Diacetti: “Forte impegno dei Comuni e Anci Lazio al servizio delle comunità”
“Per quanto riguarda coloro che non ha fatto nulla per la collettività o l’hanno danneggiata sul piano fiscale non credo sia giusto che approfittino del momento”
Enrico Diacetti, segretario generale Anci Lazio, spiega ai Lunatici di Rai Radio2 in che modo i Comuni, nel ricevere i fondi del Governo per coloro che hanno difficoltà economiche nelle settimane di lockdown, realizzano la distribuzione di questi fondi: si tratta dei 4,3 miliardi più 400 milioni stabiliti per affrontare l'emergenza alimentare.
"Occorre fare una distinzione netta: i 4,3 miliardi che il governo ha dato sono qualcosa di 'ordinario', nel senso che ogni anno, a maggio, vengono dati alle Regioni, dunque nulla di ecezionale ma solo anticipati ad aprile. I 400 milioni sono un fatto invece straordinario; certo in questa marea di drammi sociali ed economici sono pochi. Facciamo un rapidissimo calcolo: essendo 60 milioni di abitanti nel nostro paese, spetterebbero 6euro a persona. Fortunatamente non è un aiuto destinato a tutti ma solo alle persone svantaggiate, circa il 10-15%, dunque si arriva a 120mila euro per ogni Comune fino a 20mila abitanti, uno invece di 100mila abitanti ne riceve 600mila, i quali devono servire per i prossimi 15 20 giorni allo scopo di far arrivare i cittadini fino a quando si potrà riaprire.
La distribuzione funziona così: la protezione civile ha lasciato a ogni sindaco la possibilità di attrezzarsi con la massima urgenza e autonomia cercando di individuare le categorie bisognose. Anci ha avuto indicazioni di carattere generale in merito. I Comuni che hanno nomadi dovranno pensare anche a loro. Si arriva a 300 euro per famiglie con 4 persone, quanto tempo davvero potranno andare avanti? Ogni cittadino deve rivolgersi con un bando al comune di appartenenza e se idonei, riceveranno il sostegno".
Viene domandato al segretario generale se il condono edilizio e la pace fiscale, possono essere una soluzione palausibile per uscire meno feriti da questo periodo di stallo.
"Io la soluzione la vedo nella proposta avanzata da qualche politico: dopo il picco dei contagi, e solo dopo il picco, far riaprire e ripartire attività e fabbriche solo avvalendosi dei lavoratori e professionisti più giovani, perché fino a 50 anni sembra che si possa uscire guariti o anche indenni dal virus. Per il turismo la stagione è persa e anche la prossima sarà difficile. Un aspetto su cui volevo sensibilizzare è il settore delle automobili: perde oggi l'85-90%. Chi sta pendando di acquistare una macchina nuova, oggi? Per quanto riguarda coloro che non ha fatto nulla per la collettività o l'hanno danneggiata sul piano fiscale non credo sia giusto che approfittino del momento. Occorre poi valutare questi elementi rispetto anche a quale tipo di aiuto verrà stabilito dall'Europa per il nostro Pil".
Anci sta collaborando con Automobil Club Italiano.
“Abbiamo aperto Anci nazionali e regionali per avere fondi come abbiamo fatto per il terremoto, perché non si può sopportare che una madre di famiglia non abbia 20 euro per la spesa. La Regione Lazio ha dato 19 milioni, la Regione Sicilia 100 milioni, accanto a quei 400 milioni, ogni regione si è mossa in base alle proprie esigenze. Sono gocce di aiuto ma tutto adesso è necessario”.
Nel frattempo giunge una buona notizia: è stato sottoscritto un accordo tra Abi (Asociazione Bancaria Italiana), Anci e Upi (Unione Province d'Italia) per la sospensione per un anno della quota capitale dei mutui dei Comuni e delle Province.
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