Due notizie provenienti dal Senato. A parere dello scrivente, una buona, l'altra meno per la democrazia.
Quella buona è il sì del Senato a far entrare nella Costituzione il referendum propositivo e d'indirizzo.
Con 220 sì, Palazzo Madama ha approvato l'emendamento che consente di proporre un referendum propositivo di una legge o di un indirizzo legislativo.
La novità è importante in quanto finora il referendum poteva al massimo portare all'abrogazione di una legge. L'emendamento è stato proposto dai relatori Finocchiaro e Calderoli.
Quest'ultimo riscatta così (parzialmente) alcune "performances" non proprio esaltanti, a livello legislativo, espresse negli ultimi anni.
Discutibile, invece, ( e incomprensibile -direi- per un paese che si dice all'avanguardia per la promozione e la partecipazione in prima persona dei cittadini alla vita politica) è l'innalzamento a 150mila del numero delle firme necessarie per la presentazione di leggi di iniziativa popolare.
Questo provvedimento sembra proprio andare in senso contrario alla fattiva partecipazione alla politica da parte dei cittadini e non rappresenta certo un bell'esempio di incentivo alla iniziativa legislativa del popolo.
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