Crisi delle sale cinematografiche a Roma, Rocca: “Ora un piano di rilancio”
Dopo l’appello lanciato dal mondo dello spettacolo, la Regione Lazio ha promesso di aprire un tavolo di confronto per cercare soluzioni
Roma, capitale del cinema italiano, rischia di perdere completamente le sale cinematografiche. Il fenomeno della chiusura delle sale storiche si è aggravato negli ultimi anni, complice una crisi strutturale del settore, accelerata dalla pandemia e dai nuovi modelli di fruizione digitale. Ora, dopo l’ennesimo appello lanciato dal mondo dello spettacolo, la Regione Lazio ha promesso di aprire un tavolo di confronto per cercare soluzioni.
A farsi portavoce dell’allarme è stato il governatore della Regione Lazio, Francesco Rocca, che ha annunciato un incontro con esercenti, Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Digitali) e i presidenti delle commissioni Urbanistica e Cultura, con l’obiettivo di trovare una sintesi e un piano di rilancio.
La crisi delle sale cinematografiche non è solo un problema economico, ma una questione culturale e sociale che investe il futuro del cinema italiano e il ruolo della settima arte nel tessuto urbano della Capitale.
Roma e la chiusura delle sale: un’emorragia inarrestabile?
Negli ultimi vent’anni, la Capitale ha assistito a una chiusura progressiva delle sue sale cinematografiche. Dai fasti della Dolce Vita e degli anni d’oro del cinema italiano, quando le sale erano il cuore pulsante della cultura romana, si è passati a una desertificazione preoccupante del settore.
Tra i cinema storici che hanno abbassato le serrande o si trovano in una situazione precaria ci sono:
- Il Cinema Maestoso, sulla via Appia, ormai abbandonato da anni.
- L’Adriano, una delle sale storiche di Prati, chiuso e in attesa di un rilancio.
- Il Metropolitan, trasformato in un centro commerciale.
- L’America, che ha chiuso nel 2017 dopo una lunga battaglia per mantenerlo attivo.
In totale, negli ultimi anni oltre il 50% delle sale cinematografiche romane ha chiuso o riconvertito gli spazi per altre attività commerciali, un dato allarmante per una città che dovrebbe essere la culla del cinema italiano.
Le cause della crisi: dal Covid alle nuove abitudini di fruizione
Le ragioni di questa emorragia sono molteplici, e la pandemia ha solo aggravato una crisi che era già in atto.
1. Il ruolo della pandemia e le decisioni politiche
Il lockdown e le restrizioni sanitarie hanno colpito duramente i cinema, che sono rimasti chiusi per mesi mentre altri settori, come la ristorazione, hanno avuto margini di ripartenza più ampi.
Secondo il governatore Rocca, la sinistra ha penalizzato il settore durante la gestione dell’emergenza Covid, favorendo il crollo della frequentazione delle sale. La chiusura prolungata ha cambiato le abitudini degli spettatori, spingendoli verso lo streaming e il consumo domestico di contenuti audiovisivi.
2. L’ascesa dello streaming e il crollo degli incassi
L’esplosione delle piattaforme come Netflix, Amazon Prime Video e Disney+ ha ridefinito il modo in cui le persone fruiscono dei film.
- Il pubblico giovane, che un tempo rappresentava la spina dorsale delle sale, ora preferisce guardare contenuti da smartphone e tablet.
- Le famiglie e il pubblico adulto, invece, scelgono sempre più spesso di godersi i film direttamente a casa, evitando i costi del biglietto e degli spostamenti.
I numeri parlano chiaro: nel 2023, gli incassi cinematografici in Italia sono stati inferiori del 40% rispetto al periodo pre-pandemia, e Roma non fa eccezione.
3. Costi di gestione insostenibili
Mantenere aperta una sala cinematografica a Roma è diventato economicamente insostenibile.
- Aumenti delle bollette e dei costi energetici
- Affitti elevati e politiche urbanistiche poco favorevoli
- Mancanza di incentivi per la digitalizzazione delle strutture
Tutti questi fattori hanno reso la gestione delle sale un’impresa sempre più difficile.
Possibili soluzioni: come salvare le sale cinematografiche romane?
Il tavolo di confronto annunciato dalla Regione Lazio sarà fondamentale per delineare strategie concrete per il rilancio delle sale.
Tra le possibili soluzioni:
1. Incentivi economici e sgravi fiscali per gli esercenti
Il cinema è un patrimonio culturale, e come tale deve essere tutelato. Sgravi fiscali, contributi regionali e agevolazioni sui costi di gestione potrebbero aiutare le sale a restare aperte.
2. Riqualificazione delle sale come centri culturali polifunzionali
Molti cinema storici potrebbero essere riconvertiti in spazi culturali ibridi, che non ospitano solo proiezioni ma anche eventi, dibattiti e spettacoli dal vivo.
3. Campagne di sensibilizzazione e politiche di bigliettazione agevolata
Per riportare il pubblico nelle sale servono campagne di comunicazione mirate, promozioni e agevolazioni per studenti e famiglie. Un modello vincente potrebbe essere quello adottato in Francia, dove il sostegno pubblico al cinema ha permesso di contenere la crisi.
4. Maggiore integrazione con le piattaforme streaming
Un’idea innovativa potrebbe essere la collaborazione tra cinema e piattaforme streaming, con anteprime esclusive e iniziative che rendano l’esperienza in sala più attrattiva rispetto alla visione domestica.
Roma può ancora essere la capitale del cinema?
La crisi delle sale cinematografiche a Roma è uno specchio della trasformazione del settore audiovisivo, ma anche un problema culturale e identitario per una città che ha fatto la storia del cinema.
Se non si interviene rapidamente, le poche sale rimaste rischiano di scomparire, trasformando la Capitale in una metropoli senza un vero circuito cinematografico. Forse l’apertura di un tavolo di discussione e l’attenzione crescente sul tema dimostrano che esiste ancora una possibilità di salvare il cinema romano.
Roma non può perdere il suo cinema: le istituzioni, gli esercenti e il pubblico devono lavorare insieme per dare nuova vita alle sale e preservare un patrimonio che appartiene a tutti.