Degrado e incuria nel Centro di Roma: Porta Maggiore, zona rossa per la vergogna
Porta Maggiore il primo giorno di zona rossa, abbandonata come sempre al degrado
A meno di due passi dalla stazione Termini di Roma, si trova Porta Maggiore, una delle porte nelle Mura Aureliane della Capitale. In piena pandemia da Coronavirus, la città Eterna sta vivendo la sua seconda esperienza di lockdown, come tutta la Regione Lazio. Ebbene, passando per Porta Maggiore tutto è uguale ai giorni precedenti, come se fosse una zona franca dalla classificazione di rischio della regione.
Souk a cielo aperto
Si notano i soliti improvvisati souk a cielo aperto. Radio, scarpe, pantaloni, ma anche orologi, catenelle e borse. Intorno il degrado, in una zona che anche se viene ripulita raramente – dai volontari dell’associazione Retake Roma, o dai giardinieri del Campidoglio – subito dopo è ripopolata da senza tetto o mercanti estemporanei.
Zona franca
Bottiglie di birra, plastica, indumenti, ombrelli, le aiuole sono piene di immondizia di ogni genere. E sui marciapiedi, dove si attende l’arrivo dei tram diretti a Termini e a Centocelle, gruppi di nomadi mostrano adagiati su un lenzuolo, telefoni cellulari, accessori e apparecchi elettronici vari, calzature usate, mercanzia di ogni sorta di scarso valore, molto probabilmente di provenienza dubbia.
Zona rossa per la vergogna
Il prezzo lo si contatta con il cliente per lo più occasionale, di passaggio. Nei giardini di Porta Maggiore, all’interno di un’aiuola, un uomo giace sull’erba. Altri soggetti bivaccano intorno, alla base degli archi dell’acquedotto romano. Il quadro che ne viene fuori è desolante. L’incuria e l’abbandono ne fanno una zona particolarmente degradata, rossa, ma per la vergogna della Capitale.