Comuni sporchi: incuria e abbandono definiscono il luogo in cui si vive
Se le strade, le pareti dei palazzi sono sporche e scrostati, ti fai un’idea anche su chi abita quel paese. E’ come essere assimilati ai rifiuti urbani
Succede purtroppo dappertutto, nei bei borghi dei comuni del Lazio, come pure nelle aree più lontane del mondo. Non so se vi è mai capitato di vedere le favelas sudamericane da vicino, oppure passare, anche come turisti, per le strade dei pueblos caraibici o per le periferie, ma anche in alcune delle zone centrali, di Bogotà, Caracas, Santo Domingo, Managua e notare la quantità di immondizia abbandonata lungo i marciapiedi, giardini, aiuole, vie secondarie.
Uno schifo senza fine che deturpa località che dovrebbero essere anche turisticamente importanti. La domanda che viene spontanea è sempre la stessa. Perché lo fanno? Che ci vuole a raccogliere l’immondizia e gettarla nei cassonetti appositi?
Incuria e abbandono: un fenomeno che si ripete ovunque
Ci vuole la cultura dell’igiene personale e collettiva. Ci vuole il senso di responsabilità verso gli altri, il non voler dare un’immagine negativa di sé stessi. Se non hai questa cultura, questa logica, questa immagine di te, gettare per terra il contenitore di polistirolo in cui hai mangiato, la bottiglietta di birra che hai bevuto, o il cartone di vino pessimo che hai comperato, assieme ai mozziconi di sigaretta che hai fumato, al preservativo che hai utilizzato, al televisore rotto che non volevi più tenere in casa, è la cosa più naturale del mondo. Qualcuno penserà a pulire. Anzi, qualcuno è pagato per pulire. Se mi pagassero lo farei io. Ma siccome non mi pagano, perché dovrei farlo?
La collaborazione con il Comune è necessaria per mantenere decenti le aree in cui viviamo coi nostri figli
Il desiderio di vivere in una città pulita induce a ricercare la collaborazione per un impegno comune, che possa mettere insieme il lavoro di chi “pulisce” (il Comune) con quello di chi, rispettando le regole, “non dovrebbe sporcare” (il cittadino). La strada che dovrebbe seguire l’Amministrazione cittadina è quella di rendere partecipi e fruibili gli spazi pubblici, come le piazze, le stazioni, i mercati. Dotarle di strutture e coinvolgere associazioni di volontari nella gestione degli stessi.
L’assistenza igienico sanitaria ai senzatetto e agli emarginati è meritoria ma non la si fa solo con le derrate alimentari e i rifugi per la notte. Bisogna intervenire anche di giorno, rendendo gli spazi pubblici luoghi vivibili da parte dei cittadini, specie i più giovani. L’altro aspetto è quello del servizio di pulizia. L’Amministrazione utilizzerà le attrezzature e gli automezzi necessari, per ottenere la pulizia e l’igiene in difesa della salubrità dei cittadini e monitorando i quartieri e le strade controllerà che il servizio sia efficiente, tempestivo e continuo.
Ma sta al cittadino non abbandonare i rifiuti se non in sacchetti sigillati e negli spazi consentiti. Specie adesso che si richiede una raccolta differenziata in carta, vetro, plastica, lattine, organico e farmaci scaduti, che aiuterà a mantenere più pulita la città e a risparmiare energia, riciclando molti dei materiali gettati via. L’abitudine di tirare per strada i rifiuti ingombranti nasce dalla difficoltà di poterli smaltire. Le persone non dispongono facilmente di furgoni per trasportare vecchie lavatrici o frigoriferi e organizzare il recupero a domicilio gratuito non è una cosa facile per chi deve andare a lavorare ogni giorno.
Questo servizio andrebbe reso più facile per il cittadino che potrebbe segnalare, a chi lo deve recuperare, semplicemente dove ha depositato il vecchio elettrodomestico non più funzionante. Ma agli amministratori arriva un invito a ragionare su quello che spesso accade in noi quando ci troviamo in un luogo particolarmente sporco. Quel discredito che proviamo coinvolge anche chi lo abita. Il nostro giudizio negativo coinvolge anche i cittadini che vivono lì. E’ un invito a tenerne conto e a non trascurare il decoro urbano.