Covid-19, pillola Merck: farmaco contro il virus arriva in Italia
Arriva anche in Italia la pillola Merck per contrastare il Coronavirus. L’infettivologo Massimo Galli afferma che non sostituisce il vaccino. Il professore Mastroianni annuncia che va usata come prevenzione per i soggetti ad alto rischio
Nella giornata di oggi, 4 gennaio, arriva il primo farmaco contro il Covid-19 autorizzato dall’Aifa. Il prodotto antivirale Lagevrio (molnupiravir) prodotto da Merck sarà distribuito in tutta Italia.
Come si legge nella nota dell’Aifa sulla Gazzetta Ufficiale, “l’antivirale va impiegato nei pazienti adulti over 18 non ospedalizzati con malattia lieve moderata di recente insorgenza e con condizioni cliniche concomitanti che rappresentino specifici fattori di rischio per lo sviluppo di Covid-19 grave“.
Infatti, i principali soggetti per cui è stata pensata la pillola sono quei pazienti “ad alto rischio, come avviene per le monoclonali“, spiega Claudio Mastroianni, presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit).
“La pillola per essere efficace non deve essere assunta oltre i cinque giorni. La durata del trattamento, che consiste nell’assunzione di 4 compresse da 200 milligrammi due volte al giorno, è di 5 giorni” sottolinea il professore Mastroianni.
La selezione del paziente che potrà assumerla è destinata al medico generale e ai medici delle Usca. Tuttavia, anche tutti i medici che hanno modo di entrare in contatto con i pazienti Covid, potranno valutarne la prescrizione.
L’utilizzo del farmaco non è raccomandato alle donne in gravidanza. Infatti, il farmaco è contro indicato “per le donne che potrebbero iniziare una gravidanza e non utilizzano un contraccettivo efficace. Queste raccomandazioni sono fornite poiché gli studi di laboratorio su animali hanno dimostrato che dosi elevate possono influire su crescita e sviluppo del feto“, sottolinea Ema. Come si legge sul Il Quotidiano Nazionale.
Come afferma Mastroianni, “questo farmaco va usato come strumento precoce, non cura le persone intubate”.
“Nessuno pensi che sostituisca il vaccino, non è così” sottolinea l’infettivologo Massimo Galli.