D’Amato: “I medici italiani sono i meno pagati in Europa, non stupisce se i giovani fuggono”

Tra il 2015 e il 2022, le retribuzioni dei medici italiani hanno subito una diminuzione del 6,2%

giovani medici in piazza

Giovani medici in piazza

I dati diffusi dalla Federazione Europea dei Medici Salariati (FEMS) mettono in evidenza una situazione preoccupante per l’Italia: i medici italiani sono i meno pagati in Europa. A lanciare l’allarme è il Consigliere regionale e responsabile Nazionale Welfare di Azione, Alessio D’Amato, che in un comunicato stampa ha sottolineato le gravi implicazioni di questa realtà sulla sostenibilità del nostro Servizio Sanitario Nazionale.

Tra il 2015 e il 2022, infatti, le retribuzioni dei medici italiani hanno subito una diminuzione del 6,2%, una tendenza che non solo impoverisce i professionisti della salute, ma mina anche la capacità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) di trattenere e valorizzare le sue risorse umane.

Ogni anno, circa 10.000 giovani medici scelgono di trasferirsi all’estero, attratti da Paesi che offrono stipendi più competitivi e migliori condizioni di lavoro. Questo esodo rappresenta una minaccia concreta per la tenuta del Sistema Sanitario Nazionale, già segnato da anni di tagli e sottofinanziamenti, afferma nella nota stampa D’Amato.

Secondo il Consigliere regionale, la situazione richiede un‘urgente inversione di rotta nelle politiche di finanziamento della sanità. “Per garantire un servizio sanitario all’altezza delle necessità dei cittadini”, ha dichiarato, “è fondamentale un immediato cambio di rotta, con maggiori opportunità di carriera e crescita professionale”. Tuttavia, la recente legge di bilancio non ha fornito risposte concrete.

Le implicazioni di queste problematiche non sono da sottovalutare: la difficoltà di trattenere i medici sul territorio nazionale potrebbe infatti avere conseguenze a lungo termine sulla qualità e la disponibilità delle cure per i cittadini italiani. Mentre l’Italia si trova ad affrontare una pressione crescente sul proprio sistema sanitario, la questione delle retribuzioni e delle condizioni di lavoro dei medici si presenta come una priorità non più rimandabile.

L’allarme lanciato da D’Amato non è solo un richiamo alla politica, ma un appello a riconsiderare l‘importanza del capitale umano nella sanità pubblica e la necessità di investire nel futuro del SSN, per garantire un’assistenza sanitaria all’altezza delle necessità dei cittadini.

*Foto tratta dal portale online “Sanità e Informazione”