Il Comitato residenti Colleferro, dopo un ciclo di incontri per avvicinare i cittadini alle problematiche del territorio, promuove una mobilitazione contro l’inquinamento ambientale, il 18 e il 27 settembre 2019, su Futuro, Ambiente e Salute. Il primo appuntamento è fissato per Mercoledì 18 settembre 2019, ore 11.00, piazzale A. Moro, antistante l’ospedale di Colleferro, da dove partirà il bus per un breve “viaggio” tra i luoghi cittadini, simbolo dell’emergenza rifiuti.
Il secondo appuntamento è per Venerdì 27 settembre 2019, ore 17.00, piazza Italia, a Colleferro, sotto la Casa comunale.
Invitiamo tutti a partecipare: cittadini, comitati e associazioni della valle del Sacco per dire con un’unica voce che l’inquinamento del territorio è ormai insostenibile e per denunciare le gravi mancanze delle Amministrazioni locali e regionale.
#Colleferrodicebasta: due dimostrazioni, in coordinamento con lo sciopero globale Fridays for Future, per criticare il silenzio e l’inerzia delle Istituzioni e dall’altro il fermento e il fervore con cui le stesse portano avanti nuovi progetti contro la valle del Sacco.
È ora di alzare nuovamente la testa. Paliano, Anagni, Genazzano, Artena, Segni, Valmontone, tutta la Valle è a rischio. Il futuro della nostra terra e la nostra salute sono a rischio. Dobbiamo difenderli!
Sulla reale situazione in cui versa la valle mancano azioni radicali e di rottura rispetto al passato e nessuna iniziativa pubblica viene presa per informare gli abitanti sullo scenario che delinea il nuovo piano rifiuti, adottato dalla Regione Lazio il 2 agosto 2019.
Il Piano rifiuti regionale conferma lo stesso ciclo dei rifiuti fino al 2022, introduce l' ATO (ambito territoriale ottimale) unico per la libera circolazione dei rifiuti in tutto il territorio regionale, privilegia i grandi impianti industriali per il trattamento dei rifiuti, prevede un “miracoloso” mega compound industriale a Colleferro, punta sul 70% di differenziata entro il 2025 e introduce il sub ambito di Roma.
Le questioni ambientali di maggiore aggravio, dove più fioca è stata la voce degli Enti locali, riguardano inoltre le attività industriali di siti sensibili, legati alla nascita di Colleferro e che ancora oggi hanno un forte impatto ambientale.
Poche o nulle le informazioni intorno ad alcuni complessi industriali e grandi produzioni, mentre è certo che Italcementi spa ha chiesto l’ ampliamento (non adeguamento) dell’attività già esistente per il recupero di rifiuti speciali non pericolosi (non rifiuti urbani, ma “inerti provenienti da cicli industriali”), con una capacità di trattamento di 226.000 tonnellate l’anno di rifiuti. In termini di qualità dell’aria, l’inquinamento è dato da circa 100 punti di emissione, nel totale disinteresse del Comune.
Ogni giorno circa 100 TIR entrano ed escono per scaricare 1.000 tonnellate di rifiuti a Colle Fagiolara, uno scempio che la Regione vuole prorogare fino a dicembre 2019.
Ignorati dalla politica, contro gli odori mefitici della discarica ci siamo rivolti alla Magistratura. Il 19 e 20 settembre il Comitato residenti Colleferro testimonierà al Tribunale di Velletri e dirà cosa ci hanno fatto subire dal 2014!
La Regione ci condanna a pattumiera del Lazio, mentre il Comune assiste in silenzio alle proroghe e alle prese in giro, abbandonando i cittadini di Colleferro, che dovrebbe tutelare, alle polveri incontrollate dei cantieri Vailog-Amazon e ai miasmi della monnezza.
L’idea geniale dei nostri Amministratori è convertire gli inceneritori con il mega impianto, dismettere le quote societarie di Lazio Ambiente spa, affidare alla società la progettazione del compound, da almeno 500 mila tonnellate di rifiuti l'anno prodotti dalla Capitale e dalle province, per eseguire processi di lavorazione ed estrarre risorse dai rifiuti in uscita da tutti i TM e TMB regionali (trattamento meccanico biologico).
Il mega ecodistretto riceverà e tratterà rifiuti urbani, sia la frazione organica stabilizzata, sia gli scarti non combustibili per trasformarli in materie prime seconde, sottoprodotti e prodotti (DGR 26.10.2018, n. 614). Da valutare con quale procedimento, quando prima o poi sarà reso noto.
“Si potrà ricavare dalla FOS (frazione organica stabilizzata) il metano da trasformare in biofuel, gassoso o liquido, per autotrazione; il carbone da destinare ad impieghi civili e industriali; la biomassa da trasformare in biofuel liquido; quella da trasformare in substrati sostitutivi di torbe e quella mineralizzata per conglomerati inerti, mentre dagli scarti dei Tmb si potrà ottenere plasmix da inviare a stampaggio; inerti da raffinare per reimpieghi civili e matrici da inviare a recupero nei circuiti dedicati (cellulose, alluminio, banda stagnata, ecc.). “
Cosa abbia di virtuoso il mega impianto non è dato sapere, visto che i rifiuti indifferenziati dovranno arrivare a Colleferro su gomma. Nè ha nulla di green e di ecologico sia per la tecnologia, non ancora chiarita, sia per le dimensioni extra, sia infine per la sua allocazione. Il Comune di Colleferro, dopo un anno, non è in grado di sapere e di dirci dove fisicamente nascerà.
Anzi il nuovo presidio industriale si presenta sul mercato in aperta concorrenza con i 4 impianti di Minerva (trattamento rifiuti elettronici, rifiuti secco da differenziata, indifferenziata, biogas). Il consorzio intercomunale autorizzato alla costruzione e gestione anche per conto terzi di impianti per il recupero, riciclaggio, trattamento e smaltimento dei rifiuti e bonifica delle aree da sostanze contaminanti.
Gli inceneritori di colle Sughero sono inattivi, un risultato ottenuto soprattutto per le pressanti proteste dei cittadini organizzati, ma il piano rifiuti regionale li prevede come “riserva” a cui ricorrere, qualora il mega compund entro il 2022 non dovesse andare a regime. Chiediamo quindi la chiusura definitiva di ogni procedimento autorizzativo ancora in essere.
Regione Lazio, Lazio Ambiente spa e Comune di Colleferro nulla dicono del cromo esavalente e delle sostanze contaminanti presenti nelle acqua di falda e dello stato del sottosuolo di colle Sughero.
Dalla Relazione annuale di Lazio Ambiente spa, ottenuta con l’accesso agli atti presso la Regione Lazio, risulta che la contaminazione da cromo esavalente si è estesa, con diversi e ripetuti superamenti dei livelli di concentrazione degli inquinanti. Le misure di messa in sicurezza – tanto sbandierate dal Comune di Colleferro – sono risultate del tutto inefficaci.
Colle Sughero infine non rientra nel programma di bonifica e si tace sugli enormi costi da sostenere per disinquinare il sito e che ricadranno sulle tasche dei contribuenti.
I cittadini r espingono il ricatto di sempre: salute in cambio di lavoro e reclamano tempi certi per la bonifica e investimenti per mantenere efficiente l’ospedale di Colleferro.
*Ina Camilli, Rappresentante CRC, aderente al Coord. Interprov. Ambiente e Salute valle del Sacco e bassa valle del Liri
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