LA DECISIONE DEL CONSIGLIO DI STATO – È salvo il piano rifiuti del Lazio, firmato da Renata Polverini.
Così ha deciso il Consiglio di Stato, sospendendo la sentenza del Tar che aveva messo in standby il piano rifiuti della Regione, col rischio, secondo i giudici, di creare danni molto seri allo Stato e alla Regione Lazio.
“La decisione del Consiglio di Stato, che sblocca il piano rifiuti ideato dalla Polverini e dall'ex Assessore Di Paolo, è una buona notizia. Questa è la base per trovare dei siti di smaltimento dei rifiuti trattati all'interno della provincia di Roma”, ha dichiarato il Sindaco di Roma uscente Gianni Alemanno.
“Quello depositato oggi dal Consiglio di Stato è un provvedimento cautelare e quindi non definitivo, ed è giusto tenerlo presente. Ma per ora consente di rendere nuovamente efficace il piano e questo è un primo risultato”. A dirlo è l’avvocato Francesco Saverio Marini, rappresentante legale della Regione Lazio.
“Il Consiglio di Stato – ha aggiunto – si esprime anche sul ‘fumus’, cioè sul dubbio, manifestato nel nostro appello, che le associazioni ambientaliste non siano titolate ad agire in giudizio. E questo può far presumere che l’esito finale, dopo la trattazione di merito, possa essere a favore della Regione. Ma per questo, bisogna aspettare. Interessante anche il richiamo al rischio di una possibile infrazione europea: cosa vera, perché la stesura del piano nasceva anche da richieste arrivate dalla UE sul fronte dei rifiuti e riattivate dalla bocciatura del piano”.
Spetta ora alla nuova amministrazione regionale il compito di adeguare entro dicembre il piano rifiuti, puntando alla “priorità del porta a porta”.
Se l’obiettivo è quello del raggiungimento del 65% di raccolta differenziata, la Regione dovrebbe erogare alle Province circa 127 milioni da destinare a quest’uso, di cui 60 milioni andrebbero alla Capitale.
I PRECEDENTI – Il 9 gennaio scorso il Tar del Lazio, su istanza dei Verdi e altre associazioni ambientaliste, aveva annullato il Piano di gestione dei rifiuti del Lazio approvato in via definitiva nel gennaio del 2012.
In seguito alla sentenza emanata dal Tribunale, la Regione Lazio aveva proposto ricorso al Consiglio di Stato, che ieri, per mezzo della V sezione, ha deciso di sospendere la sentenza emessa dal Tar.
Nell’ordinanza del Consiglio si legge che i giudici hanno ritenuto “che l'appello presenta consistenti profili di 'fumus' nella parte in cui contesta la presenza dell'interesse ad agire delle associazioni ambientaliste e del privato in relazione all'impugnativa di un atto generale che per il suo contenuto programmatorio non incide direttamente sulla sfera giuridica degli odierni appellati”, confermando quanto detto dall’avvocato Marini.
Il Tar aveva invece sancito che “come correttamente affermato dalla Commissione Europea, per essere conforme alle direttive, il trattamento dei rifiuti destinati a discarica deve consistere in processi che, oltre a ridurne il volume o la natura pericolosa e a facilitarne il trasporto o recupero, abbiano l'effetto di evitare o ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull'ambiente nonché i rischi per la salute umana".
Le misure principali contenute nell'ordinanza firmata dal Sindaco Gualtieri
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