Debiti dell’ex giunta Raggi: indagine per un buco di oltre 26 milioni
Indagine sui debiti dell’ex giunta Raggi. Buco di oltre 26 milioni per spese senza copertura. Le ricerche sono partite dal vicesindaco
Indagine sui debiti dell’ex giunta Raggi. Buco di oltre 26 milioni per spese senza copertura.
Lavori e servizi costano milioni di euro in più alle casse capitoline. Il motivo sarebbe dato dagli interessi che il Comune è costretto a versare per i ritardi nei pagamenti ai creditori. Indagata l’ex giunta Raggi per un buco di oltre 26 milioni.
Debiti dell’ex giunta Raggi: l’indagine
Le ricerche sulla gestione dei debiti fuori bilancio sono partite dal vicesindaco e titolare dei conti del Campidoglio, Silvia Scozzese. Ha avviato un’indagine interna e dato mandato al direttore e al segretario generale del Campidoglio, Paolo Aielli e Pietro Mileti, di presentare eventuali denunce alla procura della Corte dei conti. Il motivo per cui sono iniziate le indagini è dato dal fatto che appena insediata, Scozzese ha dovuto affrontare 36 proposte di sanatoria portatele dal segretario generale. Erano proposte provenienti da tutti i dipartimenti capitolini, approvate dalla giunta Raggi che, senza spiegazioni, non hanno l’approvazione dell’Assemblea capitolina. Molte di queste, risalgono al 2014 e sono legate agli interventi urgenti disposti dal dipartimento Simu per l’alluvione del 31 Gennaio.
Debiti dell’ex giunta Raggi
I debiti provengono da importi che inizialmente erano dovuti dall’amministrazione a vario titolo: fatture emesse per lavori; per compensi per incarichi di docenza, per canoni di locazione di immobili. Tuttavia, sono importi mai pagati ai creditori. Di fatto, se il Comune non paga in tempo i debiti, i creditori fanno causa, vincono e l’amministrazione è costretta a pagare spese e interessi. Per di più, l’amministrazione non da spiegazioni riguardo il ritardo dei pagamenti né si difende nei giudizi davanti ai creditori.
Il danno
Le conseguenze non sono da sottovalutare poiché il danno non è da poco. Come riporta il Tempo.it , in riferimento alle ultime proposte di sanatoria, casi nei quali Roma capitale ha omesso la totalità del pagamento, in aggiunta a un importo iniziale di 24,8 milioni la Tesoreria ha dovuto sborsare oltre 1,5 milioni di interessi. “L’inerzia dell’amministrazione – scrive Scozzese in un’apposita memoria di giunta approvata il 22 Marzo – è stata continuata e diffusa e ha determinato la crescita esponenziale degli oneri a carico del Comune“.
La procedura
Il direttore e il segretario generale del Campidoglio dovranno produrre una relazione sulle 36 proposte di sanatoria sottoposte alla Giunta. Agli stessi è stato inoltre chiesto di “porre in essere tutte le azioni di cui all’art. 52 del Dlgs 74/2016”, quindi di procedere con le denunce alla Corte dei conti. Al fine di evitare ritardi nei pagamenti che possano generare incrementi ingiustificati dei costi dei beni e dei servizi acquistati dal Campidoglio, sarà attivata un’azione di monitoraggio della spesa. Per ultimo, sarà rafforzato il coordinamento tra i dipartimenti e gli organi politici, Giunta e Assemblea, per garantire la regolarità dei procedimenti di riconoscimento dei debiti fuori bilancio.