L’11 marzo 2020, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dichiara la pandemia di COVID-19. Come diretta conseguenza, l’attuazione di numerose strategie per prevenire la diffusione del virus. Dalle mascherine, all’igiene delle mani, al distanziamento fino alla chiusura totale con un lockdown. Comportamenti che hanno inevitabilmente minato il benessere psicologico della popolazione sui diversi contesti psicologici e sociali.
In particolar modo rispetto a un elemento fondamentale dell’essere umano quello che riguarda la sfera sessuale, la cui dimensione contribuisce fortemente alla qualità di vita e alla salute psicofisica. I rapporti intimi e il comportamento sessuale sono stati inevitabilmente scoraggiati dalla natura dei provvedimenti messi in atto per prevenire la trasmissione del virus. E si sono sommati a tutta un’altra serie di reazioni emotive (ansia, paura, depressione, rabbia) che hanno modificato la vita di coppia e quella dei single.
Di quest’ultimi ci si è preoccupati meno in riferimento all’evoluzione delle relazioni sessuali. Risultando invece essere la categoria che ha sofferto maggiormente le conseguenze dovute proprio alle restrizioni. L’interruzione delle relazioni sociali non ha concesso alcun tipo di nuovi incontri e quindi possibili nuovi partner con i quali poter stabilire relazioni sociali e rapporti sessuali, circoscrivendo ogni appagamento esclusivamente alla propria persona. L’unica alternativa è stata rappresentata dalla masturbazione, comportamento questo che in sé conserva molte delle prerogative intrinseche alla psicologia sessuale dell’individuo, come ad esempio le fantasie erotiche e il funzionamento del proprio corpo, ma che al contempo toglie la possibilità di condividere l’intimità e lo scambio passionale.
Il COVID-19 ha portato ad un incremento dell’autoerotismo anche in conseguenza della grande disponibilità di tempo libero dato dalle nuove formule come lo smart-working. E grazie anche all’enorme offerta della pornografia virtuale. Quello del diffuso utilizzo della pornografia su internet è stato verificato dai dati pubblicati dal portale Pornhub e dal traffico mondiale riferibile ai canali a luci rosse che ha raggiunto un +24,4% proprio nel periodo di lockdown, con un aumento in Italia addirittura del +57%.
Per i partner non conviventi l’esperienza pandemica ha trasformato la routine sessuale, riorganizzandola in funzione della difficoltà di incontrarsi fisicamente. Le nuove strategie messe in atto hanno trovato terreno fertile proprio attraverso l’utilizzo di canali virtuali disponibili con le nuove tecnologie. All’interno dei quali si sono potute attuare quelle pratiche come il sexting, lo scambio di foto e video e giochi sessuali con i quali si è riusciti qualche modo a mantenere viva la passione. Poiché l’esperienza sessuale non richiede necessariamente il contatto fisico ma è costituita da una serie di stimoli (fisici, visivi, uditivi e psicologici), la sessualità virtuale è stata un’ottima alternativa, grazie alla quale si è comunque incoraggiato l’uso dell’immaginazione e della fantasia per rispondere alle personali spinte erotiche.
Lo studio del “Kinsey Institute” evidenzia come le nuove forme di attività sessuale non soddisfano totalmente l’individuo, poiché permane un forte senso di frustrazione sessuale ed emotiva dovuta ad una non completa rappresentazione e condivisione con l’altro nel vissuto concreto dell’atto.
Tra le coppie conviventi si distinguono due situazioni opposte. Da un lato, il maggior tempo trascorso con il partner è stata un’opportunità per ridefinire e incrementare la frequenza dei rapporti sessuali, affinare la comunicazione e rafforzare l’intimità. Dall’altro, la routine ci ha messi di fronte a sfide continue. Le nuove modalità lavorative, le instabilità finanziare, la presenza costante dei bambini in casa, la paura e l’umore depresso hanno influenzato fortemente le attività sessuali della coppia. La riorganizzazione del quotidiano non sempre ha trovato come epicentro il bisogno dell’esperienza sessuale tra partner, riconducendo la coppia più a soddisfare i bisogni organizzativi e gestionali della famiglia e dello spazio di convivenza limitando in alcuni casi le possibilità di incontro e di vera e propria intimità.
Un contesto, nelle relazioni che precedentemente presentavano conflitti interpersonali, che ha visto accrescere enormemente la conflittualità e diminuire la complicità sessuale spostando la coppia all’interno di una spirale di continue tensioni e all’impoverimento del desiderio.
Un grande impatto dal punto di vista della sessualità si ha avuto anche per quanto concerne i rapporti extraconiugali. L’impossibilità, a causa del divieto di spostamento, ha creato ostacoli insormontabili facilmente intuibili che, in alcuni casi non hanno permesso di esercitare quella funzione puramente equilibratrice di alcune coppie. Fomentando in altre, risposte emotive che hanno determinato la definitiva rottura del rapporto di coppia. I dati in riferimento all’aumento di richieste di divorzio possono essere ricondotti anche a tali situazioni.
La pandemia di Covid-19 ha messo a dura prova la sfera sessuale. Sebbene l’astinenza sia stata la misura più sicura dal punto di vista preventivo, praticarla, oltre che risultare difficile, ha innescato risposte disfunzionali nella psiche umana. Il senso di colpa, la riduzione dell’autostima e soprattutto i benefici psicofisici che la sessualità apporta al benessere della persona, sono indiscussi per la scienza e ogni limite diviene prerogativa assoluta di malessere.
Vero anche che reinventare e adattare la sessualità alle nuove esigenze relazionali ha rafforzato da un lato il valore intrinseco della sfera sessuale in ognuno di noi, ma dall’altro ha sicuramente penalizzato il benessere dell’individuo. Il quale ha dovuto ricercare il soddisfacimento non più attraverso la condivisione, ma riadattando il tutto ad una mera artificiosità che come effetto collaterale può portare a nuove forme d’insicurezza. Una reale valutazione di ciò che è accaduto dal punto di vista della sfera sessuale lo si avrà solo nel corso dell’evoluzione pandemica e le conseguenze a lungo termine sul benessere sessuale sono a oggi solo ipotizzabili.
In collaborazione con la Dott.ssa Eleonora Ceraso
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