Da febbraio a oggi, in Italia solo 423 vittime del covid erano state vaccinate, su un totale di 35.776 decessi: l’1,2% del totale. Mentre l’età media dei pazienti vaccinati corrispondeva a circa 88 anni, con cinque comorbilità. “Una quota irrisoria di decessi”, commenta il virologo Fabrizio Pregliasco. “E questi numeri ci confermano che la vaccinazione è efficacissima e copre anche la variante Delta dalle forme gravi di malattia. Semmai – aggiunge – ritengo che sia necessaria la terza dose per i soggetti più fragili, perché secondo la nostra osservazione i titoli anticorpali, in questa fascia di popolazione, sono calati. Da ottobre in poi le difese immunitarie degli anziani vanno rinforzate”.
E a confermare i numeri su scala nazionale è la piccola Rsa calabrese “Antonino Messina” di Sant’Eufemia di Aspromonte. Sebbene la prima e la seconda ondata di Covid non abbiano mai colpito la struttura e nonostante l’attenzione meticolosa alle misure di sicurezza e prevenzione, a luglio la Delta non ha risparmiato i 21 ospiti della Rsa. In tre giorni, il centro si è autoisolato. Tutti gli anziani non autosufficienti del centro, vaccinati con due dosi a gennaio scorso, sono risultati positivi. Ma la maggior parte di loro hanno resistito alla malattia rivelando sintomi simil-influenzali.
Solo cinque anziani, con gravi comorbilità, non ce l’hanno fatta. “Erano persone con patologie gravissime che avevano sviluppato pochi anticorpi nonostante le due dosi di vaccino”, spiega la direttrice sanitaria Carmela Cannizzaro. “Se i nostri ospiti non avessero ricevuto il vaccino, qui ci sarebbe stata un’ecatombe”, aggiunge la direttrice Rossana Panarello, che ha blindato la struttura per settimane e ha messo in quarantena tutti i 27 operatori. Solo sei di loro hanno subito l’infezione. Ma, dopo pochi giorni di lieve febbre e mal di gola, la situazione si è ristabilizzata. Un esempio evidente di quante morti abbia risparmiato il vaccino, nonostante la Delta.
Ma il caso calabrese non resta isolato. Infatti analoga è la situazione sanitaria della Campania, dove pare che il 95% dei morti quotidiani per il virus non avesse ricevuto il vaccino. In Sardegna emerge invece che i non vaccinati invadono soprattutto le corsie delle aree Covid. Le terapie intensive toccano invece anche agli immunizzati, spesso anziani fragili con scarsa copertura anticorpale. Al Trivulzio di Milano, la nuova ondata ha lasciato indenne la struttura che attualmente è covid-free. Ma l’attenzione è altissima. Ieri 69 decessi (mai così tanti dallo scorso 11 giugno), i contagi sono 7.162 con il tasso di positività che è ora al 3,2 per cento.
Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del San Martino di Genova, si è esposto a riguardo. “Basta terrorizzare gli italiani con i dati sui contagi, quello che conta è che finiscono in terapia intensiva e muoiono quasi solo i non vaccinati”. Intanto le autorità sanitarie accelerano sulla terza dose. Oltre 155 milioni di persone la potranno ricevere dal 20 settembre. “I dati disponibili – spiegano gli esperti – mostrano che la protezione contro il SARS-CoV-2 inizia a diminuire nel tempo dopo le iniziali dosi di vaccino e, in associazione con la variante Delta, cominciamo a vedere le prove di una ridotta protezione contro sintomi lievi e moderati della malattia”.
Intanto, dalla bozza del monitoraggio emerge che, per la seconda settimana consecutiva l’indice Rt, che la scorsa settimana era a 1,27, è in discesa e si attesta a 1,1. L’ulteriore ribasso conferma una tendenza in atto già da alcune settimane (il 6 agosto era ad 1,56) e porta la replicazione del virus quasi a livelli soglia. In lieve aumento l’incidenza, passata secondo i dati Iss da 68 a 69 casi per centomila abitanti (nel periodo 9-15 agosto), mentre i dati in tempo reale fotografano una sostanziale stabilità.
I valori stabili registrati nei reparti di terapia intensiva (10%) e area medica (17%) hanno indotto il governo Draghi a non assumere ordinanze restrittive almeno per il momento. Non ci sarebbe, infatti, un cambio di colore per la Sicilia da bianco a giallo: secondo quanto si apprende i parametri sarebbero ancora dentro le soglie. La zona bianca nazionale sarà monitorata e alla fine della prossima settimana, in base agli indicatori, si vedrà. Un sospiro di sollievo soprattutto per ristoratori, titolari di bar e pub, che già si preparavano alla stretta, nonostante il passaggio in “giallo” non sarebbe stato comunque drastico.
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