La pandemia che stiamo affrontando solleva diversi interrogativi e problemi nel nostro Paese, di tipo sanitario ma anche economico e nella vita pubblica, sociale e amministrativa.
Abbiamo parlato con Giulio Natalizia, Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Unindustria e Presidente del Comitato Interregionale del Centro dei Giovani Imprenditori Confindustria.
Presidente, può presentarci la vostra Associazione, Giovani Imprenditori Unindustria?
“Unindustria, ovvero l’Unione degli Industriali e delle imprese di Roma, Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo, è la più grande Associazione del sistema Confindustria per estensione territoriale ed è la prima ad essersi riunita su scala regionale: succedeva nel 2011 e con il processo di fusione l’Associazione ha dato una risposta moderna alla domanda di rappresentanza, servizi e progettualità del tessuto imprenditoriale del Lazio.
Il Gruppo Giovani è la componente forse più dinamica dell’Associazione poiché riunisce imprenditori under 40: siamo circa 300 a Roma e il tutto il Lazio e rappresentiamo una business community davvero coesa, riconosciuta in tutta Italia, di cui mi onoro di essere Presidente”.
Come state affrontando questa crisi così profonda e diversa dalle precedenti, dovuta all’emergenza sanitaria da Sars-coV2?
“La nostra generazione sta attraversando sfide importanti: l’11 settembre, la crisi finanziaria del 2009, ora questa incredibile pandemia. Nel mondo globalizzato crisi di questo tipo si diffondono in fretta e ora il Coronavirus sta mettendo a dura prova anche le nostre aziende.
Speriamo di riuscire tutti insieme a voltare pagina il prima possibile: il nostro Paese ha dimostrato che ci sono tanti italiani che hanno saputo affrontare l’emergenza con i comportamenti migliori ed è a loro che bisogna guardare.
Noi Giovani Imprenditori stiamo facendo la nostra parte, sostenendo le imprese attraverso il rispetto di tutte le misure di sicurezza e mettendo al primo posto la salute dei nostri dipendenti, cercando allo stesso modo di garantire la continuità produttiva che poi è alla base del grande valore che generiamo, ovvero il lavoro.
Abbiamo attraversato momenti difficili in cui è mancata un po’ di chiarezza e questo di sicuro non ha giovato alle imprese che da sempre chiedono burocrazia snella e certezza delle regole, ma anche in un contesto difficile dal canto mio posso essere orgoglioso di quanto ho visto mettere in atto dal mio Gruppo, fatto da ragazzi che nonostante le difficoltà lavorano tutto il giorno per trovare nuove soluzioni, e che attraverso il confronto in Associazione cercano di offrire contributi anche alle Istituzioni. Il tutto magari anche togliendo tempo ai loro affetti e alle loro imprese, per cercare di uscire tutti il prima possibile, a livello si sistema, da questa situazione di criticità”.
Cosa ci può dire del panorama regionale del Lazio?
“Nel Lazio c’è un ecosistema che a quanto pare ha reagito bene. Se guardiamo i numeri, i contagi sembrano essere contenuti e di questo siamo sollevati. Io ad esempio seguo ogni giorno i bollettini dello Spallanzani e relativi a ciò che accade nell’intera regione, e credo che da un punto di vista sanitario possiamo dirci soddisfatti.
Sul fronte del dialogo con le Istituzioni, abbiamo un confronto intenso ed è un bene per le imprese, io stesso ho avuto modo di confrontarmi in merito ad alcune nostre progettualità sia con l’assessore Sartore che con l’assessore Orneli e posso dire di aver trovato grande disponibilità.
Sappiamo che la Regione si sta muovendo molto per andare incontro alle esigenze delle imprese che sono il vero motore del Paese, ma noi giovani chiediamo che l’attenzione sia sempre alta e di cercare di abbassare sempre di più i tempi delle risposte e di snellire la burocrazia, perché in questo mondo che corre velocemente e nel pieno di una crisi di questa portata, alle imprese serve un aiuto rapido. Senza se e senza ma”.
I giovani di oggi e l’imprenditoria. Che rapporto c’è e in che modo i ragazzi si relazionano con il mondo dell’imprenditoria?
“I giovani di oggi sono capaci e competenti, si danno da fare. Io sono molto fiducioso nei confronti delle nuove generazioni ma sono anche consapevole di quanto il nostro sistema economico non favorisca l’approccio a una vita imprenditoriale. Come ribadisco spesso utilizzando questa metafora, i giovani imprenditori non vogliono un tappeto rosso che li accompagni nella vita adulta, ma allo stesso modo non vogliono i bastoni tra le ruote.
Il mondo sta andando avanti e l’Italia deve rispondere con la propria capacità di spinta e innovazione: si dovrebbe investire maggiormente in Cultura d’Impresa, ad esempio, per avvicinare sempre più giovani alla carriera imprenditoriale.
Noi con la nostra Associazione lo facciamo e mi creda, non è facile trovare un gruppo come il nostro in grado di portare avanti un progetto come “(T)here”, con cui siamo partiti da Roma per toccare tutte le province del Lazio, registrando ovunque il sold out per offrire contributi legati ai temi che riteniamo fondamentali per lo sviluppo del nostro territorio.
Ma non possiamo essere lasciati soli: spesso questo Paese sembra rivolgersi alle aziende solo quando c’è da risolvere i problemi, mentre invece dalle imprese possono arrivare le soluzioni migliori perché le aziende, e i giovani in particolare, sono in grado di anticipare il futuro”.
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