Stato di emergenza prorogato ancora? intanto l’autunno porta via i sogni…
L’estate è finita. L’anticiclone che regala sempre all’Italia un meraviglioso e lungo periodo di sole cede il passo alla pioggia autunnale. La fine dell’estate è sempre triste, perché obbliga a stare di più a casa e a sostituire le T-shirt colorate con tristi maglie a maniche lunghe. Quest’anno è ancora più triste, perché coincide con la difficile e dubbiosa riapertura delle scuole, con il rischio di non ritrovare il proprio posto di lavoro e il timore del ritorno della pandemia.
Le lunghe giornate al sole, l’allegria della spiaggia o le passeggiate nell’aria pura della montagna, ci davano la sensazione di un benessere che ci rendeva immuni dal Virus, ma l’allarme Covid-19 torna, più pesante che mai.
Il Virus, dopo aver “punito” i gaudenti del “Billionaire” e i privilegiati della Costa Smeralda, colpisce ora anche coloro che hanno semplicemente cercato di tornare alla normalità. Il virus è in agguato e non perdona. Cosa succederà con l’arrivo dell’inverno?
Le istituzioni e gli organi di informazione ci avvertono che il Covid non è indebolito e tornerà con maggiore virulenza. Quindi riprendiamo l’elmetto e prepariamoci a combattere quel “nemico invisibile” che potrebbe costringerci a un nuovo e drammatico lockdown.
In questi tempi di informazione a senso unico, affidata prevalentemente ai rappresentanti delle Istituzioni, che hanno condizionato l’informazione pubblica e privata, andare controcorrente è pericoloso, quasi come opporsi a Putin. Si rischia, se ci capite, di finire “suicidati”, con l’accusa di essere “negazionisti”, quindi disprezzati o “terrapiattisti”, quindi ridicolizzati. Ma quelli “sempre poco allineati” come cantava anni fa Mimmo Locasciulli, non possono rinunciare a far funzionare il cervello e continuano a porre domande, alle quali però nessuno sembra voler rispondere.
Appartengo, come avrete capito, a questa categoria. E mi pongo domande che riguardano il nostro futuro, dato che il passato, cioè il modo nel quale l’emergenza è stata affrontata, non è più modificabile.
Non sono un negazionista, il Virus c’è e non va sottovalutato. Utilizzo la mascherina nelle situazioni in cui va indossata, adotto tutte le precauzioni e seguo le raccomandazioni che ci vengono suggerite dagli esperti. Ma non riesco a condividere il sostanziale clima di terrore implicitamente favorito da alcuni atteggiamenti istituzionali, non solo italiani.
Se aumentano i contagi ma non il rischio…
Il numero dei contagiati a volte aumenta repentinamente. Ma è il frutto dei contatti, della superficialità individuale e della strafottenza oppure è semplicemente il frutto dell’aumento, altrettanto numeroso, dei test? La risposta come capite implica conseguenze e comportamenti molto diversi. Mi domando spesso cosa accadrebbe se, in astratto, potessimo fare tutti e contemporaneamente il test del Covid-19. Se dovesse risultare che su 60 milioni di italiani almeno 10 milioni sono positivi, ipotesi del tutto plausibile stando a molti studi internazionali e al rapporto tra tamponi e positivi, che succederebbe? Allarme, paura, clausura di massa e blocco totale dell’intera nazione?
Immagino di no, perché prima di decidere cosa fare i nostri esperti dovrebbero verificare se a tale aumento di contagiati corrisponde un analogo aumento dei ricoverati in terapia intensiva e il rapporto tra questi e la percentuale di decessi.
Perché se al crescere vertiginoso dei contagiati, non corrisponde un’altrettanto vertiginosa crescita dei ricoverati in terapia intensiva e dei decessi, la nostra strategia di risposta potrebbe, e dovrebbe, essere molto diversa. Insomma, quanto è pericolosa la situazione che stiamo vivendo e quanto ci dobbiamo preoccupare per l’aumento dei positivi asintomatici? La risposta, senza aver testato tutti gli italiani, ce l’ha già data in modo semplice e stranamente passato quasi inosservato, il Direttore dello Spallanzani il giorno che ha comunicato, alla stampa ed alle TV, di aver inoculato il vaccino al primo volontario.
La situazione era decisamente pubblica ed alla presenza del Presidente della Regione Lazio Zingaretti. Il Direttore, parlando dei passi successivi, ha detto chiaramente che la fase 2 e 3 della sperimentazione non verrà fatta in Italia, ma in centro America: “Perché al di là di quello che si dice, in questa fase in Italia non c’è questa catastrofe, non abbiamo tutti questi pazienti, questi malati…”.
Se non c’è la catastrofe, perché agitarne lo spauracchio?
Interessante. Non è un “negazionista” che parla, né un “terrapiattista”, un mitomane o un sedicente esperto. Ma piuttosto il leader del gruppo di lavoro che sta seriamente testando il vaccino anti Covid elaborato in Italia. Ha detto una corbelleria o ha detto qualcosa che non possiamo ignorare? Ma se il Covid in questo momento non rappresenta una emergenza, allora perché tanto “terrorismo” da parte dell’informazione giornalistica, soprattutto radiotelevisiva?
In sintonia con quanto detto dal Direttore dello Spallanzani, qualcuno sostiene che l’aumento dei positivi asintomatici – che probabilmente sono positivi già da molto tempo – sarebbe addirittura un fatto positivo e vantaggioso. Perché significherebbe che molti italiani hanno reagito bene al virus, forse grazie al loro sistema immunitario. Del sistema immunitario non si parla mai, eppure è la nostra arma principale. Conviviamo quotidianamente con tantissimi virus, che tuttavia neutralizziamo facilmente grazie al nostro sistema immunitario. Non varrebbe la pena di dedicare un po’ di attenzione al nostro sistema immunitario, magari per potenziarlo e migliorarlo? Ma nessun conduttore o esperto televisivo e nessuna inchiesta giornalistica sul virus ne parla. Si parla solo del vaccino, considerato fideisticamente come la soluzione definitiva. Una sorta di panacea di tutti i mali, che invece potrebbe non essere disponibile a breve o, peggio, proprio perché elaborato in modo frettoloso, essere addirittura pericoloso.
Aumentare o limitare i contatti? Questo il dilemma
Altri sostengono che non dovremmo avere paura dei contatti e che, anzi, dovremmo incentivarli, perché il contatto con chi è positivo asintomatico sarebbe conveniente. Secondo questa logica gli asintomatici sono dei diffusori del virus “a bassa intensità” e quindi andrebbero considerati alla stregua del vaccino, che appunto contiene il virus in stato depotenziato ovvero a bassa intensità.
Altri sostengono che il divertimento, il piacere di stare insieme, le vitamine trasmesse dal sole e dagli alimenti sani aumentano le nostre difese immunitarie e quindi combattono il virus molto meglio dello stare chiusi in casa. Hanno ragione? Chi può dircelo? Forse sono solo dei fanfaroni. Ma se avessero ragione?
Le domande che ci siamo fatti in questi mesi passati, sugli errori fatti dagli esperti o sul perché la Lombardia abbia avuto il 50% del totale dei decessi italiani, come le domande sulla correlazione tra la diffusione e pericolosità del Covid-19 e l’inquinamento ambientale o elettromagnetico (non dimenticate che a breve avremo il famigerato e molto più potente 5G) restano ancora senza risposta.
Come restano senza risposta i dubbi sulla possibilità, studiata e verificata nell’esercito USA, che ci sia un maggiore pericolo di contrarre il Covid-19 per coloro che si sottopongono al vaccino antinfluenzale.
Doveroso proteggere l’Italia da paure immotivate…
Queste domande ce le facciamo non per il desiderio di andare controcorrente o di mettere in discussione la serietà e l’impegno di chi lavora al servizio delle Istituzioni, ma perché amiamo il nostro Paese e vogliamo difenderlo, tutelando sia la salute dei cittadini che il futuro sociale ed economico dell’Italia.
L’esito del referendum e soprattutto l’esito delle elezioni regionali, secondo gli osservatori avrebbe rafforzato il Governo. Di certo hanno premiato chi ha saputo gestire al meglio l’emergenza del Covid-19. Non ci dispiace affatto. Ma non vorremmo che, siccome l’emergenza ha portato acqua al mulino del Governo, qualcuno voglia farci vivere in uno stato di emergenza senza fine.
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