Da Largo Agnesi puoi toccare il Colosseo ma è abbandonato a un degrado disarmante
Largo Agnesi, una sorta di terrazza sospesa su via dei Fori Imperiali, da cui è possibile ammirare il monumento più visitato d’Italia e tra i più amati del mondo
C’è un luogo a Roma, dove si può quasi toccare il Colosseo con una mano. Si tratta di una piccola piazza, una sorta di terrazza sospesa su via dei Fori Imperiali, da cui è possibile ammirare il monumento più visitato d’Italia e tra i più amati del mondo.
La piazza sulla meraviglia è Largo Gaetana Agnesi. Siamo nel Rione Monti, a due passi dal parco di Colle Oppio, alle spalle San Pietro in Vincoli, con il Mosè di Michelangelo, di fronte il Celio, da un lato l’Arco di Costantino e poco più in là il Palatino, dall’altro i tesori di San Clemente e della Basilica dei Santi Quattro Coronati. E poi meraviglie su meraviglie, dovunque si volga lo sguardo.
Qui, ogni giorno, migliaia di turisti accorrono per imprigionare sua maestà nella foto delle foto, l’immagine-ricordo che porteranno per sempre nel cuore e che mostreranno con orgoglio ed entusiasmo una volta tornati in patria.
Arrivano con ogni mezzo, dal monopattino all’auto noleggiata o semplicemente a piedi, li vedi camminare con la testa fissa verso la meraviglia, la bocca aperta, quasi increduli, annientati da una bellezza che supera ogni immaginazione, percorrono quei pochi metri che li separano dal muretto che delimita la piazza per poi affacciarsi e rimanere senza fiato prima di scattare la foto che vale tutto il soggiorno nella città eterna.
Eppure, questo luogo, il luogo più iconico di Roma, è abbandonato a un degrado difficile da immaginare e da raccontare, tanto è vergognoso quanto inspiegabile. Rifiuti ovunque, scritte vandaliche sui muri, cartelli deturpati, aiuole totalmente prive di erba, fioriere usate come cassonetti dell’immondizia, per non parlare dei venditori abusivi di biglietti per la visita del Colosseo o di quelli che vendono di tutto, dagli ombrelli alle bibite fresche, dalla bigiotteria etnica alle guide multilingue della città e che assaltano i turisti come avvoltoi affamati sulla preda. Per anni, il problema del degrado è stato attenzionato in ogni modo agli amministratori di questo o di quel colore con risultati prossimi allo zero. Talvolta si è ottenuta una pulizia alla meno peggio che non ha mai portato a una soluzione del problema.
Un luogo del genere, dovrebbe essere tenuto in palmo di mano, dato che poi, le immagini dell’abbandono vanno in tutto il mondo esponendo la città e chi la amministra a un sacrosanto giudizio impietoso. I vasi, per esempio, attendono da anni quei fiori il cui posto è preso invece da montagne di rifiuti abbandonati al loro interno. Nulla di più difficile. Un’impresa titanica destinata solo all’insuccesso.
Ci ha provato anche il Presidente della Commissione Ambiente del I Municipio, Stefano Marin, l’unico che ha ascoltato il grido di dolore e rabbia di quanti hanno protestato sui social per le condizioni della piazza. Nonostante i suoi tentativi, lettere protocollate, richieste, nulla è cambiato e i vasi continuano a fungere da cassonetti dell’immondizia. C’è altro che si può fare per attenzionare a chi di competenza la vergognosa situazione in cui versa la terrazza sul Colosseo?
Quanto bisognerà attendere ancora perché il miracolo avvenga? Possibile che la messa a dimora di qualche fiore richieda più tempo della costruzione di un termovalorizzatore? Noi non ci arrendiamo e proviamo con questo articolo a smuovere nuovamente le coscienze. Chissà che lassù, in Campidoglio, qualcuno non ci ascolti, una buona volta…