Il Ministero della Cultura il 10 settembre ha emesso un importante decreto con cui riconosce la frazione di Collemoresco, situata nel comune di Amatrice (RI), come “di notevole interesse pubblico”. Questo riconoscimento rappresenta un passo significativo nella valorizzazione del patrimonio storico, architettonico e culturale della piccola frazione, che emerge come un simbolo di resilienza e identità nel territorio amatriciano, duramente colpito dai terremoti degli ultimi anni.
Il decreto ministeriale mette in luce alcune peculiarità che rendono Collemoresco un unicum all’interno del panorama edilizio della zona. Tra le principali emergenze architettoniche figurano la chiesa di San Martino, la chiesa di Santa Maria Assunta e l’ex-oratorio dei frati cappuccini.
Tuttavia, l’intero tessuto edilizio del borgo si distingue per il suo forte valore identitario. Come evidenziato dal Ministero, anche l’edilizia cosiddetta minore, rappresentata da case a schiera e abitazioni tradizionali, svolge un ruolo fondamentale nella definizione dell’estetica e dell’unicità del borgo.
Gli elementi architettonici come portali, logge, cornici e cornicioni, finemente realizzati da maestranze locali nel corso dei secoli, costituiscono testimonianze tangibili di un passato ricco di saperi artigianali e cultura locale. Questi dettagli decorativi sono espressioni della tradizione costruttiva del luogo, e rappresentano un valore estetico e storico che merita di essere preservato e valorizzato.
Collemoresco è riuscita a mantenere intatto il suo tessuto edilizio nonostante i terremoti che hanno devastato il territorio di Amatrice. Molte frazioni circostanti hanno subito danni irreparabili e la distruzione pressoché totale delle loro strutture storiche. Al contrario, Collemoresco ha registrato solo danni limitati ad alcune abitazioni, preservando in gran parte l’integrità delle sue costruzioni.
Questo elemento ha contribuito alla decisione di riconoscere la frazione come “di notevole interesse pubblico”, garantendo una protezione ulteriore a un insediamento che ha saputo resistere alle sfide del tempo e delle calamità naturali.
Il Comune di Amatrice, già dal 2021, aveva sottolineato l’importanza di interventi di recupero, con particolare attenzione alla conservazione dei valori architettonici tradizionali e alla necessità di un miglioramento sismico. L’obiettivo era e rimane quello di preservare e restaurare gli edifici storici senza compromettere l’autenticità del borgo.
In questo contesto, l’Associazione Enrico Gabrieli Collemoresco APS ha giocato un ruolo chiave. Come sottolineato dal presidente Attilio Commentucci, l’Associazione ha lavorato attivamente per presentare osservazioni e contributi alla relazione generale della proposta, e ha collaborato strettamente con le istituzioni.
“È stato un lavoro di squadra tra cittadini e istituzioni”, ha dichiarato Commentucci, esprimendo gratitudine verso il Ministero, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Rieti, la Regione Lazio e il Comune di Amatrice, che hanno contribuito a portare a termine questo processo.
L’Associazione si dice pronta a proseguire in questa direzione, promuovendo progetti per far conoscere e valorizzare ulteriormente questo importante riconoscimento. Il decreto rappresenta non solo una tutela del passato, ma anche una grande opportunità di sviluppo per il futuro. Tra le iniziative che l’Associazione intende portare avanti c’è la promozione di progetti volti a illustrare il valore storico e artistico del borgo, rendendolo uno scrigno di identità e bellezza all’interno del comune di Amatrice.
Uno degli obiettivi principali, come dichiarato dallo stesso Commentucci, è procedere con una ricostruzione rapida e unitaria, in modo da preservare l’integrità del borgo. L’Associazione ha già lanciato un appello al sindaco di Amatrice, Giorgio Cortellesi, e al Commissario Straordinario alla Ricostruzione 2016, Guido Castelli, affinché si elabori, in collaborazione con la cabina di regia sisma, un’ordinanza speciale per Collemoresco.
Questo provvedimento consentirebbe di avviare una ricostruzione attenta, in linea con l’esempio di altre località come Accumoli (Ri) e Arquata del Tronto (Ap).
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