Colleferro, Giornata Europea di Mobilitazione per la Sanità Pubblica
Riceviamo e Pubblichiamo dal comitato: “A difesa dell’ospedale di Colleferro” – Coordinamento territoriale
In Italia e in tutta Europa l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ogni anno dedica il 7 aprile alla Giornata Internazionale della Salute per il miglioramento della sanità pubblica e la tutela della salute contro la sua commercializzazione e la privatizzazione dei servizi. Le organizzazioni mobilitate chiedono a tutti i livelli di governo l’impegno pubblico ad aderire all’iniziativa ed a sostenere la necessità di politiche alternative. Il Comitato libero “A difesa dell’ospedale di Colleferro” – Coordinamento territoriale chiede al Consiglio comunale di approvare all'unanimità un ordine del giorno per ribadire che la risposta al bisogno di cure deve venire dalle strutture pubbliche.
Rivolgiamo quindi un appello anche alla Giunta Sanna affinchè il Comune di Colleferro aderisca il 7 aprile alla Giornata europea per la sanità pubblica. Auspichiamo che ciò sia possibile deliberarlo nel prossimo Consiglio Comunale convocato per il 5 aprile e comunque invitiamo l’Amministrazione comunale a manifestare l’adesione dell’Ente. I principi di universalità e solidarietà cui si ispira il sistema del welfare sono sempre più compromessi a causa del ridimensionamento dei finanziamenti, che porta con sé la diminuzione dei servizi, il blocco delle assunzioni, i costi per accedere alle cure e la chiusura delle strutture a disposizione dei cittadini.
In Italia l’art. 32 della Costituzione “tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”, ma nella realtà ognuno di noi si scontra con lunghe liste di attesa, mancanza di posti letto, ticket elevati, personale sempre insufficiente e talvolta con la malasanità. La legge n. 833 del 1978, che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale (SNN), dispone che i servizi per la salute fisico-psichica sono destinati a “tutta la popolazione senza distinzione di condizioni individuali o sociali e secondo modalità che assicurino l’eguaglianza dei cittadini nei confronti del servizio”.
Il 7 aprile vogliamo ribadire, sostengono gli attivisti del Comitato, che il SSN deve avere un adeguato finanziamento, mezzi e strumenti per garantire realmente i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA),standard di qualità, maggiori prestazioni, equità e accesso alle cure. L’unica riduzione accettabile e ammissibile deve riguardare gli sprechi e le inefficienze. Nell’anno 2016 circa 11 milioni di Italiani hanno dovuto rinviare o rinunciare a prestazioni sanitarie a causa di difficoltà economiche o liste di attesa inaccessibili, a cui non è estraneo il blocco del turn over del personale medico e paramedico. Secondo i dati Eurostat gli italiani che dichiarano "bisogni di cura insoddisfatti" per i costi eccessive delle cure mediche sono il 6,5%.
Qual è oggi la situazione nel nostro territorio? Con il Piano di rientro, dopo 9 anni di commissariamento, il settore sanitario della regione Lazio ha perso 15.000 unità, il 27,4% del proprio personale! A Colleferro, rispondono gli attivisti del Comitato, i servizi ospedalieri chiusi non sono stati sostituiti da altre tipologie di prestazioni territoriali per rispondere ai bisogni socio-sanitari. Il personale è chiamato a sostenere turni e carichi di lavoro incompatibili con il sereno svolgimento delle mansioni e la massima sicurezza dei pazienti. Tuttora i lavoratori vivono nell’incertezza del demansionamento professionale.
A Colleferro, Anagni, Valmontone, Palestrina, Subiaco e in tutta la regione Lazio abbiamo conosciuto i c.d. “tagli lineari alla sanità” – riduzione indifferenziata della spesa pubblica – con la chiusura di ospedali e reparti. Di contro non conosciamo i risparmi realizzati attraverso l’opera di razionalizzazione degli sprechi, né la Regione ha chiarito come ricostruire un sistema di buona sanità con l’uscita dal commissariamento. Finora i tagli hanno aumentato le diseguaglianze tra chi può curarsi e chi è impossibilitato a rivolgersi al privato. In molti casi gli ospedali sono lontani dal luogo di residenza dei pazienti e non sempre i famigliari sono in grado di fare i pendolari. Negli ultimi tempi assistiamo al fenomeno pernicioso e in crescita di pazienti che scelgono il privato sia per i costi più competitivi o addirittura inferiori a quelli delle strutture pubbliche, sia per l’assenza di file di attesa.
Il Comitato continuare la battaglia consapevole che le soluzioni si svilupperanno positivamente se tra cittadini e Istituzioni si realizzeranno processi di vera partecipazione, che finora sono stati marginali. A questo proposito i rappresentanti del Comitato richiamano l’attenzione dell’Amministrazione comunale su due recenti passaggi per sollecitare una risposta. Il 16 febbraio il Sindaco di Colleferro Sanna ha inviato una lettera al Direttore Generale della ASL RM 5, De Salazar, sottoscritta anche dagli altri Sindaci del Distretto Sanitario (Artena, Carpineto Romano, Gavignano, Gorga, Labico, Montelanico, Segni e Valmontone) per chiedere un incontro e discutere di una serie di richieste.
Nel sottolineare che vorremmo sapere se l’incontro si è tenuto e con quale esito, riteniamo che alcune richieste non risponda no esattamente ai bisogni del territorio e non condividiamo la valutazione dei Sindaci per i quali l’Ospedale di Colleferro “in questo momento vive una fase di transizione positiva”. Solo il confronto, aperto e costruttivo ad un Tavolo con Comitati, Associazioni, Amministrazioni locali e sanitarie potrebbe rasserenare molti cittadini e darci l’opportunità di quel dialogo tante volte sollecitato, aggiungono i rappresentanti del Comitato. In secondo luogo attendiamo la riconvocazione del Consiglio comunale straordinario per concludere la discussione iniziata lo scorso 16 febbraio e per votare i documenti presentati.
Ci resta in conclusione da riaffermare la nostra disponibilità, qualora ci venisse data la possibilità, a mettere in pratica un percorso di collaborazione, condivisione e partecipazione alle problematiche sanitarie che sono il bene comune della nostra città.