Santone o prescelto dal Signore? Mago da strapazzo o persona onesta? Sono questi gli interrogativi che ruotano ormai da anni intorno alla particolare figura di Dario Gritti, dj reinventatosi devoto, fondatore della comunità “Innamorati di Gesù e della Madonna”. Venuto da Bergamo e approdato nel 2013 nella Diocesi di Palestrina al seguito dell’ormai ex Vescovo Domenico Sigalini, Gritti ha diviso immediatamente l’opinione pubblica: da una parte quelli che lo accusavano di essere un mistificatore, uno dei tanti sedicenti maghi che lucrano sulle speranze di disperati e malati. Dall’altro l’enorme seguito che aveva ricevuto, non solo a Palestrina ma anche nei dintorni: Labico, Valmontone, Gallicano nel Lazio, Cave i tentacoli dell’associazione “Innamorati di Gesù e della Madonna” erano arrivati a lambire persino Artena e San Vito Romano.
In particolare, ciò che lasciava increduli nell’operato di Gritti, che avrebbe sostenuto di essere molto vicino all’esorcista Padre Gabriele Amorth, erano gli “show” spettacolari con cui il sedicente esorcista liberava dalla possessione del demonio, semplicemente imponendo le mani. Un copione già visto, che se ad alcuni ricorda pellicole di serie B o grandi cult del cinema, dal 2013 erano diventati la realtà, con una grande affluenza anche di giovanissimi e soprattutto con location importanti: addirittura la Cattedrale di Sant’Agapito, da dove era iniziato lo showbiz, in totale assenza di sacerdoti. Solo un laico dalla verve esagerata e stuoli di adoratori convinti di aver ospitato il demonio dentro di sé prima del fatidico incontro. Queste preghiere avevano, giustamente, provocato la sollevazione prima di giornalisti locali, che non hanno mai smesso di gridare alla truffa, e poi anche del sindaco De Angelis, che avevano costretto il protettore di Gritti, il Vescovo Sigalini, a spostare le pratiche del santone in chiese minori della diocesi, guidate da parroci più propensi a chiudere un occhio.
Dopo circa sei anni, finalmente, la Santa Sede ha decretato lo scioglimento dell’associazione, sostenendo di aver riscontrato “abusi gravi della disciplina ecclesiastica e scandalo per i fedeli provocati dal Fondatore [..] nello svolgimento delle catechesi e nella vita interna dell’associazione” e poiché, sempre secondo il Dicastero, l’associazione non potrebbe continuare a esistere scissa dal suo fondatore, la soppressione si ritiene “necessaria”. Sono in molti a gridare, ironicamente, al miracolo. Forse l’influenza dell’ormai ex Vescovo Sigalini non bastava più a proteggere Gritti? O ha perso l’appoggio di Gesù stesso? Per ora non è dato sapersi, come resta avvolta nel mistero la provenienza dei fondi con cui Gritti e gli Innamorati sovvenzionavano i loro spostamenti, la realizzazione delle inconfondibili felpe blu con cuore bianco e lo slogan dell’associazione, per non parlare di pranzi, cene e l’edificazione di una villa a Colle Palme mai portata a compimento (grazie al cielo?). Resta da chiedersi cosa ne sarà di Gritti ora che, finita l’esperienza da dj, è venuta meno anche quella da esorcista.
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