Covid a Capodanno: annullati i festeggiamenti per l’aumento dei contagi
L’aumento dei contagi fa dire No alle feste della notte di Capodanno. Chiuse le discoteche e le sale da ballo. Annullati i concerti nelle città
La nuova variante Omicron fa andare in tilt il bollettino dei contagi. Le nuove restrizioni del Governo hanno nuovamente portato alla chiusura di alcune attività come le discoteche. Cancellati anche i concerti e qualsiasi forma di festeggiamento che possa determinare assembramenti.
Alcune città come Roma o Rieti avevano già annullato i concerti di Capodanno. Altre, invece, dopo le nuove strette sono costretti a disdire gli eventi e tutti i programmi.
Durante questi due anni di pandemia alcune attività commerciali sono state colpite dalla crisi a causa delle chiusure improvvise e prolungate. Tra queste le sale da ballo e le discoteche sono state le più colpite. Per questo motivo Gianni Indino, presidente del Sindacato dei locali da ballo (Silb) dell’Emilia Romagna lancia un appello per i lavoratori e le loro famiglie. “Chiediamo un incontro urgente con il governo per sottoporre alla sua attenzione una serie di richieste, che vanno dai ristori immediati (cosa che in passato non è avvenuta) ai tempi certi di riapertura alla rimodulazione delle asse che hanno strangolato le nostre imprese“.
Anche il presidente della Regione dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha espresso grandi perplessità sulla questione relativa alle chiusura delle discoteche, poiché teme il “proliferare delle feste private“. Infatti, come l’anno scorso le restrizioni hanno portato una reazione inversa da parte dei cittadini stufi di vivere nuovamente nuove strette.
Tuttavia, come afferma anche il Ministro delle Salute Roberto Speranza “la decisione è stata presa all’unanimità” poiché è stata ritenuta necessaria per impedire l’aumento dei contagi.
Le preoccupazioni di Bonaccini potrebbero essere ben fondate, dato che il nuovo decreto non si è espresso per quanto riguarda le feste in casa. La previdenza è affidata al buon senso dei cittadini e alla loro responsabilità sociale e civili nell’impedire gli assembramenti per ridurre il rischio di focolai.