Delitto Arce, scagionati 6 indagati
Dopo 13 anni ancora non si conosce l’identikit dell’assassino di Serena Mollicone
Dopo 13 anni le indagini sull’omicidio di Serena Mollicone, la ragazza trovata morta il 3 giugno 2001 nel bosco di Anitrella dopo essere stata soffocata, sono giunte a un binario morto.
Nella mattinata di ieri, infatti, i Carabinieri del Ris di Roma, hanno consegnato nelle mani del Procuratore Capo della Repubblica di Cassino, Mario Mercone, un rapporto dal quale si evince che nessuna delle persone sottoposte al prelievo salivare risulta compatibile con le tracce biologiche rinvenute e isolate dagli esperti dell’Arma sugli abiti che indossava la liceale nel giorno della sua scomparsa e del conseguente assassinio.
Al momento, dunque, l’unica certezza è che Serena è stata colpita alla testa dal suo assassino, che credendola morta le ha infilato un sacchetto del supermercato sul capo per non far cadere il sangue a terra, cosa che avrebbe permesso agli inquirenti di risalire alla sua identità.
Il legale del padre della ragazza, l’avvocato Dario De Santis, ha commentato gli sviluppi delle indagini all’Adnkoronos “Speranza? Nelle indagini non si vive di speranza ma di impegno. Il padre di Serena Mollicone non rinuncerà mai all’impegno perché si continui a cercare la soluzione di questo caso”.
Quanto alle parole del procuratore capo di Cassino che ha rivolto un appello ai complici dell’assassino affinché parlino, il legale ha sottolineato che “è apprezzabile sotto il profilo della passione e dell’impegno, ogni appello potrebbe smuovere un equilibrio psicologico precario non bisogna mai rinunciare anche se è passato così tanto tempo dal delitto”.
De Santis ha spiegato che gli sviluppi delle indagini “non cambiano il quadro delle valutazioni fatte da tempo, non mi turba più di tanto. Se ci fosse stata fortuna magari avremmo avuto un esito positivo. Questo metodo di ricerca utilizzato dalla procura è apprezzabile perché dimostra impegno ma non è stato un percorso mirato. Sono stati fatti accertamenti a campione su un elevatissimo numero di persone in modo disomogeneo e non mirato”.
“Insisterò – ha concluso l’avvocato – nelle richieste che ho formalizzato quando facemmo l’opposizione alla richiesta di archiviazione. Ritengo che una parte notevole di queste indicazioni non siano ancora state seguite anche se non conosco tutti gli atti di indagine”.