Categorie: Ambiente

Danza con Orcas

La caccia era stata cruenta. Le enormi orche, lunghe fino a sette metri, erano arrivate fin sul bagnasciuga per catturare i giovani leoni marini che tentavano di avventurarsi nell’oceano. Poi, improvvisamente, l’acqua alle loro spalle, era esplosa. Nemmeno il tempo di voltarsi che quella bocca comparsa dal nulla, li aveva afferrati e portati al largo dove la famiglia della giovane orca stava aspettando, reclamandola, la propria parte.

Sembra la trama di un film e, per certi versi, potrebbe ispirarlo. Eppure è solamente uno dei centinaia di attacchi di orche ai danni dei leoni marini cui Roberto Bubas ha assistito negli anni passati a Punta Norte, nella Penisola Valdès in Argentina.

Guardafauna dal 1992, Bubas ha passato diversi anni in quelle zone selvagge e di incredibile bellezza che lo hanno portato ad avere un contatto con gli animali diretto e, senza dubbio, speciale. Il rapporto che è riuscito ad instaurare con le orche che cacciano in quelle acque, ha qualcosa di magico.

Per sei anni al lavoro a Caleta Valdès, dove ha iniziato il suo progetto legato alle “balene assassine”, si è trasferito successivamente a Punta Norte dove è rimasto per altri sei anni. Qui, Bubas, aveva avuto modo di approfondire i suoi studi e il particolare rapporto con le orche, ormai, divenute sue amiche.

La Penisola Valdès è nota in tutto il mondo per la particolarità della caccia alle otarie adottata dalle orche che, stagionalmente, pattugliano quelle acque e, è proprio il caso di dirlo, quelle spiaggie.

I predatori, infatti, scrutano la riva a pochi metri dal bagnasciuga cercando di non farsi scorgere dagli ignari leoni marini che si attardano a lasciare l’area. Perlopiù si tratta di giovani esemplari ancora inesperti o di maschi che si fronteggiano per la conquista della supremazia territoriale o amorosa. Ed è proprio di quelle occasioni che le orche cercheranno di approfittare accelerando improvvisamente fino ad arrivare allo scoperto e completamente fuori dall’acqua per afferrare le loro prede preferite.

“Mi è capitato di osservare questi attacchi tantissime volte, dice Roberto, e l’emozione, la meraviglia  è sempre la stessa. E’ la lotta per la vita che si svela in tutta la sua drammatica bellezza.”

Ed era stato proprio dopo una di quelle battaglie per la sopravvivenza che Roberto si era avvicinato ai cetacei che erano poco distanti. Quì, e allora, sarebbe accaduto quello che il suo cuore aveva destinato per lui. Le orche, pian piano, si sarebbero avvicinate osservandolo. Quasi si fosse trattato di uno di loro, si sarebbero fatte sfiorare e rincuorare dalla voce del loro nuovo amico.

Da allora, Roberto, ha continuato ad incontrare quei giganti del mare e il loro rapporto sarebbe cresciuto nel tempo. “Stare vicino agli animali, racconta, mi dona pace, serenità..”.

“Un bel giorno, ricorda, ho cominciato a suonare per loro. Mi sono seduto sulla spiaggia e mi sono portato alla bocca l’armonica. E loro erano lì, con me. E’ stato un momento speciale.”

Le vicende eccezionali del guardafauna argentino, nel frattempo, avevano cominciato ad attraversare l’oceano. Si faceva un gran parlare dell’ uomo che “balla con le orche”.

E non si erano fatte attendere le solite critiche che arrivano immancabilmente ogni volta che accadono episodi bellissimi come quello che Roberto viveva con le sue nuove compagne. In ogni caso, quelle voci, sarebbero arrivate anche ad una delle più grandi studiose del comportamento animale del Pianeta. Jane Goodall, infatti, si sarebbe presto precipitata in Argentina per incontrare Bubas. Da quell’incontro sarebbe nato un documentario che la Goodall stessa avrebbe dedicato a lui. Il resto è storia.

“Le Orche del Chubut”.  E’ il titolo di una serie di conferenze che Bubas ha presentato in giro per il mondo. Poi, libri e video che lo vedono scrittore e  protagonista con le immancabili orche lo raccontano più di ogni parola. Come la magia che sulle note della sua armonica suona ancora quella storia dell’incredibile amicizia dell’uomo che “danza con Orcas”.

Redazione

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