Opinioni

Coronavirus: niente abbracci e strette di mano e in campo solo marcatura a zona

Il Governo si affida agli scienziati. Un comitato di tecnici super partes, un esperto team di virologi che indicherà al popolo bue, la strada da seguire per evitare contagi e affollamenti di reparti di terapia intensiva ormai al collasso. Questi sono i tempi del coronavirus. Un metro di distanza al cinema, a teatro, in piazza come al bar e persino a letto tra marito e moglie. Sessantacinquenni a casa a vedere la televisione, zitti e mosca. Il vademecum recita che è fondamentale mettersi al riparo dalle goccioline con cui si propaga il virus. Quindi occhio a sternuti e a chi sputa per strada. Va da sé, con questi rigidi avvertimenti crolla pure la calda e affettuosa italica abitudine di baciarsi anche se non ci si conosce; abolita pure la stretta di mano a cui presto farà seguito il vecchio ma sempre attuale saluto romano: più salutare e autorevole.

A seguire, scuole chiuse, almeno fino al 15 marzo. E proprio Gennaro, il napoletano di Whatsupp che vi regala il tampone falso per mettervi al riparo da rotture di palle di mogli e madri, segnala che i decessi per infarto di quest’ultime – proprio a causa della notizia last minute chiusura delle scuole, avrebbe superato già quelli del virus stesso. Per finire, calcio a porte chiuse, con anessi e connessi: divieto di scambio di asciugamani tra atleti, come pure di indumenti o fazzoletti; di bere dalla stessa bottiglia e di non toccarsi. Vedremo Ronaldo e Lukaku correre coi guanti e la mascherina.

Il ridicolo vuole che i nostri governanti obblighino persino le squadre a scendere in campo seguendo marcature a zona e vietando in tal modo il categorico ed asfissiante sistema uomo a uomo con clamorose ammucchiate in area di rigore durante i calci piazzati, strattonamenti e fiumi di pericolose goccioline che menano il can per per l’aia. Ma a ciò essi non arrivano e lasciano che metro e bus continuino a correre quasi ovunque, stracolmi.

In questo clima di ansia e terrore, sarà finalmente un libero e rispettoso calcio spettacolo a distrarci dagli eventi, come irrispettoso spettacolo ormai è tutto quello che ci circonda.

Francesco Di Pisa

Dottore in Giurisprudenza, con un Master in Scienze delle Comunicazioni presso "La Sapienza" di Roma. Libero professionista, vive in Gran Bretagna dove si occupa di politiche Marketing, consumo, comunicazione e scrive di politica, attualità e costume.

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