Abitanti privi di una prospettica futura, senza basi culturali degne, dediti solo a commettere reati per vivere, certamente contribuiscono ad aumentare la pericolosità con un alto tasso di delinquenza, l’emarginazione e il degrado. Se non hai futuro, non c’è domani, non c’è nemmeno cura per il luogo in cui vivi. Tutto è approssimativo, temporale, vacuo. La vita stessa non vale niente. Diventa difficile pretendere da queste persone un margine di sicurezza e di tolleranza.
Comunque i dati del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, che periodicamente valuta l’indice di criminalità delle città in relazione alle differenti tipologie di crimine, ha permesso di stilare una classifica dei quartieri più pericolosi delle varie città italiane.
Il quartiere più pericoloso in Italia è Librino, situato nella periferia di Catania, che sorge su una grande area abitativa a sudovest della città e che costituisce una vera e propria roccaforte dello spaccio di stupefacenti, a cui si associa traffico d’armi, furti e omicidi.
Al secondo posto c’è il famoso quartiere Zen di Palermo, un ghetto abbandonato a sé stesso, dove gli stupefacenti sono disponibili a ogni ora del giorno e della notte e dove la maggior parte delle famiglie vive in condizioni disagiate all’interno di veri e propri tuguri e in mezzo ai rifiuti.
Al terzo posto si trova il quartiere Forcella di Napoli, che insieme a Scampia e ai Quartieri Spagnoli, costituisce il nucleo di emarginazione sociale e microcriminalità del capoluogo partenopeo.
Al quarto posto c’è Corviale a Roma, considerato tra i più malfamati d’Italia, dove lo spaccio di cocaina avviene alla luce del giorno.
Segue il quartiere di Quarto Oggiaro a Milano, dove è possibile trovare facilmente la metanfetamina che è considerata tra le droghe più pericolose in assoluto.
Al sesto posto c’è il quartiere Le Vallette di Torino, che ospita anche il carcere e dove la delinquenza giovanile arriva a percentuali altissime.
Infine, Begato di Genova è tra i più malfamati di tutto il Paese, soprattutto per l’elevata densità abitativa concentrata in agglomerati di edifici fatiscenti che fungono principalmente da dormitorio.
Se le nostre città sono meno sicure la colpa è un po’ nostra e un po’ della nostra storia, una storia di perdita di cultura a vantaggio dei Talent, dei Grande Fratello, dei Cinepanettoni, del successo facile, delle lottizzazioni della politica, che sfrutta i beni del Paese, svende le sue aziende e non risolve nessun problema, causando l’allontanamento degli elettori dalle urne. In un recente rapporto del Censis si parla di un popolo italiano che per l’80% vede il proprio Paese in declino, con il terrore che possa scoppiare una guerra mondiale, dalla quale non saremo in grado di difenderci.
Una società addormentata, o meglio rassegnata alla perdita di diritti, di opportunità di crescita, con un’unica prospettiva, quella della fuga (tra i 18 e i 34 anni, in 36mila sono fuggiti all’estero nell’ultimo anno!). Tra una ventina di anni saremo 8 milioni di meno e non si potranno pagare più le pensioni, a meno che non integriamo milioni di nuovi italiani dal Terzo Mondo. Aumentare le nascite, come chiede una parte politica, lo vedo difficile, senza un sostegno assistenziale adeguato, senza strutture, con la sanità sempre più privatizzata e la scuola in declino.
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