Covid e fine vita. Ancora oggi, agli sgoccioli dello Stato di Emergenza, con un’altissima percentuale di vaccinati e con la macchina della campagna vaccinale perfettamente attiva, l’accesso ai letti dei pazienti al termine della loro vita è regolato dalle norme anti-Covid che, secondo quanto ci raccontano, sono legate ai primi momenti della crisi sanitaria Covid-19 e vengono tuttora applicate in modo arbitrario e confuso.
Abbiamo raccolto alcune dichiarazioni di Raffaele Varvara, infermiere e presidente del Comitato di Sana e Robusta Costituzione di Roma, che ha avviato l’iniziativa e la raccolta firme Riapriamo le Porte:
“Dopo il 31 marzo, data della fine dello Stato di Emergenza, il regolamento per far accedere i pazienti dei malati terminali cambierà ancora. Le norme in materia sono state scritte in maniera emergenziale e frettolosa e oggi sono da superare e adeguare al contesto attuale.
Queste leggi contengono contraddizioni enormi e incoerenze palesi, perciò di conseguenza sono interpretate e applicate in modo sempre diverso, anche irrazionale. Molti ospedali poi, per evitare tali incongruenze, impediscono direttamente tutte le visite. Perciò abbiamo lanciato l’iniziativa e la raccolta firme Riapriamo le Porte. Si tratta di un appello di civiltà non solo di compassione e umanità.
Abbiamo raccolto più di 50 firme in mezz’ora, consegnate al direttore sanitario Cesira Piscionieri, per cambiare questo sistema di cose. Il piano sul quale intendo comunicare con i medici è quello morale, etico, della sensibilità umana e non quello della prassi istituzionale e della burocrazia. Perché un malato morente non attende tamponi, tempi tecnici, ha bisogno di qualcuno al suo fianco. L’ultimo dei bisogni della vita, forse il primo per importanza.
Le leggi vanno rispettate, ma con buon senso, altrimenti la legge stessa viene compromessa e viene anche meno il giuramento di Ippocrate. Inoltre la stessa scienza medica ci dice in modo evidente che con un caregiver a fianco, una persona cara che si prende cura del paziente al suo fine vita, i livelli ormonali dello stress si abbassano.
Per questo mi appello alle leggi morali: non si può morire da soli. Prima del prossimo regolamento ci contatteremo via e-mail con il direttore sanitario. Speriamo davvero in un cambio di rotta”.
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