Dissequestrata la discarica di Albano Laziale. Dopo due mesi di sigilli ieri 30 maggio e dopo una serie di adempimenti finanziari, la procura ha disposto la riapertura della discarica che accoglieva, e potrà tornare a farlo, i rifiuti della Capitale. Si tratta infatti di un invaso fondamentale per Roma che qui conferisce circa 1000 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno.
Ora la Guardia di Finanza dovrà verificare “il progressivo adeguamento della provvista economica afferente al succitato conto bancario. Mano a mano che, in conseguenza di successivi conferimenti in discarica, Ecoambiente verrà ad incamerare ulteriori somme destinate alla fase di gestione postuma”. Scrive la nota della Procura di Velletri.
“In caso contrario si riproporrebbe il tema di una possibile inefficacia sopravvenuta del titolo amministrativo che autorizzato la gestione della discarica, dovuto non più all’assenza ma ad insufficienza della garanzia finanziaria”.
In un messaggio su Facebook, il sindaco di Pomezia, Adriano Zuccalà, spiega: “La riapertura della discarica di Roncigliano non è una buona notizia. Si somma a quella, mai smentita, della realizzazione di un enorme inceneritore a Santa Palomba e alla ripresa dei lavori sul Print nella stessa zona.
Decisioni impattanti sul territorio che rendono urgente un dibattito tra tutte le Istituzioni competenti, prima fra tutte con Roma Capitale, con una richiesta che parta dal coordinamento dei Comuni dell’area. Cosa che insieme ai sindaci di Albano Laziale, Ardea, Ariccia, Castelgandolfo, Genzano di Roma chiederemo immediatamente.
Confidiamo nel rispetto del nostro territorio che non può diventare il luogo deputato dove scaricare il peso di tutte le questioni irrisolte sulla gestione dei rifiuti tramite decisioni unilaterali”.
L’11 marzo la compagnia della Guardia di Finanza di Velletri eseguiva un decreto di sequestro preventivo disposto dal gip in relazione alla discarica di Roncigliano.
L’ipotesi per la quale ha proceduto la magistratura è una illegittima gestione dell’impianto per assenza di garanzie finanziarie previste legate alla cosiddetta gestione post mortem.
Il sito era stato riaperto da un’ordinanza dell’ex sindaca Virginia Raggi la scorsa estate, per tamponare l’ennesima emergenza rifiuti. In seguito il sindaco Roberto Gualtieri l’ha prorogata lo scorso gennaio per altri sei mesi.
L’agonia del sito, tra singhiozzanti riaperture e chiusure, mostra tutte le falle strutturali di un sistema di smaltimento dei rifiuti inadeguato, obsoleto, dannoso per i cittadini, il territorio e il decoro.
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