Come ci guarda il nostro cane e cosa pensa di noi? “Gli occhi di Argo”
Mi chiamo Argo e oggi cambio “casa”. Sono venuti a prendermi i nuovi proprietari…
Mi chiamo Argo e oggi cambio “casa”. Sono venuti a prendermi i nuovi proprietari. Hanno guardato me, i miei fratelli e sono rimasti indecisi su chi scegliere. Li ho aiutati andandogli incontro e salutandoli gioiosamente. Con il mio famoso “abbaio festoso” hanno subito capito, mi hanno preso in braccio e scelto. Credo andremo d’accordo e che non ci vorrà molto perché imparino come ci si comporta.
Quanta gente intorno a me! sono in quattro, mi accarezzano e mi parlano ma sarà necessario insegnargli il mio linguaggio, altrimenti non potremo capirci. Non appena li avrò conosciuti meglio ve li presenterò.
Credo sia arrivato il momento di andare via da qui. Finalmente conoscerò la mia nuova casa… Mi stanno portando verso una strana gabbia che chiamano “macchina” dove tutti entrano e si mettono seduti. Credo stiano scegliendo il mio posto. Quale sarà? Il portabagagli? Il sedile posteriore? Forse una scatola o le braccia di uno di loro? Sono stato fortunato! Sono in braccio alla mamma e continuo a ricevere tante carezze. Ma che succede…? Questa macchina si sta muovendo e mi sento strano… Sarà meglio chiedere aiuto ai miei nuovi padroni.
È un po’ che continuo ad abbaiare e guaire, ma seguitano solo ad accarezzarmi senza spiegarmi cosa succede. Al contrario, più abbaio e più mi coccolano. Ma certo, è evidente! È così che nel loro mondo si ottengono attenzioni e carezze. Bene, ho capito: abbaierò più forte. Siamo arrivati a casa o almeno spero. È stato un viaggio stressante, pieno di rumori e suoni mai sentiti prima, che orrore! Mi auguro proprio di non dovere più tornare su questa strana gabbia.
La casa non è male, la esplorerò accuratamente con calma perché ora, dopo tutto quello stress, devo proprio andare in bagno. Immagino che qui si possa fare ovunque dal momento che nessuno mi indica dov’è… Che strane abitudini hanno questi nuovi proprietari!
Aah… Ora mi sento meglio e posso iniziare a ispezionare casa, cosa non facile visto che non posso fare un passo senza che mi seguano per accarezzarmi. La cosa non mi dispiace, ma anche io ho le mie esigenze. Con un po’ di fatica sono riuscito finalmente a vedere buona parte della casa, ma alcune stanze sono rimaste chiuse e tutti si sono affannati a dirmi cose che non ho compreso. Alla prima occasione però vi prometto che indagherò a fondo in questi luoghi. Ciò che mi ha colpito di più è la presenza di tanti oggetti mai visti prima, chissà cosa saranno? Sicuramente i miei nuovi proprietari mi spiegheranno tutto… o almeno spero.
Ormai sono passate parecchie ore e posso dire che qui si sta veramente bene. Il cibo è buono, ricevo tantissime coccole, gioco quando ne ho voglia e non mi dicono mai di no, basta avvicinarsi ad uno di loro e subito cercano di indovinare cosa voglio. A dire il vero non sempre ci riescono ma sono sicuro che con un po’ di pazienza riuscirò a spiegarmi meglio. A giudicare dalla mia fame credo proprio che sia giunta di nuovo l’ora del pasto, poi a nanna!
Chissà dove dormiremo? Non ho visto cucce grandi abbastanza da contenerci tutti come facevo quando vivevo con la mamma e i miei fratelli, ma forse sono in una delle stanze proibite. Che strano… è un po’ che non vedo più i due giovani della famiglia ma non mi preoccupo, i presenti mi stanno riempiendo di coccole più di prima, continuano a parlare e io… a non capire! Ma sicuramente sono cose belle, mi hanno anche messo su un cuscino veramente morbido. Sì è proprio brava gente!
Sono solo da 5 minuti. Credevo fosse un nuovo gioco, ma ora comincio ad avere paura e poi vorrei andare a dormire. Sarà meglio che li chiami e mi riunisca al branco per la notte. Finalmente sono arrivati. C’è voluto un po’ ma poi mi hanno sentito. Non ci crederete ma invece di essere contenti di stare ancora insieme hanno cominciato ad “abbaiare” più di me e dopo strani gesti sono di nuovo andati via.
Saranno animali sociali anche loro o no? Debbo iniziare a preoccuparmi? Forse non hanno capito ciò che voglio. Sì, mi sembra la cosa più logica. Proverò a spigarmi meglio. Bene, dopo 5 tentativi sono finalmente riuscito a fargli capire che si dorme tutti insieme. Avrei preferito stare nella loro “cuccia” ma anche nella stessa stanza per ora va bene, al resto ci penserò domani. Ho capito che dovrò avere molta pazienza con loro.
Il sole è già alto ma tutti ancora dormono. Qui bisogna proprio dare delle regole. Ora li sveglio, magari con una bella leccatina sul viso e una magnifica scodinzolata…forza pelandroni, chi dorme non gioca! Ho proprio fatto la cosa giusta, appena svegli mi hanno subito sorriso e accarezzato. Da domani questo sarà il mio primo compito, così li farò felici tutte le mattine. Bene! Bene! inizia un nuovo giorno e ormai ho capito come funziona, sono stato attento. Dunque ricapitoliamo: per farsi fare le carezze bisogna avvicinarsi, strofinarsi e se sono distratti spingerli con il musetto. Il risultato è garantito; per giocare basta prendere un gioco e farglielo vedere; per salutarli si deve saltare il più possibile. Loro si divertono, alle volte mi accarezzano altre, invece, mi spingono lontano per invitarmi a saltare ancora; per mangiare bisogna farsi vedere agitati, se non basta occorre abbaiare fino al raggiungimento del risultato.
Non male direi in così poco tempo. Oggi ripasserò tutto.
Ieri però non c’era questa strana agitazione. Sembrano tutti indaffarati e mi danno meno retta, sono andato a cercare attenzione da ognuno di loro ma ho ottenuto solo una carezza frettolosa… staremo a vedere cosa accade. Di nuovo il gioco di ieri?! Sono andati via lasciandomi solo. Eppure dovrebbero aver capito che la cosa non mi piace! Li richiamerò subito all’ordine. Purtroppo sono 4 ore che abbaio ma non vengono. Sono sfinito!Che sia successo qualcosa? Mi avranno abbandonato? No, è impossibile dopo tutto il bene che mi hanno dimostrato ieri. Vogliono solo mettermi alla prova per vedere se mi stanco di cercarli. Riprenderò a chiamarli, prima o poi arriveranno come hanno fatto ieri sera e se proprio dovessero tardare passerò un po’ di tempo rosicchiando qualcosa.
Eccoli, sono tornati! Non so se essere arrabbiato con loro oppure perdonarli, ma sono troppo felice di vederli e glielo dimostrerò subito riempiendoli di baci, dovessi saltare fino alla luna. È giunto il momento di presentarvi i miei nuovi padroni:
Il papà
È una persona simpatica che cerca di dimostrare a tutti che con lui non si scherza. Si rivolge a me con tono deciso e perentorio, però quando nessuno lo vede mi passa degli squisiti bocconcini da sotto al tavolo. Il bello è che dice a tutti di non darmi nulla da mangiare quando sono a tavola. Forse questo è un diritto riservato ai papà e io per non sbagliare vado solo da lui. Su una cosa andiamo d’accordo, adoriamo stare sulla poltrona. Prima o poi dovremo stabilire a chi spetta la scelta del posto.
La mamma
Lei sì che mi capisce! Mi coccola sempre, mi prepara dei pranzetti deliziosi e mi difende se qualcuno mi strilla. Mi tratta proprio come un re e sono convinto che anche quando prova a correggermi non lo fa veramente. Ha solo un difetto, parla in continuazione. Mi tiene lì con lei e cerca di spiegarmi come gira il mondo convinta, è proprio convinta che io capisca tutto. Ho l’impressione che per evitare il problema mi restino solo due possibilità:
far finta di capirla e pensare ad altro oppure andarmene alla ricerca di un angoletto più tranquillo. Quando crescerò dovrò risolvere anche questa situazione.
La figlia
È la persona che vedo meno, non c’è quasi mai. Quando è in casa passa tanto tempo a guardare una persona esattamente uguale a lei ma che non ha nessun odore che io possa identificare. Sono poche le volte che usciamo insieme o ancora meno quelle in cui è lei a darmi la pappa, ma credo che sia una grande esperta di cani. Infatti discute sempre con gli altri della mia educazione e difende fermamente la sua idea, anche se io devo ancora capire quale sia.
Il figlio
Tutti dicono che è un essere umano ma io ho i miei dubbi. Si muove in modo strano, è molto più piccolo di dimensioni, emette suoni per nulla uguali a quelli degli altri. Ma soprattutto non odora come gli altri. Un naso di cane non si può ingannare. Lui è proprio una cosa diversa. Sarà bene che lo tenga d’occhio. Non penso sia pericoloso ma invadente e fastidioso sì. Cercherò di capire meglio nei giorni che verranno.
Sono passati 6 mesi da quando sono qua e la situazione si è abbastanza stabilizzata. Per quanto riguarda la poltrona abbiamo trovato un buon compromesso, la usiamo entrambi anche se io sto un po’ scomodo e piano piano cercherò di farglielo capire, sono convinto che alla fine ci riuscirò. La mamma ha capito che se mi metto a dormire non mi deve disturbare. bastato poco, ho dovuto solo “brontolare” un po’ e il problema si è risolto. Mi sono perfino abbastanza convinto che quello strano essere appartiene alla loro specie. È quello che meno mi dà ascolto e meno rispetta la mia privacy. Prima o poi dovrò spiegarmi meglio anche con lui. Per il resto è tutto a posto. Hanno imparato ad accarezzarmi se glielo chiedo, a giocare quando ne ho voglia e a non disturbarmi mentre mangio o dormo. Sono diventati veramente bravi. Solo su una questione non sono ancora riuscito a spiegarmi: come si fanno le passeggiate quotidiane.
Ogni volta faccio una fatica terribile. Io so dove andare, ma è così complicato farglielo capire. So dove sono gli odori più interessanti, quale albero è migliore per le mie esigenze e ogni volta, dico ogni volta, sono costretto a trascinarmeli dietro per indicargli la corretta strada. Soprattutto adesso che mi sento più forte e ho strane sensazioni che prima non avevo mai provato. Ho fretta di arrivare dai miei amici al parco, giocare con quella cagnetta che mi guarda in modo diverso da prima e allora, per arrivare prima, devo tirarli con tutte le mie forze. Credo che questo sia l’unico problema che non riuscirò mai a risolvere. Il tempo vola e oggi è il mio secondo compleanno. Sento che sarà un momento importante della mia esistenza, come i mie cugini lupi dovrò chiedere ufficialmente di essere eletto capo di questo branco. Non credo ci saranno difficoltà visto che già fanno la maggior parte delle cose che gli chiedo. Dovrò limare qualche cosa come la questione della poltrona, un capo del resto deve sapere mantenere la disciplina e fare rispettare le regole, altrimenti dove si va a finire? C’è poi la questione di tutta quella gente che entra senza il mio permesso disturbandomi in continuazione. So già cosa fare, poichè non servono alla sopravvivenza del mio branco posso cacciarli senza troppi riguardi. Bene, prepariamoci dunque a vivere tutte le responsabilità del capo sperando che gli altri collaborino come hanno sempre fatto e non si montino la testa.
Pensavo fosse più facile fare il capo, mi sono accorto che i miei padroni sono più testardi di quanto credessi e mi costringono ogni volta a ripetere sempre le stesse cose. Ormai doveva essere chiaro che la poltrona fosse mia, invece hanno improvvisamente ricominciato a tentare di farmi scendere. Ogni volta la situazione diventa sempre più fastidiosa, dovrò proprio farmi sentire. È da un po’ di tempo che li vedo parlare tra loro e credo che la questione mi riguardi, non fanno che pronunciare il mio nome. E stessero pensando ad un’azione di forza per modificare la leadership? Oggi mi stanno portando in un posto che non conosco. La strada non è quella che facciamo normalmente per andare al parco e ho l’impressione che tutto sia collegato alle discussioni su di me. Penso ci saranno delle sorprese, comunque sono certo che non stiamo andando dal veterinario e questa è già una buona notizia.
Il posto è bello. Giurerei che sono passati molti miei simili eppure non riesco a sentire nessun messaggio lasciato da loro…
I miei proprietari discutono con alcune persone. Secondo loro dovrei rimanere in macchina, non è proprio possibile! Questa è vera ingiustizia! Ma Come?! a casa abbaio e mi aprono tutte le porte e ora… non capiscono? Avevo ragione, qui c’è qualcosa di strano. Continuo a capire sempre meno. C’è un signore e sembra che sia lui a volermi portare a spasso. Gli spiegherò subito che so dove mi piace andare.
Sono passati 10 minuti e sono stanchissimo, più tiro da una parte più lui mi tira per il collo. Usa un collare dolorosissimo, quasi quasi faccio finta di dargli retta così poi torno a casa con i miei padroni.
Ormai lo so, due volte a settimana mi portano in questo posto dove mi fanno fare degli esercizi. Quello che ho capito è che conviene assecondare l’istruttore altrimenti si arrabbia veramente. Quando sono lì faccio tutto quello che mi chiede così lui e i miei padroni sono contenti e io posso tornare a casa a riprendere la normale vita quotidiana. Ci vuole proprio pazienza con questi umani, pensate che ora si sono messi in testa di farmi fare gli stessi esercizi che faccio in quel posto anche a casa e al parco dove gioco. Da non crederci, come si può pensare di dare degli ordini a me che sono il capo?! Ho paura che dovrò affrontare nuovamente il discorso e chiarirlo definitivamente.
Sono passati ormai un po’ di mesi da quando hanno smesso di portarmi in quella scuola e tutto sta tornando alla normalità. Ho ripreso possesso della poltrona e li porto a spasso dove dico io. Solo una cosa è cambiata, c’è uno strano clima e anche sta volta credo mi riguardi perché parlottano guardandomi. Ho sentito parole come “testone”, “capoccione”, “abbandono”, se ne capissi il significato potrei intervenire, ma cosi non resta che aspettare di vedere cosa succede. Speriamo in bene.
Conclusioni possibili
Dove mi trovo? Dove sono andati? Perché non tornano? È ormai parecchio tempo che mi trovo legato in questo posto e comincia a fare caldo, ho fame e poi passano tante macchine e comincio anche ad avere paura. Ma perché si comportano così? Io non ho fatto nulla di male e mi sembrava che tutto funzionasse perfettamente. Questi umani sono proprio matti!
Sono parecchie volte che andiamo a trovare una famiglia veramente simpatica. Hanno un cane molto vispo ma che sembra un po’ triste. Forse si sente solo e mi piacerebbe proprio fargli compagnia. Non ci crederete ma sembra che i miei padroni abbiano letto nel mio pensiero. Sono ormai 2 mesi che vivo insieme al mio amico. Lui è contento e anche io. Ogni tanto rivedo i miei vecchi padroni e insieme ci divertiamo.
Mi hanno portato in un posto molto rumoroso. Qui ci sono cani che si lamentano e abbaiano tutto il giorno. Mi hanno infilato in una gabbia piccolissima e mentre i miei padroni si allontanavano piangevano. Non li ho mai più visti. Che delusione la razza umana! Spero di non avervi rattristato con queste brutte conclusioni ma, credetemi sulla parola, sono molto più frequenti di quanto si creda. Eppure basterebbe poco per evitarle. Noi cani quando incontriamo voi umani ci aspettiamo di ricevere un’educazione, che ci venga spiegato come comportarci nel vostro ambiente. Ci piace confrontare le nostre regole con le vostre ma quasi sempre questo non avviene e ci troviamo costretti a improvvisare secondo il nostro pensiero.
Sicuramente vi siete lasciati trarre in inganno da tutti quei film come “Rin Tin Tin”, “Lassie”, “Zanna Bianca”, “Il commissario Rex”, “Tequila e Bonetti”, cartoni animati come “La carica dei centouno”, “Red e Toby”… Vi posso assicurare che noi cani normali non siamo così “bravi”. Quando nasciamo non siamo già capaci a fare tutte quelle cose anche se sembrano così naturali. Non sappiamo seguire una pista per chilometri, portarvi un oggetto, od obbedire a ogni vostra richiesta, ma soprattutto non parliamo come voi. Tuttavia i miei colleghi e io siamo pronti a mettercela tutta per vivere bene insieme a voi. Diteci solo come fare!
*Luigi Polverini
Fondatore APNEC, ANCAPET, CANI E CULTURA
Docente di Pedagogia e Psicologia cinofila