I MANIFESTANTI – I Forconi non sono più loro. Dopo la marcia indietro di alcuni esponenti del movimento, Danilo Calvani è rimasto solo con il suo 'Comitato 9 Dicembre'.
A pochi metri da via del Corso, dove qualche giorno fa è andata in scena una protesta contro le luminarie natalizie, oggi, 18 dicembre, Piazza del Popolo, nel giorno del presidio del 'Comitato', è gremita di bandiere tricolori, unico simbolo della protesta. La piazza urla "il tricolore non è di destra, non è di sinistra, è il nostro unico simbolo".
Ciò che, infatti, i Forconi e gli appartenenti al 'Comitato' ci tengono a precisare, è che ogni etichetta politica venga loro affibbiata dai giornalisti (definiti più volte "terroristi"), è del tutto falsa. Né rossi né neri, solo italiani.
Italiani: studenti, lavoratori, imprenditori medio-grandi, braccianti, persino alcuni autisti dell'Atac, tutti accomunati dall'essere italiani, sulle note di 'Fratelli d'Italia', popolano e riempiono la piazza di Roma.
Presente al corteo anche CasaPound, senza bandiere politiche. Con in testa al corteo il vicepresidente Simone Di Stefano, che nei giorni scorsi era stato arrestato dopo aver tentato di sostituire la Bandiera dell'UE con il tricolore italiano, i militanti di CasaPound sono giunti in piazza indossando maschere tricolori e cappi al collo, volti a simboleggiare gli italiani che si sono suicidati, intonando in coro: "Unica bandiera il tricolore! Un destino, un popolo, una Nazione!".
Anche una ventina di studenti si sono fatti largo dalle porte di P.le Flaminio verso l'obelisco di Piazza del Popolo sulle note dell'inno di Mameli, tutti uniti dietro un lungo striscione, con la scritta: "STUDENTI, BRACCIANTI, OPERAI… IL SOLE NON SORGE A BRUXELLES". Ad accoglierli, un fragoroso applauso.
LA PIAZZA – Ad unire le proteste, un solo coro: "Tutti a casa!". Ad avvicendarsi sul palco allestito a Piazza del Popolo, molti esponenti del movimento provenienti da tutta Italia.
Gli interventi, uno dietro l'altro, si assomigliavano tutti. Un popolo stanco ed indignato, chiede che una classe politica indegna vada a casa. Soprattutto oggi, dopo che la Corte Costituzionale ha sancito l'illegittimità della legge elettorale, sotterrando ancora di più l'immagine che molti italiani hanno dei nostri politici.
"Bisogna uscire dall'euro", dicono gli arringatori che si alternano sul palco.
"L'euro – dicono – è un preciso progetto di schiavitù, per cancellare le democrazie e i diritti dei popoli".
"Il debito pubblico – incalzano – è la più grande truffa della storia".
"La proprietà dei mezzi di produzione – continuano – deve appartenere agli imprenditori, quelli italiani".
Ad ogni "tutti a casa" e "vaffanculo", è un tripudio di applausi.
Perché, sostengono, questi politici sono degli assassini, che hanno reso gli italiani sempre più poveri, fino a costringere alcuni cittadini a suicidarsi.
Dal 2009 ad oggi, a causa della crisi, si registrano 15mila suicidi.
"Chi oggi rappresenta davvero questa protesta, non c'è più – dichiarano dal palco – E ci riferiamo a Falcone e Borsellino. Tutti gli altri sono corrotti e mafiosi".
I PRESIDI – Le proteste continueranno ad oltranza. A dichiararlo, Danilo Calvani, leader del 'Comitato 9 Dicembre'. Ma sul futuro, non una parola: ciò che gli italiani in piazza chiedono è solo che questi "politici licenziati" smettano di occupare abusivamente gli scranni del potere.
Dato, questo, che, a molti, lascia dubbi e perplessità: si percepisce la mancanza di un piano per il futuro, di una struttura, di un progetto. Mancano le proposte, dopo la rabbia urlata ai microfoni di una piazza.
Di certo, c'è che questi italiani hanno intenzione di portare avanti le loro proteste in modo pacifico, senza alcuna forma di violenza.
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