Come rendere prezioso il nostro tempo da trascorrere chiusi in casa?
Conoscere e imparare un’antica pratica buddista, una sorta di meditazione in movimento: il Falun Gong, detto anche Falun Dafa
Come rendere prezioso il nostro tempo da trascorrere chiusi in casa? Conoscere ed imparare un’antica pratica buddista, una sorta di meditazione in movimento: il Falun Gong, detto anche Falun Dafa.
Una serie di esercizi spirituali quotidiani che mi accompagna da anni, diventa più che mai preziosa in questi tempi di spazi e possibilità di azione limitate, per cui vi invito a cogliere quest’occasione! Ricordo che io ci misi un paio di settimane ad imparare le sequenze dei 5 esercizi, per cui fu abbastanza impegnativo, ma ne valse la pena! Ora vi do dei cenni teorici, ma la cosa più importante è sentire sul proprio corpo l’effetto allo stesso tempo energizzante e distensivo di questa pratica, che risveglia il potenziale insito in ognuno di noi, motivo per cui viene represso duramente dalla dittatura cinese. Quindi, a maggior ragione, in tempi di costrizioni, prendiamoci la libertà, noi che possiamo, di coltivare una tecnica di liberazione interiore!
Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale cinese: attraverso la pratica degli esercizi di Qigong e della meditazione, i praticanti aspirano ad essere persone migliori, a mantenersi in buona salute e in ultimo all'illuminazione spirituale. Nel corso degli anni '90 si è diffuso ampiamente in Cina grazie ai benefici fisici e mentali riscontrati, ben accolti inizialmente, anche dalle autorità cinesi. Il Falun Gong ha avuto una considerevole diffusione in tutto il mondo ed è oggi praticato in più di 70 paesi, mentre in Cina, a partire dal 1996,è iniziata una repressione che le associazioni per i diritti umani hanno denunciato in questo modo: ”nel corso di questa persecuzione ancora oggi in corso, i praticanti del Falun Gong in Cina sono stati soggetti a un'ampia gamma di abusi per mano delle autorità cinesi, che includono arresti e detenzioni illegali, lavori forzati, abusi psichiatrici, torture e ad altri metodi coercitivi di riforma del pensiero. Dal 2006 indagini indipendenti hanno rivelato che i praticanti del Falun Gong, insieme ad altri detenuti di coscienza, sono utilizzati come – banca vivente di donatori per i trapianti di organi- gestiti e diretti dallo Stato”.
In Cina alcune fonti stimano che decine di milioni continuino a praticare nonostante la persecuzione. Nel corso degli ultimi vent’anni sono stati perseguitati fino a morirne più di 4mila: nel 2019, in Cina, 96 persone che praticavano tale forma di spiritualità sono state perseguitate fino alla morte, portando così il bilancio totale delle vittime, a partire dal 1999, a 4.363 persone. I defunti avevano un’età compresa fra 28 e 87 anni; 53 di loro erano donne. 19 persone sono morte mentre si trovavano sotto la custodia della polizia, alcune poche ore dopo l’arresto. Contro ogni previsione i praticanti del Falun Gong continuano a rivendicare il loro diritto a percorrere un cammino religioso. E continuano a morire. Così come viene anche repressa la libertà religiosa di una minoranza etnica da tempo in conflitto con l’autorità centrale, ovvero migliaia di musulmani Uiguri. Gli Uiguri rappresentano appena il 2 per cento della popolazione cinese, ma costituiscono oltre il 20 per cento di tutte le persone arrestate nel paese.
Il governo cinese giustifica la sua repressione nello Xinjang sostenendo che sia una campagna antiterrorismo non diversa da quella portata avanti da diversi paesi occidentali. Lo Xinjang è uno dei luoghi più videosorvegliati al mondo e, secondo gli esperti, il governo cinese utilizza da tempo sistemi di riconoscimento facciale e altri software per tenere traccia costante delle attività di centinaia di migliaia di persone. Accanto ai sistemi tecnologici, però, la repressione nello Xinjang utilizza strumenti come il lavaggio del cervello. Secondo gli analisti, al momento più di un milione di uiguri e altre persone appartenenti a minoranze etniche di religione musulmana si trovano all’interno di campi di prigionia e rieducazione. L’obiettivo finale dell’operazione, dice il New York Times, è la cancellazione dell’identità uigura.
Secondo la studiosa britannica Kate Cronin-Furman, docente di Diritti Umani nel Dipartimento di Scienze politiche dello University College di Londra “gli orrori perpetrati dal PCC contro gli Uiguri configurano un -genocidio culturale-. Anche in questo caso, il PCC non sta sterminando fisicamente gli Uiguri. La detenzione di un milione di loro nei temuti campi di rieducazione e le restrizioni sistematiche alla loro libertà religiosa, hanno lo scopo di distruggerne l’identità culturale di popolazione musulmana sunnita. Gli Uiguri che sono stati “rieducati” con successo e che quindi hanno rinunciato alla propria fede musulmana possono lasciare i campi e tornare a casa. Questo almeno in teoria, perché saranno comunque tenuti sotto sorveglianza e nuovamente arrestati se non si comporteranno bene.
Dopo quest’excursus in realtà che non vorremmo esistessero, torniamo alla nostra possibilità di avvalerci di antichi insegnamenti provenienti dall’Oriente. La Cina è stata la culla del Taoismo, meravigliosa via di elevazione spirituale, così come terra di viaggi del filosofo Confucio che lì visse e insegnò circa 2.500 anni fa. Quindi, seguiamo il suo aforisma – è meglio accendere una piccola candela che maledire l’oscurità– prendendo ciò che di buono ci è stato donato, una disciplina spirituale da praticare in questi giorni di quarantena, perché: “così come l’acqua prende la forma del recipiente che la contiene, un uomo saggio deve adattarsi alle circostanze”, altro insegnamento di Confucio.
Per cui, in conclusione: andate sul sito della Falun Dafa per scaricare la musica e i video per imparare gli esercizi (nel Falun Gong non esistono iscrizioni, gerarchie o rituali. Gli esercizi possono essere praticati da soli o in gruppo e spesso vengono praticati e insegnati nei parchi, in maniera libera e gratuita). Provate ad assorbire i benefici di questa pratica molto potente, tenendo presente che la potete “personalizzare” tranquillamente, ovvero abbreviare alcune parti e non necessariamente farlo tutti i giorni. Se però farete in questo periodo così particolare una bella “full immersion”, oltre che fortificare a tutti i livelli il vostro organismo, diverrà un bagaglio che vi ritroverete una volta che si tornerà alla vita normale. Con l’auspicio che tante abitudini un po’ nevrotiche considerate “normali” prima, nel futuro perderanno la presa su di noi. Vi saluto con un ultimo aforisma di Confucio: “La natura umana tende al bene come l’acqua segue il pendio. Non v’è uomo che non sia (originariamente) buono, non v’è acqua che non fluisca verso il basso“. Per ritrovare questa bontà innata, l’uomo deve guardare nel centro del suo essere: il cuore. E in ultimo aggiungo: sebbene le apparenze spesso dicano il contrario, siamo tutti esseri divini!