Compiti per le vacanze: sono importanti o un’abitudine inutile?

La scuola è finita e milioni di studenti vanno in vacanza. Ma è utile veramente o addirittura dannoso assegnare compiti durante l’estate?

Studenti

Studenti nel corridoio di scuola

Con la chiusura delle scuole e l’inizio dell’estate, milioni di studenti italiani salutano le aule per immergersi nella tanto attesa pausa estiva. Questo periodo di riposo viene spesso oscurato dalla controversa questione dei compiti per le vacanze. Da anni, questo tema è al centro di un acceso dibattito tra educatori, pediatri e famiglie. È veramente utile o addirittura dannoso assegnare compiti durante l’estate? Analizziamo in dettaglio le diverse posizioni e le implicazioni di questa pratica.

Il dibattito sui compiti estivi

Ogni anno, con l’arrivo dell’estate, riemerge la discussione sui compiti per le vacanze. Questo dibattito coinvolge circa 6 milioni di alunni e le loro famiglie, che si trovano a dover bilanciare il tempo dedicato allo svago con quello riservato ai libri. Ma qual è il vero impatto dei compiti estivi sugli studenti?

La voce dei pediatri: Italo Farnetani

Uno dei critici più accaniti dei compiti per le vacanze è il pediatra Italo Farnetani. In un’intervista all’Adnkronos Salute, Farnetani ha espresso chiaramente la sua opposizione, affermando che non esistono motivazioni psicopedagogiche valide per assegnare compiti estivi. Secondo lui, questa pratica può essere addirittura diseducativa, contribuendo a creare cattive abitudini nello studio e aumentando lo stress nei bambini.

Farnetani cita il sostegno delle famiglie a questa posizione, con l’86% dei genitori contrari ai compiti estivi. Egli sostiene che le vacanze estive, storicamente, sono state create per permettere agli alunni di riposarsi e non per concedere una pausa agli insegnanti. Le nozioni apprese durante l’infanzia sono particolarmente durature e una pausa estiva di tre mesi non comprometterà la loro memorizzazione.

Il fattore climatico

Un altro aspetto sottolineato da Farnetani è il fattore climatico. Le alte temperature estive possono creare stress fisico e mentale, riducendo l’efficacia dell’apprendimento. Studiare svogliatamente durante l’estate può portare a una cattiva abitudine che potrebbe persistere durante l’anno scolastico.

Le statistiche sui compiti estivi

Le statistiche fornite da Farnetani mostrano che il 30% degli studenti italiani completa i compiti entro luglio, trattandoli come un peso da togliersi di dosso il prima possibile. Il 62% si trascina i compiti per tutta l’estate, mentre il 2% li completa ad agosto, un altro 4% a settembre e il 2% non li svolge affatto.

Gli svantaggi dei compiti estivi

Farnetani schematizza i principali svantaggi dei compiti estivi in tre punti:

  1. Costo eccessivo: Le famiglie devono affrontare spese per libri e materiali di supporto.
  2. Stress per gli alunni: I compiti delle vacanze impediscono agli studenti di recuperare dallo stress accumulato durante l’anno scolastico.
  3. Unilateralità della formazione: Le vacanze estive sono un’opportunità per gli studenti di acquisire esperienze diverse, fare sport e esplorare nuovi interessi.

Le proposte alternative

Molti esperti suggeriscono alternative ai compiti estivi tradizionali. Attività come letture estive, giochi educativi, visite culturali e laboratori creativi possono mantenere viva la curiosità e l’apprendimento senza il peso dei compiti formali. Farnetani, ad esempio, consiglia di far vivere i ragazzi all’aria aperta, praticare sport, socializzare e fare esperienze nuove come la pesca o altre attività all’aperto.

E’ essenziale considerare il benessere psicofisico degli studenti. Le vacanze estive dovrebbero essere un periodo di riposo e di arricchimento personale, piuttosto che un’estensione del carico scolastico.