Alla fine quell’autorizzazione è arrivata, e il detenuto 33enne di Ceccano, che sta scontando nel carcere di Frosinone una pena di 3 anni per rapina, si è laureato ieri. Da quando è stato rinchiuso in carcere, il recluso, infatti, si è dedicato a completare i suoi studi, cercando di arrangiarsi come possibile, dato che dal carcere non ha potuto seguire le lezioni via computer.
Nel penitenziario ciociaro, ha sostenuto gli ultimi 8 esami, tutti davanti ad una commissione dell’Università.
Ad attenderlo fuori dal carcere, c’erano i familiari, che lo hanno accompagnato a Roma per discutere la tesi in Scienze Politiche, presso una Università telematica. Risultato: 108/110.
L’autorizzazione è stata questione molto dibattuta nei giorni scorsi. Il giudice di sorveglianza di Frosinone, infatti, aveva inizialmente negato il permesso al detenuto.
Il suo legale, allora, si era rivolto al Ministro della Giustizia e al Consiglio Superiore della Magistratura.
Fino al momento in cui, dopo un’interrogazione rivolta al Ministro della Giustizia, è arrivata l’autorizzazione dalla direzione del carcere.
Finalmente, una storia in cui il buon senso prevale su una burocrazia spesso ostile, spesso macchinosa, spesso impari. Una storia in cui si dimostra che la reintegrazione voluta per i detenuti, non è solo una storia di belle parole, ma una vera opportunità di riscatto una volta usciti dal carcere. Una storia in cui si dimostra che si può cambiare, si può migliorare.
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