti, anche sui social, perché non può esserci un giornalista bifronte.
La libertà dell’informazione
La libertà dell’informazione non è un diritto assoluto, perché ci sono diritti alle persone, che rientrano nella sfera della privacy, altrimenti diventa sopraffazione.
Un altro filosofo, Jeremy Bentham, che coniò il termine di deontologia, tra l’etica e il diritto, aveva come obiettivo di svolgere al meglio il proprio lavoro avendo un minimo di regole che ci consentano di ottenere il miglior risultato. La deontologia richiede un organismo che da noi è dato dall’Ordine dei Giornalisti.
Giornalisti missionari
Il Quotidiano del Lazio non ha la missione di tifare per una delle parti, ma invece quella di raccontare la verità dei fatti, non presentando una sola versione. Il nostro mestiere non è cambiare il mondo, altrimenti faremmo un altro mestiere: il poliziotto, il magistrato, il sacerdote. Guai a improvvisarci in giornalisti missionari. Il nostro mestiere è già difficile da fare così com’è. Raccontare i fatti, possibilmente, in tutte le sfaccettature, non dando una sola versione. Raccontare nella maniera più fedele, più vera possibile, quello che accade.
L’obiettività è irraggiungibile, ma raggiungibile per approssimazione.
Nella legge del 1963, redatta da Aldo Moro e Guido Gonnella, padri della deontologia, l’articolo 2 recita: la libertà d’informazione e di critica, quest’ultima di valutazione con la notizia, sono due libertà distinte. I confini di queste due libertà sono le norme di legge dettate a tutela delle persone: l’obbligo inderogabile, il rispetto, cioè l’obbligo di raccontare la verità, ma di rispettare la verità, cioè significa non alterarla, non piegarla alle nostre volontà, uguale alla lealtà e la buona fede dei giornalisti. Tutti i giornalisti sbagliano ma, come diceva Indro Montanelli, “Si sbaglia in buona fede”.
Le rettifiche
E’ fondamentale per la nostra credibilità riconoscere che abbiamo sbagliato.
La rettifica va fatta anche senza formale richiesta, va fatta spontaneamente, per la credibilità nostra e della comunità.
Diritti patrimoniali
Dietro ogni notizia, ogni fatto, ci sono persone in carne e ossa con i loro diritti patrimoniali, con la loro umanità, con le loro sofferenze. Abbiamo sempre il dovere del rispetto di quella verità e quindi di quelle persone.
Non si pubblicano elementi identificativi di minori, elementi identificativi di persone vittime di violenza sessuali, senza esplicito consenso. Non si pubblicano particolari scabrosi se non sono del tutto essenziali, indispensabili a comprendere i fatti. Non si pubblicano i dati lesivi della dignità delle persone, anche se sono a fin di bene. Le persone arrestate è vietato ritrarle in manette. Non dobbiamo condannare nessuno (sono i magistrati ad avere quella responsabilità).
Personaggio noto e personaggio pubblico
Il personaggio noto si distingue dal personaggio pubblico. Al personaggio noto, limitatamente all’attività che svolge, non si fanno domande di religione o di politica perché riguardano la sfera personale. Al personaggio pubblico a 360° si può chiedere di tutto.
Rischio di emulazione
Suicidi, lanci di pietre contro autobus, treni, lanci di sassi dal cavalcavia. Non enfatizzare questo tipo di notizie, per effetto di emulazione.
Diritti
La persona malata e la persona anziana, godono degli stessi diritti del minore: quello dell’anonimato.
Termini appropriati per i migranti (non il termine clandestini): richiedente asilo, se lo è.
Il Quotidiano del Lazio fa attenzione a intervistare i cittadini stranieri perché potrebbero essere dei richiedenti asilo e compromettersi e i familiari potrebbero essere soggetti a rappresaglie nei Paesi di origine.
L’elemento della nazionalità nel racconto va detto a meno che non diventi una discriminazione per quella persona.
Obbligo di rispettare la presunzione di non colpevolezza.
IL CODICE
Tutti i membri della stampa hanno il dovere di mantenere i più alti standard professionali. Per questo motivo, gli editori de Il Quotidiano del Lazio sono profondamente convinti che vadano esercitati per ogni singola riga pubblicata gli standard etici del buon giornalista e del buon giornalismo. Vanno tutelati i diritti della persona e quelli del lettore che vuole conoscere i fatti.
Gli editori e il direttore responsabile de Il Quotidiano del Lazio hanno cura di assicurare ai lettori che la redazione, compresi i collaboratori occasionali, seguano gli standard etici del buon giornalista:
1) Essere attenti alla pubblicazione di notizie e immagini che devono essere conformi ai fatti realmente accaduti.
2) Essere tempestivi, in caso di pubblicazione di notizie o immagini inesatte, alla correzione delle stesse dando giustificazione degli errori commessi e risalto alla correzione.
3) Essere limpidi nel raccontare la notizia per come è accaduta e poi nel definire lo spazio per il commento e l’analisi che deve essere il punto di vista del giornalista o del giornale e non la verità indiscussa.
4) Essere rispettosi della privacy di qualunque persona, consapevoli che anche i personaggi pubblici hanno diritto alla tutela della propria vita privata e alla tutela della propria famiglia e delle proprie condizioni di salute. La pubblicazione di notizie che attengono alla sfera così privata deve avere il loro consenso.
5) Essere rispettosi della volontà delle persone intervistate nel caso esse non vogliano rispondere ad alcune domande o essere incalzate nel tentativo di avere una risposta oppure essere fotografate o inseguite nel caso chiedano di essere lasciate in pace.
6) Essere rispettosi del dolore che potrebbe causare la pubblicazione di notizie che trattano di incidenti gravi, delitti o suicidi. Per queste notizie è richiesta una particolare cura, discrezione e delicatezza per evitare che la lettura della notizia possa creare ulteriore dolore a conoscenti e familiari delle persone coinvolte nei fatti di sangue.
7) Essere attenti alla privacy di tutti ma in modo particolare dei minori che non vanno fotografati né intervistati se non con il consenso dei genitori e per casi in cui sia strettamente necessario.
8) Essere attenti a non utilizzare sotterfugi con macchine di ripresa nascoste per ottenere o pubblicare materiale informativo, a meno che la notizia che si sta seguendo sia giustificato dall’interesse pubblico e dalla impossibilità di essere raggiunta diversamente.
9) Essere particolarmente attenti a non pubblicare nomi, né dettagli che possano condurre all’identità di persone vittime di violenze sessuali.
10) Essere attenti a evitare riferimenti che possano rappresentare un pregiudizio riguardo alla specificità di un popolo o di una comunità, riguardo al colore della pelle, ai tratti somatici, alla religione, al sesso, all’orientamento sessuale, a una qualunque patologia, o disabilità fisica o mentale, a meno che quel dettaglio sia rilevante alla comprensione del fatto raccontato.
11) Essere rispettosi della tutela delle fonti riservate di informazioni e allo stesso tempo evitare di offrire compensi economici a testimoni nei processi penali almeno fino a quando l’indagato non ha più procedimenti sospesi con la giustizia.
12) Essere attenti a non farsi influenzare dagli sponsor, che sono necessari per la sussistenza della società, ma che non possono in alcun modo influenzare la veridicità del contenuto delle notizie. Ci riserviamo il diritto di rifiutare una sponsorizzazione se riteniamo che il contenuto sia fuorviante, fraudolento o sgradevole.
La Storia de Il Quotidiano del Lazio
Il Quotidiano del Lazio nasce nel gennaio del 2013 con l’intento di essere l’unico quotidiano online a pubblicare notizie di tutti i 378 comuni della Regione Lazio. Ognuno dei 378 Comuni ha una homepage dedicata e dopo un lungo lavoro di scambio corrispondenza, la nostra redazione oggi è in contatto con tutti i presidi del territorio in grado di fornirci informazioni. Comuni, Stazioni dei Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Ospedali. Una rete straordinaria di contatti che ci ha consentito in più di 10 anni di offrire ai nostri lettori notizie certificate e tempestive. E inoltre ha permesso al giornale di avere la reputazione di una testata equilibrata e credibile.
Editore
Una famiglia di giornalisti: Luca, Fabio e Francesco Vergovich sono gli editori de Il Quotidiano del Lazio.
Fabio Vergovich è il Caporedattore;
Luca Vergovich è il Direttore editoriale;
Francesco Vergovich è il Direttore responsabile.
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