Il vaccino europeo contro il covid-19 è stato studiato e messo a punto a Oxford. Il risultato finale è stato raggiunto con la collaborazione di un’azienda italiana di Pomezia. Il processo produttivo del vaccino anti coronavirus verrà completato nello stabilimento dell’azienda Catalent, ad Anagni, in provincia di Frosinone.
“Abbiamo iniziato già a fare i lotti di prova. Entro settembre partiremo con il test ‘media fill’ per simulare il processo asettico, e aspettiamo per metà ottobre i materiali da AstraZeneca per partire con la produzione del vaccino” contro Covid-19.
Lo ha dichiarato all’Adnkronos Salute Barbara Sambuco, general manager del sito produttivo di Anagni della Catalent Inc. L’azienda farmaceutica in virtù di un accordo con AstraZeneca si occuperà di infialare il vaccino sviluppato insieme all’università di Oxford e in collaborazione con Irbm di Pomezia.
Un vaccino che, secondo gli auspici del ministro della Salute Roberto Speranza, dovrebbe essere disponibile in Italia già per fine anno.
Ricerca e produzione corrono, e l’Italia ha un ruolo di primo piano. Quello di Anagni è uno stabilimento nato negli anni ’60 e a lungo ‘targato’ Bristol Myers Squibb, fino a quando nel 2020 è stato acquisito dall’americana Catalent.
La Catalent è leader globale nella fornitura di tecnologie avanzate di delivery, soluzioni di sviluppo e produzione di farmaci di sintesi, biologici, terapie geniche e prodotti da banco.
“Si tratta di uno stabilimento all’avanguardia, da sempre dedicato a prodotti sterili e solidi orali, che dagli inizi degli anni 2000 ha iniziato a rifornire circa 70 mercati esteri. Siamo abituati a garantire volumi importanti e siamo dotati di isolatori, macchinari per la produzione di farmaci sterili”, sottolinea Sambuco.
Nello stabilimento operano circa 700 dipendenti, “in base ai volumi e alla ciclicità delle produzioni. Da luglio abbiamo dovuto procedere a un centinaio di assunzioni di personale, tra produzione, operatori farmaceutici, analisti, esperti in qualità e sviluppo di processo”, annuncia.
“Un’operazione che non è stata difficile, dal momento che in molti casi abbiamo ricontattato personale che aveva già operato da noi, magari a tempo determinato. A luglio – continua la general manager – è partita la formazione del personale in aula e sulla linea, mentre in contemporanea abbiamo iniziato a fare i lotti di prova.
Per ottobre – assicura – saremo pronti per la produzione: attendiamo i materiali da AstraZeneca per metà del mese prossimo”.
“Da fine ottobre saremo in grado di confezionare 50 milioni di fiale al mese”, prosegue la dottoressa Sambuco. Prima di essere infialato, comunque, il vaccino dovrà passare diversi test nei laboratori dello stabilimento farmaceutico.
“AstraZeneca invierà qui ad Anagni i contenitori di prodotto biologico. Saremo noi, poi, a mescolare gli eccipienti per consentire un corretto metabolismo del prodotto. Quindi, attraverso i nostri reparti sterili, provvederemo ad infialarlo”.
Ma allora avremo davvero le prime dosi di vaccino anti-Covid entro fine anno? “Sulla parte clinica non ho più informazioni di quelle pubblicate dalle riviste scientifiche, ma AstraZeneca ci crede, i numeri ci sono e tutto sommato posso dirmi discretamente ottimista”, conclude Sambuco. (Adnkronos)
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