Disastro treni: “I viaggiatori vogliono promuovere una class action contro Trenitalia”

Il vero scandalo non è stato il guasto tecnico in sé, ma l’incapacità totale delle Ferrovie dello Stato e di Trenitalia di gestire l’emergenza

Stazione Termini_Guasto Treni

Mercoledì 2 ottobre 2024 verrà ricordato come una delle peggiori giornate nella storia recente del trasporto pubblico ferroviario a Roma e nel Lazio. Un disastro annunciato, frutto di una gestione disorganizzata e di un’incapacità operativa che ha colpito migliaia di pendolari e viaggiatori, bloccati per ore nella principale stazione della Capitale, Roma Termini. Al centro di questa debacle: un guasto tecnico che ha mandato in tilt l’intero sistema ferroviario regionale e nazionale, causando ritardi epocali e l’annullamento di molte corse.

Il guasto tecnico a Termini: una giustificazione insufficiente

Tutto è cominciato con un guasto tecnico alla rete ferroviaria che ha coinvolto le principali linee che attraversano il Lazio e collegano Roma al resto d’Italia. Un evento che può accadere, certo, ma che diventa inaccettabile quando viene gestito in modo così approssimativo e privo di qualsiasi attenzione per il servizio ai passeggeri. I ritardi si sono accumulati fin dalle prime ore del mattino, con treni bloccati o cancellati senza preavviso, ma la vera tragedia si è consumata alla stazione di Roma Termini, dove la situazione è rapidamente degenerata nel caos più assoluto.

Caos e disorganizzazione

Termini, la più grande stazione ferroviaria d’Italia, è diventata l’epicentro di un disastro logistico senza precedenti. Mentre i treni continuavano a essere posticipati di ora in ora, nessuno – né i passeggeri né il personale – era in grado di dare informazioni precise su cosa stesse accadendo o su quanto avrebbero dovuto aspettare. Migliaia di persone, pendolari, turisti e viaggiatori occasionali, si sono ritrovate ammassate nei corridoi della stazione, in attesa di notizie che non arrivavano.

Il vero scandalo non è stato il guasto tecnico in sé, ma l’incapacità totale delle Ferrovie dello Stato e di Trenitalia di gestire l’emergenza. Il personale presente in stazione si è dimostrato completamente impreparato a fronteggiare la situazione, incapace di dare risposte chiare o fornire assistenza minima. Molti viaggiatori hanno riferito di essere stati ignorati o rimbalzati da un ufficio all’altro senza ricevere informazioni utili.

Nessun piano di emergenza, nessun servizio sostitutivo

In una situazione di tale emergenza, ci si sarebbe aspettati l’attivazione immediata di un piano di emergenza: autobus sostitutivi, treni speciali o almeno un servizio di informazioni adeguato per limitare i disagi. Ma nulla di tutto ciò è stato fatto. Non c’è stato alcun servizio di trasporto alternativo predisposto per alleviare il peso dell’attesa infinita. Nessun autobus è stato messo a disposizione per collegare Roma con le principali città del Lazio, né tanto meno per portare i pendolari nelle aree limitrofe, lasciando i viaggiatori al loro destino.

Chi aveva appuntamenti di lavoro, chi doveva raggiungere l’aeroporto o chi semplicemente desiderava tornare a casa dopo una giornata estenuante, è rimasto bloccato a Termini per ore, con l’unica scelta di aspettare, senza che Trenitalia fornisse informazioni chiare. Non ci sono stati neanche aggiornamenti via app o su siti web, lasciando molti utenti nel più completo buio.

Pendolari allo stremo: verso una class action contro Trenitalia

Le conseguenze di questa giornata disastrosa non si limiteranno alle migliaia di viaggiatori frustrati. In queste ore, cresce la rabbia e si moltiplicano le voci dei pendolari che chiedono giustizia e rimborso per i danni subiti. Molti di loro, stanchi di essere trattati come numeri e di subire costantemente disservizi senza spiegazioni né scuse, stanno organizzando una class action contro Trenitalia e Ferrovie dello Stato. Si parla di una mobilitazione senza precedenti, con l’obiettivo di denunciare non solo l’incidente del 2 ottobre, ma anche anni di trascuratezza e disattenzione verso le esigenze degli utenti.

Le associazioni dei consumatori sono già all’opera per raccogliere le adesioni e dare avvio a un’azione legale che potrebbe segnare una svolta nei rapporti tra pendolari e aziende di trasporto pubblico. È chiaro, infatti, che il livello di esasperazione ha raggiunto il limite massimo, e ciò che è successo a Termini è solo l’ennesima goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il malcontento verso la gestione di Trenitalia e delle Ferrovie dello Stato non è più sopportabile, e questo evento rappresenta il punto di rottura di un sistema già in affanno da tempo.

Una pagina nera per il trasporto pubblico

Il 2 ottobre 2024 segna una pagina nera per il trasporto pubblico in Italia, con una capitale completamente paralizzata da un incidente che avrebbe dovuto essere gestito con maggiore efficienza e tempestività. La totale assenza di un piano di emergenza, l’incapacità di fornire informazioni adeguate e l’indifferenza dimostrata verso le esigenze dei viaggiatori sono solo la punta dell’iceberg di una gestione ferroviaria che da tempo non riesce più a garantire standard di qualità accettabili.