Covid-19, gli errori. Il vento comincia a cambiare e qualche bandiera sventola in direzione opposta al solito vento freddo e cupo della paura al quale ci avevano abituati. In questi mesi non sono mancati “vortici” di analisi e studi con dati e numeri diversi dalla litania ufficiale. Non sono mancate “raffiche di vento” che hanno scoperchiato le certezze, lasciando macerie di verità. Qualcuno, non rassegnato all’impotenza della sorte dettata dal Virus, le ha raccolte e ha cercato di metterle insieme per capire e per vivere. Non solo sopravvivere. Ma qualsiasi brezza, ventata o tornado abbia tentato di dileguare la fitta nebbia in cui siamo finiti, è sempre bastato il monito del ricordo di quell’immagine della lunga fila di bare sui camion dell’esercito, per riportare tutto a un luttuoso e apocalittico silenzio.
Dare ricette ora, a giochi fatti, non serve a nulla. Ma qualcuno, come il prof. Alberto Zangrillo, primario del San Raffaele di Milano, che lo tsunami del Covid l’ha vissuto sulla propria pelle, comincia a urlare più forte. Sulla sua fronte non è possibile attaccare l’etichetta di complottista. Reclama l’autorevolezza della propria competenza e del proprio vissuto in prima linea, smentendo la narrazione che ci vuole ancora in balia dell’onda grossa. Non è solo. Studi internazionali dimostrano che la curva del virus ha fatto il suo percorso in ogni Paese indipendentemente dai tempi e modi del Lock Down applicato. O non applicato per nulla, come nel caso della Svezia.
E qualcuno, tra giuristi, medici e scienziati, comincia a chiedere conto delle scelte fatte. E sono conti pesanti. Per un giudizio storico si dovrà aspettare. Ma per valutare certe scelte, non serve aspettare i posteri. Di sicuro inizialmente si è fatto quello che si poteva fare e non c’era altra scelta. Lo tsunami improvviso e un virus sconosciuto giustificano il disastro iniziale.
Aver impedito le indagini autoptiche che avrebbero potuto dare informazioni importanti subito e salvare tante vite, è gravissimo.
Non aver dato nessun ascolto ai medici in trincea che hanno appurato la necessità di un aggiustamento della diagnosi, ignorandoli completamente, è gravissimo. Aver alimentato un clima di terrorismo che ha fatto morire in solitudine centinaia di anziani, è gravissimo. Aver mandato a casa le persone con i primi sintomi senza curarli finché non tornavano in ospedale in condizioni disperate, è gravissimo. Aver chiesto accoglienza dei malati Covid nelle RSA è gravissimo. Aver ignorato la terapia susseguente alla diagnosi corretta di malattia con danni cardiovascolari, mentre grandi medici e scienziati chiedevano disperatamente ascolto, è gravissimo.
Aver boicottato i test col “pungidito” perché il virologo, consulente della Regione, ha sottoscritto con la sua clinica un accordo economico con la ditta che invece produce i test sierologici, è gravissimo.
Aver fatto sentire una sola campana sulle reti ufficiali, trattando da eretici carbonari virologi che il mondo ci invidia, invece che promuovere una costruttiva collaborazione tra menti eccellenti, è gravissimo. Aver dato indicazioni contradittorie sulla contagiosità del Virus, prima parlando di pericolosità solo dei sintomatici, poi dei paucisintomatici, e solo dopo molte settimane degli asintomatici, invece di seguire il percorso efficace della tracciabilità, test e terapia, che avrebbe salvato tante vite ed evitato una totale bancarotta del Paese, è gravissimo. Aver alimentato una paranoia e terrore tale da vedere gente in macchina da sola o che cammina nel parco con la mascherina, creando danni alla propria salute senza nessun senso scientifico di prevenzione, è gravissimo. Aver organizzato una super task force di 300 esperti per partorire una Fase 2 che non prende in considerazione nulla di quello che avremmo dovuto imparare dal virus.
Non aver considerato poi la predisposizione di alcune categorie al contagio, né le diverse situazioni territoriali, è gravissimo. Aver costretto gli anziani, irragionevolmente, a non poter fare neanche un giro di palazzo e a restare soli e lontani dai loro affetti, è gravissimo.
E l’elenco sarebbe ancora lungo…
Tutto questo non significa tutti insieme allegramente allo stadio. Significa però dover predisporre le condizioni per assumere comportamenti realmente di prevenzione. Significa dover prendere in considerazione l’importanza, per la salute, di una condizione di benessere affettivo, sociale e di sopravvivenza economica. Nessuno critica gli errori. Giudicare dopo è facile. Ma perseverare nell’errore con arroganza e ignoranza è diabolico. Il giudizio, che speriamo non sia della giustizia penale, prima o poi arriverà. Ma che sia del popolo o della storia, qualcuno dovrà sperare che non sia troppo severo.
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