Vi ricordate la coppia cinese ricoverata all’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma? I due coniugi, di 66 e 67 anni dimessi dalla struttura a metà marzo hanno donato 40 mila euro all’Inmi, per contribuire alle spese di ricerca sul virus Sars-coV-2.
I primi contagiati ufficialmente registrati in Italia, proveniva dalla provincia di Wuhan, epicentro da cui si è scatenato il nuovo coronavirus. Erano giunti all’aeroporto di Milano il 23 gennaio. L’uomo aveva per primo manifestato malesseri ed era stato soccorso in albergo, mentre la donna era stata per parecchio tempo asintomatica.
I due sono poi stati entrambi ricoverati in terapia intensiva con respirazione artificiale, per circa 50 giorni. In seguito hanno terminato la riabilitazione lunga un mese all’ospedale San Filippo Neri. Un percorso difficile che spesso ha fatto temere il peggio, con ricadute e valori drammatici. Ma loro ce l’hanno fatta. Sono tornati in Cina ma con il cuore hanno lasciato la loro gratitudine a Roma e all’Italia.
Il loro gesto vuole essere all’insegna della riconoscenza.
La donazione conferma anche a latitudini lontanissime l’eccellenza sanitaria e la competenza delle nostre strutture nel mondo.
“Al di là del valore scientifico e dell’orgoglio come Spallanzani per aver salvato loro la vita, hanno per me un valore personale importantissimo. E’ una bella notizia”, ha detto all’Adnkronos il direttore sanitario dell’Inmi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia.
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