Covid. Sardegna, Sicilia, Veneto, Lazio e Campania a rischio zona gialla
Preoccupano i dati della settimana: l’Rt medio passa da 0,66 a 0,91 e alcune regioni temono il ritorno alla zona gialla
Lo spettro della variante Delta continua a perseguitare gli italiani. La curva del virus continua a salire e diversi territori, col passare dei giorni, si avvicinano alla zona gialla. Lunedì 19 luglio nessuna regione cambierà colore, ma il 26 luglio l’Italia comincerà a tingersi di giallo e vedrà il ritorno di alcune restrizioni.
Le regioni a rischio
A rischio sono la Sardegna (33,2), la Sicilia (31,8), il Veneto (26,7), il Lazio (24), la Campania (21,7), ma nulla è scontato: perché alcune regioni hanno visto l’incidenza diminuire da una settimana all’altra e perché i parametri per la definizione delle zone potrebbero cambiare.
I dati: i numeri aumentano rapidamente
Il dato a cui gli scienziati guardano è quello dell’incidenza di casi ogni 100 mila abitanti in una settimana: sopra i 50, si esce dalla fascia bianca. E l’ultimo monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità, aggiornato a oggi venerdì 16 luglio, rileva che l’incidenza media resta sotto i 50 casi per 100 mila abitanti ogni sette giorni, ma preoccupa il rapido aumento di questo dato cruciale, “con quasi tutte le Regioni e province autonome classificate a rischio epidemico moderato”. Sale decisamente anche l’Rt medio calcolato sulle persone sintomatiche, che passa da 0,66 della settimana scorsa a 0,91. A rischio basso solo Valle d’Aosta e provincia di Trento.
Pareri e indicazioni degli esperti
Gli scienziati annotano che “la circolazione della variante Delta è in aumento in Italia ed è atteso che diventi presto prevalente“. E poiché questa variante sta portando a un aumento dei casi in altri Paesi con alta copertura vaccinale, “è opportuno realizzare un capillare tracciamento e sequenziamento dei casi” ed è “prioritario raggiungere una elevata copertura vaccinale e il completamento dei cicli di vaccinazione”.
I nuovi parametri
I parametri per la classificazione delle aree di rischio saranno rivisti tenendo in maggior conto il numero dei ricoveri, come richiesto dalle Regioni. A cambiare potrebbero essere anche le regole delle varie zone. Infatti il governo si prepara al varo di un decreto che potrebbe regolare gli accessi ad alcuni eventi o servizi vincolandoli al green pass. In attesa dei nuovi parametri per la classificazione delle aree a rischio, alcune Regioni hanno deciso di varare ordinanze che impongono tamponi a chi arrivi dall’estero. Scontata, a questo punto, sembra la proroga dello stato di emergenza, in scadenza al 31 luglio, per almeno due o tre mesi.
Il nuovo indicatore
Dunque il rischio medio nazionale di divenire gialli è attualmente pari a 0,18. Le previsioni sono frutto di un nuovo indicatore che misura il rischio delle regioni di entrare in zona gialla. L’indicatore considera in un determinato arco di tempo il numero di nuovi casi in una data Regione e contemporaneamente il numero di persone lì vaccinate. Dunque, dal momento che un numero di contagi elevato in una regione in cui il numero di vaccinati è altrettanto elevato non dovrebbe preoccupare troppo, rapporta il numero di contagi con il numero di vaccinati. Utilizzando questo indicatore è possibile mettere in atto azioni preventive prima ancora che le ospedalizzazioni aumentino. Le motivazioni sono evidenti: agire quando le ospedalizzazioni sono già aumentate significa agire tardivamente. Ed è ciò che si è verificato in relazione alla seconda ondata lo scorso autunno.