Coronavirus: il vero amico è la Cina non l’EU
Gli effetti del coronavirus sono anche quelli di mettere a nudo quanto l’Europa sia veramente Unita e quanto fidarsi degli altri Paesi
“Quando si sorpassano i 60-65 anni, l’uomo vive più a lungo di quanto non produca e costa caro alla società. L’eutanasia sarà uno degli strumenti essenziali delle nostre società future. Il diritto al suicidio, diretto o indiretto, è perciò un valore assoluto in questo tipo di società. Macchine per sopprimere permetteranno di eliminare la vita allorché essa sarà troppo insopportabile, o economicamente troppo costosa.”
Questa affermazione è di Jacques Attali, uno dei personaggi di spicco del mondo economico e politico degli ultimi decenni, uno dei fondatori dell'EU, un Mangiafuoco burattinaio, assieme ad altri nomi noti della politica internazionale, che appare essere dalla lettura dei suoi scritti un profeta di quella che è divenuta l’UE e di ciò che stanno diventando alcuni dei suoi stati. Una Europa in cui l’Italia, nonostante i suoi problemi, resta ancora un baluardo da espugnare, una roccaforte di un pensiero e di una cultura che si pone come ostile alla realizzazione di quanto teorizzato da Attali.
In una intervista del 2009 è lo stesso Attali a teorizzare quanto realizzare in seguito a epidemie affermando che "Si dovrà per questo, organizzare: una polizia mondiale, un sistema mondiale di stoccaggio (delle risorse) e quindi una fiscalità mondiale. Si arriverebbe allora, molto più rapidamente di quanto avrebbe permesso la sola ragione economica, a mettere le basi di un vero governo mondiale.”
Quanto affermato appare più attuale che mai se, in questi tempi di crisi da coronavirus, si ascoltano affermazioni che sembrano una perfetta eco di quelle di Attali in merito agli anziani colpiti dall’infezione; se si presta attenzione all’atteggiamento di alcune nazioni che restano sorde ad un appello di minima cooperazione (ad esempio la distribuzione di mascherine); se si considera che, ancora una volta, l’Italia viene abilmente proposta al mondo (dai suoi stessi “alleati” europei) come nazione untore dalla quale il virus si sarebbe diffuso mentre si scopre che il vero untore è la Germania che ha nascosto e, tuttora, tiene nascosti i dati reali del contagio.
Per terminare la descrizione di uno scenario apocalittico dal punto di vista dei valori etici ed umani è bene ricordare un’altra profetica affermazione di Attali: "Alcune delle democrazie più avanzate sceglieranno di fare della morte un atto di libertà e di legalizzare l'eutanasia. Altre fisseranno dei limiti precisi alle proprie spese per la sanità, calcolando anche una spesa media un 'diritto di vita' che ognuno potrà utilizzare a suo piacimento fino ad esaurimento. Si creerà, allora, un mercato dei "diritti di vita" supplementari in cui ognuno potrà vendere il proprio, in caso sia affetto da una malattia incurabile o sia troppo povero. Si arriverà, un giorno, persino a vendere dei "ticket di morte", che daranno il diritto di scegliere fra i vari tipi di fine possibili: eutanasia a scelta, morte a sorpresa nel sonno, morte sontuosa o tragica, suicidio su commissione, ecc. la propria morte come la morte di un altro".
Se mettiamo assieme il progetto descritto di una Europa che non appartiene a noi italiani e l’azione di alcuni Paesi che rivolgono i loro sforzi negativi esclusivamente all’Italia e non ad altri Paesi, come ad esempio quelli nord europei, si comprende come l’obiettivo sia quello di distruggere economicamente e socialmente questa nazione per ridisegnarla culturalmente e istituzionalmente oltre che eticamente. Allora pensiamo seriamente ad una definitiva uscita dell’Italia da una Europa Unita che unita non è, da una Europa che non le appartiene per cultura, per tradizioni, per etica, per morale; riappropriamoci delle nostre radici culturali e cristiane che sono le nostre fondamenta salde su cui la nostra civiltà è stata costruita da duemila anni a questa parte.
A questo punto dobbiamo considerare amica molto più la Cina che, nel momento dell’emergenza e del bisogno, ha risposto immediatamente alle nostre necessità piuttosto che una Francia o una Germani sempre pronte a pugnalare alle spalle quello che dovrebbe essere, solo teoricamente, una delle colonne di una Europa che appare sempre più disgregata e diroccata.