Consiglio dei Ministri, ok decreto Salva Roma
Il decreto passerà in giunta e poi in Assemblea per l’approvazione definitiva
Via libera dal Consiglio dei ministri al decreto Salva Roma, che consentirà, per quest’anno, di salvare il bilancio di Roma ed evitare il commissariamento. Sempre che l’iter venga rispettato. Oggi infatti il decreto arriverà in giunta. È poi previsto il passaggio in commissione Bilancio e nei 15 municipi, che dovranno fornire un parere consultivo. Poi, si passerà all’Aula Giulio Cesare, per l’approvazione definitiva. L’assemblea capitolina dovrà riunirsi entro e non oltre il 30 novembre per approvare il bilancio.
Secondo quanto previsto dalle norme varate dal Governo, la metà del debito ereditato dall’amministrazione Marino (867 milioni, per i costi maturati dopo il 2008 per le delibere antecedenti), sarà scaricata sulla gestione commissariale.
Saranno poi ceduti al Campidoglio i crediti (circa 200 milioni) che il commissario vanta nei confronti delle aziende municipalizzate, tra cui Ama e Atac: questi soldi non rientreranno nel bilancio, ma serviranno a salvare le aziende dal fallimento.
Roma, inoltre, aspetta anche dalla Regione i fondi per il trasporto pubblico locale (si spera siano 140 milioni, ma probabilmente saranno circa 120 milioni) e dal Governo per la raccolta differenziata (circa 28,5 milioni).
Altre entrate potrebbero essere garantite con prelievi fiscali minori, come il canone di occupazione di suolo pubblico.
Per ora, sembra sia arginato il pericolo dell’aumento dell’Irpef. Ma il Governo ha autorizzato il Campidoglio ad aumentare l’addizionale comunale dal 1 gennaio 2014: dallo 0,9% attuale (già record nazionale: i contribuenti romani subiscono un prelievo medio annuo di 1.040 euro a fronte della media nazionale di 440 euro) all’1,2%. Più 0,3 punti percentuali.
Un’opzione che trova il sindaco Marino fermamente contrario: “Ho fatto resistenza in questi mesi a qualunque aumento di imposte per i romani, che già pagano tasse molto alte rispetto ad altre città, e continuerò a fare resistenza”. Ma nel 2014, la situazione del bilancio sarà ancora più preoccupante e gravosa, e non ci sarà una gestione commissariale su cui poter scaricare i conti.