Nell' incontro radiofonico del venerdì, nella trasmissione “Un Giorno Speciale”, su Radio Radio, si è parlato con Filippo Lippiello, Presidente del Centro della Valorizzazione del Travertino, dell’impatto ambientale con particolare riguardo al riutilizzo dei fanghi di Travertino.
Il Presidente Lippiello ha spiegato come si riutilizzano gli scarti di lavorazione del Travertino Romano:
“Su questo tema sono stati fatti tanti studi e tanti esperimenti per cercare di dare il massimo sfruttamento alla pietra ornamentale del Travertino romano. I residui di lavorazione sono sempre piccole scaglie di Travertino o fanghi di segagione che possono essere riutilizzati. Riguardo questo noi abbiamo presentato un progetto, chiamato ‘Pietra Miliare’, insieme ad altri partner, per il riuso di questi materiali, per il risparmio energetico e per un’esposizione museale della pietra e delle tecniche di lavorazione. Questo riutilizzo dei prodotti residuali della lavorazione del Travertino consentirebbe il venir meno di discariche e di accumuli: un modo per affrontare il tema in maniera contemporanea e anche futuristica. In questo obiettivo abbiamo anche una collaborazione con le Università che sta dando degli ottimi risultati”.
“Questa nostra proposta è inserita nel programma Por 2014-2020 del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – spiega il Presidente – Comprende sia il tema museale che questa ricerca di utilizzo dei fanghi di Travertino, in questo caso per la creazione di questa carta così particolare. Poi c’era anche la proposta di contenimento e risparmio energetico attraverso una tecnologia di emungimento dell’acqua non più con il sistema tradizionale delle pompe sommerse ma con degli elementi tipo vite di Archimede che hanno un recupero energetico decisamente vantaggioso”.
Durante la trasmissione, interviene poi Angelo Chianese, Professore di Impianti Chimici all’Università La Sapienza di Roma:
“I fanghi che provengono dalla segagione possono essere riutilizzati. Questo è uno dei problemi maggiori che sono legati all’industria delle rocce ornamentali. Perché c’è una grande mole di scarti generati dalla lavorazione del Travertino. Attualmente devono essere smaltiti nelle discariche. Tale soluzione non risulta però più compatibile con il concetto di sviluppo sostenibile. Una soluzione alternativa, fortemente consigliata dall’Unione Europea, è quella di concentrarsi su processi di produzione a zero scarti, attuabile attraverso gli integrali di utilizzo delle materie prime secondarie, tramite procedure di recupero e riciclaggio. In tale maniera sarebbe possibile evitare o quanto meno ridurre al minimo la produzione di rifiuti da smaltire”.
“Bisogna mettere in evidenza la buona qualità degli scarti del Travertino, che hanno una concentrazione di carbonato di calcio superiore al 95% e una granulometria molto varia che fanno di esso una materia prima secondaria ideale per diverse applicazioni industriali – ha continuato il Professore – La filiera produttiva che si intenderebbe attuare parte del recupero del particolato di Travertino nei fanghi e la sua separazione dalle acque, utilizzando un metodo ecocompatibile, di particolare efficienza per la decantazione del fango. Servirà poi un processo di separazione ottimizzato per ottenere produzioni acquose concentrate in solido sospeso, ossia il particolato di Travertino. Gli utilizzi di tale particolato saranno quelli di filler per l’industria della carta, della gomma e dei polimeri. Ma anche delle industrie del cemento”.
“Si può tramutare in carta – spiega Angelo Chianese – L’utilizzo di maggiore innovazione tecnologica con possibilità di elevate ricadute occupazionali è quella della ‘carta di pietra’, costituita dall’80% di pietrisco e dal 20% di polistirene ad alta densità. Poiché questa carta manca di fibre, non viene bagnata dall’acqua e quindi si presta a essere utilizzata in tutte le applicazioni che mettono a contatto la carta stessa con l’acqua. Quindi può essere usata anche come manifesti da porre all’aria aperta, adesivi ed etichette di prodotti industriali, borse per shopping ecc. Sta avendo una rapida applicazione in tutti i paesi sviluppati”.
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