“La riforma della scuola è un progetto fondamentale per il paese. Il ddl, che noi condividiamo, ha come obiettivo l’impulso e la crescita economica anche attraverso il miglioramento dell’offerta formativa. Valutiamo positivamente che con il ddl la scuola e l’istruzione diventino fattore di coesione e sviluppo sociale. Chiediamo però che le imprese abbiano un ruolo molto più attivo”. È Claudio Gagliardi, segretario generale di Unioncamere, a parlare del ddl Buona Scuola nell’aula di Montecitorio; nel suo intervento Gagliardi ha elencato alcune proposte per il ddl in esame alla Camera, proposte riconducibili ai metodi applicati in Germania: “le imprese andrebbero coinvolte sistematicamente nel modello di interazione tra scuola e territorio – precisa Gagliardi, riferendosi allo stretto legame tra istruzione e offerta di lavoro che dovrebbe essere già presente nel circuito di domanda e offerta, – per questo è giunto il momento di creare un albo o una sezione speciale del Registro delle imprese dedicata all’alternanza scuola-lavoro”.
A partire da qui, una sezione “ad hoc” potrà aiutare a individuare le imprese formative che possono essere sostenute. Si potrà infatti avere un elenco di imprese che verrebbero certificate per la loro qualità formativa e alle quali le scuole si potranno rivolgere. “Queste aziende – continua Unioncamere – potrebbero avere non solo vantaggi fiscali, anche la loro reputazione verrebbe riconosciuta in un registro pubblico e avrebbero un rapporto privilegiato con le istituzioni della formazione”.
Tra le proposte di Unioncamere anche la definizione di profili professionali nazionali che valgano come standard e a cui l’alternanza scuola-lavoro possa fare riferimento. “In Germania – ha aggiunto Gagliardi – abbiamo 350 profili professionali che vengono messi a punto dalle imprese e dalle Camere di Commercio. Per quanto riguarda i laboratori territoriali dell’occupabilità – ha concluso Gagliardi – chiediamo di prevedere un sistema di rete di cui possano far parte anche le Camere di Commercio”.
Durante questa audizione il segretario generale ha ricordato che in Italia le imprese incontrano difficoltà a trovare le risorse adeguate nel 12% delle richieste di assunzione: scarsa offerta dei titoli e delle qualifiche; ma soprattutto, la formazione in uscita spesso non corrisponde alla richiesta del mercato del lavoro.
“Il risultato è un palese disallineamento tra domanda e offerta di lavoro”.
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