La vaccinazione per il Covid 19 è sicuramente una potente arma a nostra disposizione per combattere la pandemia, ma solo se usata insieme ad altri accorgimenti di igiene e sanità pubblica. In quanto per esempio sappiamo che è quasi sicuramente “bucata” da alcune varianti del Covid-19. Specie nelle vaccinazioni incomplete e sicuramente non protegge dai contagi né previene la possibilità di essere portatori e infettare gli altri. Nonostante per mesi sia stata sparsa a piene mani la vulgata della vaccinazione come panacea anche dal contagio e dalla infezione.
Tuttavia, già adesso a distanza di qualche mese dall’ apertura della campagna vaccinale di massa in Italia, possiamo sicuramente dire che i 4 vaccini esistenti oltre a non coprire assolutamente dal rischio di reinfettarsi e di contagiare gli altri, sembrano via via meno efficaci anche nei confronti della “malattia grave da Covid 19” che era in realtà il loro punto di forza e il loro target primario.
Infatti, nonostante che vi sia una larga diffusione dei contagi Covid 19 e che abbiano ripreso lentamente purtroppo a risalire i ricoveri ospedalieri e anche i decessi e nonostante il mainstream mediatico governativo (davvero ubiquitario e onnipresente) si stia sbracciando in ogni modo per recapitare il messaggio che la reinfezione con malattia grave è solo appannaggio dei non vaccinati, complici anche le inquietanti notizie da Israele, USA ed UK, purtroppo vediamo anche in Italia che i ricoveri attuali tra i vaccinati anche con malattia grave non sono proprio così rari come volevano farci credere. Anzi.
Ebbene si. Il vaccino sembra avere dei limiti sia di intrinseca efficacia, cioè parrebbe coprire meno delle sbandierate percentuali dichiarate in ogni sede dal Governo e da Big Pharma. Ma purtroppo anche di permanenza dell’immunità nel vaccinato completo. Questo inquietante dato clinico, potrebbe essere legato al fatto, che a differenza dell’immunità naturale che acquisiscono coloro che si sono presi genuinamente la malattia e che sono guariti da essa con sviluppo di titoli anticorpali elevati, i vaccinati con la benedetta proteina SPIKE, sembrano essere a rischio anche di sviluppare la temibile malattia grave cioè la polmonite interstiziale bilaterale.
Con grave compromissione degli scambi respiratori e addirittura necessità di assistenza ventilatoria meccanica (casi sporadici ma non rari e anche tra gli operatori sanitari purtroppo).
Non si riescono a reperire, neanche con ricerche approfondite, numeri e dati clinici grezzi disaggregati per Regione e Ospedale sull’entità del fenomeno (preoccupante). La nostra informazione di cittadini che pagano il canone per il servizio pubblico è totalmente in mano al mainstream pubblico e privato (pari son purtroppo). Un’informazione che spesso è monocorde, a senso unico, non permette il dialogo tra voci contrapposte e fornisce una Informazione di Stato piuttosto che un’informazione realmente libera e pubblica. Quindi è potenzialmente fuorviante.
Il problema clinico è molto serio, perché le voci che ci arrivano professionalmente dicono questo. E addirittura in alcune classi di età (maggiori di 80 anni) si sarebbe già verificato il temuto sorpasso di ricoveri tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. Il che ci lascia molto, ma molto perplessi sulla reale efficacia della vaccinazione.
Il Governo, con una larga fetta di milioni e milioni di cittadini indecisa e perplessa se non restia a vaccinarsi, spinge invece per allargare ulteriormente il cuneo tra cittadini di serie A cioè dotati della Tessera Verde (i doppio vaccinati) a cui propone come soluzione addirittura la terza dose di vaccino (e perché non poi la quarta e la quinta?) e i restanti Cittadini evidentemente reprobi e di serie B (non vaccinati e quindi privi della Tessera Verde). I quali viceversa perplessi da questi risultati e dalle voci e dai dati dei pesanti effetti collaterali dei vaccini (ampiamente sottostimati alla farmacovigilanza ufficiale) sono preclusi addirittura dei più basilari elementi di diritto costituzionale.
E sono sempre più a rischio viceversa di ricevere gli effetti pesantemente negativi dei comportamenti rischiosi ed avventati da “tana libera tutti” dei possessori di Tessera Verde, che si sentono in dovere spessissimo di non adottare più le elementari misure di igiene e sanità pubblica per contenere la epidemia tutt’ ora attiva (mascherine, igiene delle mani, assembramenti vari, treni, navi, crociere, rave party, finali di Europei di Calcio, assenza di isolamento e distanziamento).
Peccato però che dal punto di vista fiscale e tributario i Cittadini di serie A e di serie B pari sono, cioè contribuiscono ugualmente al bilancio della collettività statale. E però con una evidente sperequazione di risorse e diritti messi a loro disposizione: questo è inaccettabile.
La situazione è sempre più tesa e grave, perché Ottobre si avvicina a grandi falcate e con esso i primi freddi. Il venire meno del benefico effetto estivo del vivere all’aria aperta (vento, luce solare, radiazione UVA) con il conseguente rinchiudersi in ambienti chiusi e privi di aerazione o quasi. I dati di raffronto clinico tra Agosto 2020 e 2021 sono impietosi dimostrando che il “libera tutti” da Tessera Verde del 2021 associato alla campagna vaccinale di massa è stato sicuramente meno efficace sul contenimento di contagi, ricoveri e decessi rispetto all’ isolamento stretto e severo di oltre due mesi del 2021 (che aveva quasi completamente spento la epidemia).
La mia opinione personale è che il Governo dal punto di vista sanitario nell’ epidemia Covid-19 sta facendo una serie continua di sbagli ed errori, soprattutto ideologici. E non lo salverà probabilmente neanche l’avvento dei nuovi farmaci anti Covid come al solito costosi (anticorpi monoclonali), né le nuove tipologie di tamponi molecolari salivari.
Il Governo “talebanamente” continua a sbagliare, non promuovendo a dovere per esempio le terapie domiciliari precoci del Covid 19, che verosimilmente hanno un sicuro effetto benefico sulla malattia spezzando il legame che la unisce alla tempesta citochinica. Perché questa ostinazione? Anche alla luce del risibile costo di questi farmaci rispetto per esempio ai monoclonali.
In conclusione, forse sarebbe il caso che ci fosse un serio e radicale avvicendamento dentro la squadra di Governo che guida il Ministero della Salute (tutta, compreso lo staff e le Direzioni Generali più interessate) facendo ricorso a professionalità più in linea con le storiche interpretazioni e declarazioni della medicina preventiva delle pandemie, così come da libri di testo di Igiene e Sanità pubblica del Corso di Laurea di Medicina e Chirurgia. Credo che converrebbe anche al Paese, ai suoi Cittadini oltre che alla carriera politica del Premier Draghi.
Dott. Francesco Russo, Medico-Chirurgo, Ricercatore Confermato – Dipartimento di Scienze Chirurgiche
Università di Roma Tor Vergata
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