Coronavirus, Regione Lazio annuncia bonus di 1000 euro per operatori sanitari
Trovato l’accordo con i sindacati: la Regione stanzia indennizzi per medici e infermieri che combattono il Covid-19
Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e l’Assessore alla Sanità D’Amato hanno annunciato oggi lo stanziamento di un bonus economico per tutti gli operatori sanitari che quotidianamente combattono in prima linea contro il coronavirus.
I fondi e i bonus economici
La Regione Lazio stanzierà quindi 24 milioni di euro per il personale medico-sanitario impegnato nella lotta al Covid-19 e ulteriori 12 milioni di euro per creare un bonus.
Per tutto il personale sanitario che opera nella fascia di rischio elevato (terapia intensiva e rianimazione, Dea I e II livello, trasporti) è previsto un bonus pro capite di 1000 euro.
Per tutto il personale sanitario che opera nella fascia di rischio medio (camere operatore e terapie sub intensive) è previsto invece un bonus di 600 euro.
In più l’accordo prevede il riconoscimento dei tempi di vestizione e svestizione che ogni operatore socio-sanitario svolge quotidianamente prima di iniziare il turno di lavoro. Questa è infatti un’operazione molto complessa ma essenziale per la prevenzione dai contagi.
Le dichiarazioni dei sindacati
L’annuncio è arrivato alla fine di una trattativa con i sindacati. Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio, Uil Fpl Roma e Lazio, Cgil Medici e dirigenti del SSN, Cisl Medici e Uil Medici, hanno dichiarato:
“Se l’esplosione dell’emergenza sanitaria ha avuto una pronta risposta da parte delle strutture sanitarie regionali, è grazie alla professionalità e all’impegno di tutti i lavoratori della sanità inclusi i medici specializzandi. Tutto questo vede oggi un primo riconoscimento economico, risultato di un lavoro di confronto con la Regione Lazio, per destinare le risorse straordinarie previste dal Decreto Cura Italia a copertura di quanto i normali istituti contrattuali prevedono”.
Le confederazioni Cgil Cisl Uil del Lazio hanno inoltre informato che stanno lavorando per reperire risorse e indennità anche alla sanità privata accreditata.
“La sanità privata accreditata, al pari dei colleghi del pubblico, sta dando il massimo ed è essenziale per la tenuta dei servizi sanitari, ma non ha stessi diritti, stesso salario e stesse tutele”.